Adelmo Nanni

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Casa carluccia, 37 Val di Setta l’indirizzo che mi diede lui e invece, era sotto il comune di Castiglione dei Pepoli (BO). Ho incontrato il Signor Nanni di 93 anni nel luglio 1996 (il 9 credo), mentre rientravo da un grande giro di vacanza tra Toscana, Emilia, Veneto e Trentino. Era seduto fuori casa e […]

Casa carluccia, 37 Val di Setta l’indirizzo che mi diede lui e invece, era sotto il comune di Castiglione dei Pepoli (BO).

Ho incontrato il Signor Nanni di 93 anni nel luglio 1996 (il 9 credo), mentre rientravo da un grande giro di vacanza tra Toscana, Emilia, Veneto e Trentino.

Era seduto fuori casa e pedalando in salita con la bici da montagna, lo vidi che fece un grande gesto di saluto – EEEH!!, alzando il bastone all’aria e vedendolo così gioviale, inverto la rotta, intrattenendomi volentieri con lui diversi minuti a parlare e gli faceva gran piacere vedere i ciclisti di passaggio.

Con una forte espressione di vita diceva : “Se avessi le gambe forti come le braccia!” … Avrebbe avuto più possibilità.

Con grande emozione, mi racconta dei vari lavori fatti in gioventù; Dal vendere le mucche, arrivando anche fino a Barberino del Mugello e oltre Firenze a piedi ; Il barbiere per diversi anni, il contadino con la moglie nei campi eccetera.

Inframezzato a questi racconti ripeteva spesso di avere ancora le braccia forti come quelle di un ventenne e tenendomi la mano, constatavo la gioia e la forza che aveva nel parlarmi, tanto più, che gli sarebbe piaciuto fermare qualsiasi ciclista di passaggio, specialmemte nelle ore in cui stava seduto fuori dalla porta della casa abbastanza vecchia.

Trovava però molto impedimento nel non riuscire a salire all’unico piano superiore dell’abitazione, a causa delle gambe doloranti.

Il fatto del pedalare, era sempre stata una sua grande voglia, poco sfruttata.

Insisteva contento, nel parlare suoi lavori fatti nel passato. Sua moglie morta da 10 o più anni e ugualmente è, quanto accaduto ai suoi 10 o più figli, come mi sembra che disse.

Li vicino abitano i nipoti, tra l’altro non troppo giovani e egli pur essendo presente di testa, non era la miglior cosa abitare da solo.

Credo che se avesse ricevuto più attenzioni, sarebbe vissuto di più e meglio.

Mi diceva che mangiava giusto, giusto e senza esagerare, a volte gli veniva portato dai parenti più giovani, nel momento mangiava con una specie di gavetta (l’aveva quando siamo ritornati lì con Marisa,il 14 luglio credo), la sera stava leggero col pasto.

Con un grande spirito diceva più volte, che con sua moglie anche quando c’era qualche problema, cercavano sempre di andare d’accordo e non litigare mai.

Quanto segue lo diceva soprattutto, quando ci sono ripassato dopo circa 5 giorni in auto con Marisa, da Rioveggio verso Castiglione dei Pepoli, tornando dal Garda.

Voletevi sempre bene! Anche se a pane e cipolla, ma l’importante, voletevi sempre bene ! ;

Ripeteva con forza e convinzione – In tanti anni ci siam voluti sempre bene!
Lo ripeto, col suo vigore e espressiva contentezza.

Con la voce appena rauca ed un certo accento Bolognese. La frase del pane e cipolla, la diceva più volte e forse vedendo la Marisa, gli suscitava un riferimento importante da discutere e ne parlò anche al primo incontro.
Mia moglie era una gran donna, tagliava l’erba nei campi e lavorava, era forte e quando tornava, io le preparavo il pranzo!.

Mi mostrava le varie foto ricordo nella sua piccola ma confortevole cucina, attaccate al mobile e nella stessa vi era il letto, per comodità e necessità di movimento.

Discuteva di molti fatti, anche se alcuni ripetuti, ma alcuni particolari non li ricordo troppo, tipo della guerra, poco menzionata tra l’altro.

Sono rimasto veramente contento di questo particolare incontro, gli feci una foto sia al primo incontro, che al secondo, promettendogli di inviargliela, ma dopo pochi giorni, scoprii che l’indirizzo pur essendo esatto per gli abitanti della zona, non poteva rimanere chiaro al postino, tantoché, la busta tornò indietro 2-3 volte e non sapendo dell’inesattezza del comune d’appartenenza, anche se a vuoto, chiesi ad un’amico abitante nella valle vicina e non riuscendo ad ottenere altro, rimasi molto nel dubbio;
Fino a che portai le foto là, soltanto nel dicembre successivo (1996) ai suoi parenti.

Arrivato nel posto, vidi la casetta tutta chiusa, un presentimento per qualche problema, sì, che mi fu confermato da una vicina di casa dell’anziano Nanni; Era stato ricoverato nel mese di agosto per piccoli problemi, ma che però, in ospedale gli vennero alcuni disturbi da alimenti, ai quali, probabilmente, non era abituato, visto che aveva una sua moderata dieta della quale andava fiero.

Da questo problema, si è concatenata la sua morte verso la fine d’agosto.
Dallo scritto, non si può capire, ma ci sono rimasto male, le foto, … era forte il novantatreenne!!.
In prima persona è difficile esprimere un incontro così, una persona che pur non essendo di lunga conoscenza e per di più, neanche coetaneo, trasmetteva molte cose e nonostante i suoi impedimenti fisici, che andavano oltre quel limite, per me apparente.
In poche e sostanziose frasi, che non credo fossero inventate, è possibile capire molto più, che leggendo cento libri di storia; Si, poiché di questo genere, non verrà mai certo riportata spesso, per capire anche cosa c’è dentro la storia più vera e singolare delle persone, del quale invece ne viene fatto un solo riferimento storico di massa e basta.

Ad ognuno la propria sensibilità ed opinione a riguardo.
Era forte veramente!.
30 febbraio 1999.

Di Stefano Tavanti

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