25 celebrità chiedono a McDonald’s di fermare la crudeltà sugli animali

Un cast di 25 celebrità ha partecipato ad un nuovo spot televisivo, invitando McDonald’s a “fermare la crudeltà”. Un cast con personaggi del calibro di Moby, Emily Deschanel, James Cromwell, Kimberly Elise, Matt Lauria, Joanna Krupa, Daisy Fuentes, John Salley e Alison Pill, lo spot, prodotto dall’associazione a favore dei diritti degli animali “Mercy For […]

Un cast di 25 celebrità ha partecipato ad un nuovo spot televisivo, invitando McDonald’s a “fermare la crudeltà”.

Un cast con personaggi del calibro di Moby, Emily Deschanel, James Cromwell, Kimberly Elise, Matt Lauria, Joanna Krupa, Daisy Fuentes, John Salley e Alison Pill, lo spot, prodotto dall’associazione a favore dei diritti degli animali “Mercy For Animals”, andrà in onda per due settimane a Chicago – dove ha sede McDonald’s.

Sul sito ufficiale mcdonaldscruelty.com si espone il motivo per cui questa iniziativa è stata appoggiata e portata avanti da così tante celebrità:

I polli usati da McDonald’s sono tra gli animali più maltrattati del pianeta. Allevati ​​per crescere così in fretta, spesso non riescono a camminare senza procurarsi fratture o dolore. Centinaia di marchi, tra cui Burger King, Starbucks, Subway, Jack in the Box e Denny’s, si sono impegnati a vietare le pratiche più crudeli inflitte ai polli. McDonald’s non ha preso nessun impegno.

Moby, ha dichiarato:

“Se i clienti di McDonalds conoscessero la verità sulle loro McNuggets, sarebbero inorriditi. Siamo una nazione di amanti degli animali – dobbiamo fare di meglio. Unisciti a me nel dire a Mc Donald’s di smettere di permettere questo abuso sugli animali.”

A questo link. puoi visionare il video della campagna: “Dear McDonald’s…”

La traduzione del testo:

“Caro Mc Donalds,
Crediamo nell’atto di difendere coloro che non possono difendersi da soli. Crediamo nella gentilezza, nella compassione, nel fare la cosa giusta. Crediamo che nessun animale meriti di essere in costante dolore, soffrire ad ogni singolo respiro. Crediamo che gli animali meritino pietà. McDonald’s, tu hai il potere di fare la differenza. Hai la responsabilità di agire. Potresti porre fine a questa agonia per miliardi di animali. Ma McDonald’s, ogni giorno che non agisci, stai permettendo che questa sofferenza estrema continui ad essere perpetrata. Stai ignorando i tuoi clienti. Stai cadendo dietro i tuoi concorrenti, ci stai deludendo. Stai lasciando morire gli animali.
Caro Mc Donalds, ferma questa crudeltà. Unisciti a noi per dire a Mc Donald’s di eliminare la peggiore crudeltà per i loro polli. Agisci su mcdonaldscruelty.com”

Perché questo spot è importante nel contesto di produzione e consumo odierni?

Perché accende i rilefettori sul concetto di  “alternativa possibile e necessaria ” sul piano della produzione da un lato e sul piano del consumo dall’altro rendendo chiaro come si chieda in maniera sempre più decisa una svolta animal-free del sistema alimentare. 

Le associazioni a difesa degli animali che hanno collaborato a questo spot come Mercy For Animals, Animal Equality, The Humane League, Compassion in World Farming, Compassion Over Killing, e World Animal Protection, si sono uniti in una coalizione, chiedendo a McDonald’s di implementare “standard di benessere più elevati  per la propria filiera di pollo” fornendo più spazio ai polli per spostarsi, monitorando la qualità dell’aria e dei rifiuti nei fienili e fornendo arricchimento ambientale.

Come redazione ci teniamo a sottolineare la nostra posizione:

Reputando indispensabile la divulgazione sul tema dello sfruttamento animale, siamo interessati a dare voce a campagne come queste che possono sensibilizzare in maniera sostanziale sia il consumatore che il comparto produttivo: entrambi attraverso queste iniziative, possono accrescere la propria consapevolezza e da una parte influenzare l’offerta, dall’altra essere incisivi sul cambiamento della domanda.

C’è un grande MA:

Non crediamo nell’efficacia della linea “walferista” che punta al solo miglioramento delle condizioni degli animali all’interno dell’allevamento. Si tratta di una tappa, non della meta finale. Sosteniamo una svolta vegetale totale non soluzioni intermedie che altro non fanno che prolungare la sofferenza degli animali nell’ambito della produzione. Riconoscendo all’animale la caratteristica di soggetto senziente, non possiamo giustificarne nessuna strumentalizzazione, sia essa intensiva o estensiva o di qualunque altra natura. 


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