L\’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, ha classificato come \”improbabile\” il rischio per la salute legato al consumo di cibi derivati da organismi geneticamente modificati (OGM).
Se è vero che non possiamo affermare con certezza che gli OGM sono nocivi alla nostra salute, perché nulla è ancora stato provato come, d\’altro canto, non è ancora stato provato il contrario, possiamo però indagare a chi gli OGM portano benefici.
Un alimento ha determinate caratteristiche nutrizionali e per molte culture addirittura un potere curativo. Ma gli alimenti, tutti, hanno un\’altra non secondaria caratteristica: quella economica. E da questo punto di vista a chi fanno bene gli OGM?
La tecnologia OGM non è ambientalmente sostenibile né tantomeno economicamente vantaggiosa. Gli OGM distruggono la biodiversità e non aiutano le popolazioni svantaggiate ad arricchirsi.
Cosa sono?
Gli OGM – Organismi Geneticamente Modificati – sono organismi artificiali ottenuti inserendo nel patrimonio genetico originale dell\’organismo pezzi di DNA di altre specie o di altro regno (vegetale, animale). La pratica della modificazione genetica non è da confondersi con la tradizionale tecnica di incrocio utilizzata in agricoltura che serve a migliorare le caratteristiche dei vegetali. La manipolazione genetica \”combina\” organismi che in natura non possono fecondarsi: batteri con cereali, pesci con fragole, scorpioni con piante, ecc.
Sono brevettati e quindi di proprietà privata di una azienda.
Le ragioni del biotech
Secondo le aziende biotech le ragioni per promuovere gli OGM sono molte:
– le coltivazioni OGM dovrebbero permettere una resa maggiore con un conseguente abbassamento dei prezzi;
– le coltivazioni OGM avrebbero bisogno di una minore quantità di antiparassitari in quanto sarebbero maggiormente resistenti ai parassiti;
– i prodotti OGM possono risolvere la fame nel mondo.
In realtà in questi anni è stato dimostrato esattamente il contrario.
Prendiamo ad esempio il cotone.
12.000 ettari di cotone OGM sono andati perduti in Mississippi nel 1997, causando un danno per i coltivatori compreso tra 1 e 2 miliardi di lire.
Il cotone Bt della Monsanto doveva essere resistente a un determinato parassita invece circa 400.000 ettari coltivati a cotone Bt negli Stati Uniti meridionali sono stati attaccati, obbligando i coltivatori ad agire con trattamenti di emergenza.
Il cotone Bt ha dato una resa del 60% invece che del 95%, come dichiarato dalla casa produttrice delle sementi.
L\’ingegneria genetica è destinata a peggiorare il problema della fame nel mondo. I semi OGM sono, nella maggior parte dei casi, \”sterili\” per cui non permettono la ri-germinazione dopo il raccolto e quindi non si possono riseminare. Nei casi in cui invece questo naturale processo delle piante sia possibile, i contadini sono comunque obbligati a pagare delle royalty alla multinazionale che ne detiene il brevetto. Non solo. In caso di contaminazione accidentale da un campo all\’altro, anche l\’agricoltore che subisce la contaminazione può essere obbligato a pagare.
Non dimentichiamoci che…
– non è ancora stata scientificamente provata l\’innocuità (salute) dei prodotti OGM, così come, per onor del vero, non è stata scientificamente provata la loro dannosità;
– le multinazionali detentrici dei brevetti \”spingono\” anche con mezzi poco etici e discutibili (come la contaminazione delle partite di sementi tradizionali con OGM) l\’entrata degli OGM nel sistema agricolo;
– in Europa i consumatori si sono dimostrati poco favorevoli agli OGM e le associazioni di consumatori e di produttori chiedono maggior chiarezza nell\’informazione e l\’introduzione dell\’identificazione di OGM in etichetta;
– nessuno degli OGM commercializzati dispone del necessario Codice Doganale per poter essere lecitamente esportato, importato e trasportato, in evidente elusione delle norme fiscali.
Un problema anche per la salvaguardia della biodiversità
I prodotti OGM costituiscono un pericolo per la biodiversità, cioé per la diversità genetica presente in una singola specie.
In realtà quello della riduzione della biodiversità è un pericolo non imputabile esclusivamente agli OGM. All\’inizio del XX secolo in India erano coltivate almeno 30.000 varietà di riso, oggi nel 75% dello stesso territorio ne troviamo solo dieci. Esempi di questo tipo si possono trovare in ogni parte del mondo. L\’industria agroalimentare preferisce selezionare i prodotti scegliendo quelli maggiormente adatti alla sopravvivenza o con maggior resa rispetto al mantenimento della biodiversità. L\’introduzione degli OGM non fa che peggiorare questa situazione.
Per saperne di più
Greenpeace da anni si occupa di questo argomento. Ha pubblicato on line un dossier molto completo sugli OGM dove è possibile scaricare anche una lista, costantemente aggiornata, degli alimenti prodotti utilizzando OGM. www.greenpeace.it
Crocevia – una delle prime associazioni ad essersi occupata di OGM. Crocevia è particolarmente attenta alle tematiche riguardanti l’ambiente, la biodiversità e le biotecnologie; la sovranità alimentare ed il diritto ad uno sviluppo equo e sostenibile. www.croceviaterra.it
Aiab – associazione italiana per l\’agricoltura biologica. Una delle più attive fra le associazioni del bio in materia di OGM. Il 30/11/2001 ha deliberato una moratoria per garantire nei prodotti bio l\’assenza di OGM anche da contaminazione casuale. www.aiab.it/
Coldiretti – principale Organizzazione Agricola a livello nazionale e tra le prime a livello europeo. www.coldiretti.it
Tratto da: www.vegetariani.it
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