L’Associazione Vegani Italiani Onlus ha accettato l’invito del Dipartimento di Medicina dell’Università di Napoli Federico II e fornisce il proprio sostegno allo studio “L’IMPORTANZA DELLA DIETA NELLE MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE CUTANEE” a cura del Prof. Nicola Balato e del suo staff.
L’obiettivo è studiare l’impatto di diversi stili alimentari, ai quali la letteratura scientifica associa requisiti “salutari”, sul decorso naturale delle principali malattie dermatologiche infiammatorie, tra cui la psoriasi.
Invitiamo tutti coloro che vorranno essere di aiuto nello sviluppo di questo studio a scaricare il seguente Questionario e restituirlo compilato ad entrambi i seguenti indirizzi:
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A questo Link troverete un approfondimento scientifico su dieta vegan ed infiammazione a cura della dottoressa Sabina Bietolini, membro del Comitato Scientifico dell’Associazione Vegani Italiani Onlus.
Di seguito proponiamo l’abstract del progetto a cura del Prof. Nicola Balato e del suo staff e della dott.ssa Sabina Bietolini, membro del Comitato Scientifico di AssoVegan, sulla correlazione tra
“Alimentazione e Psoriasi”
La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle su base multifattoriale. Ovvero per il suo sviluppo sono importanti sia fattori genetici che fattori ambientali (1-3).
Questi ultimi, in particolare, rivestono una importanza notevole potendo scatenare oltre che aggravare la patologia.
Di rilevanza fondamentale risulta la necessità di condurre uno stile di vita sano. Infatti è ormai noto che sono estremamente nocivi per la psoriasi fattori quali l’abitudine al fumo e il consumo eccessivo di alcool (4).
In questo contesto, particolare importanza riveste l’alimentazione, anche in virtù del fatto che la psoriasi si associa frequentemente a comorbidità di tipo cardio-metabolico
come l’ipertensione, l’obesità, la dislipidemia e il diabete (4,5).
Avere una corretta e sana alimentazione è in grado non solo di influire positivamente sul decorso della patologia cutanea, ma risulta anche un fattore di prevenzione e trattamento per le principali comorbidità della dermatosi stessa. In generale, il paziente psoriasico dovrebbe prediligere una dieta ipocalorica e povera di grassi anche perché il sovrappeso e l’obesità sono due noti fattori di rischio per la psoriasi.
In realtà, tra queste condizioni il rapporto sembra essere bidirezionale: l’obesità e il sovrappeso predispongono allo sviluppo della psoriasi in soggetti geneticamente suscettibili (il rischio di sviluppare la dermatosi sembra essere doppio rispetto ai soggetti normopeso) oltre che correlare positivamente con la gravità della patologia cutanea così come la psoriasi, in virtù anche dello stato infiammatorio sistemico da essa determinato, favorisce essa stessa la comparsa di sovrappeso e obesità, che, difatti, risultano molto più frequenti tra gli psoriasici piuttosto che la popolazione
generale (6,7).
In questo contesto un modello da seguire è quello della dieta mediterranea, un prototipo di alimentazione sana, associata ad un rischio ridotto per patologie metaboliche,
cardiovascolari ed oncologiche, che sembra anche capace di fornire una protezione dalle malattie degenerative croniche.
Una delle ipotesi più accreditate di questa associazione è che l’alto contenuto di composti come gli antiossidanti e i polifenoli, largamente presenti in alimenti tipicamente mediterranei, abbia proprietà anti-infiammatorie.
La dieta mediterranea è caratterizzata da un elevato apporto di frutta e verdura, legumi, cereali, pesce, frutti di mare e frutta secca; inoltre, parallelamente, vi è un basso apporto di latticini, carne e prodotti a base di carne, e un consumo moderato di etanolo, principalmente sotto forma di vino e durante i pasti. L’olio extra vergine di
oliva è la principale fonte di lipidi aggiunta, e sembra essere associata ad una minore prevalenza di fattori di rischio per le principali malattie infiammatorie croniche (8,9).
Per tutti questi motivi, è auspicabile che i pazienti con psoriasi seguano una corretta alimentazione, ricca di frutta, vegetali, legumi e pesce (ricco di omega 3) e con un ridotto apporto di alimenti proinfiammatori (8,9).
Fra gli alimenti fortemente sconsigliati ci sono quelli ad alto contenuto di acido
arachidonico, potente fattore pro-infiammatorio, come salumi e carni rosse (10). Si dovrebbe ridurre, in generale, l’assunzione di proteine e grassi animali, che oltre agli alimenti già citati comprendono: insaccati, margarina, panna, fritture, formaggi stagionati. Importante anche è limitate l’apporto di caffè, tè, cioccolata e pepe (10).
Uno stile alimentare di questo tipo, associato anche ad una costante attività fisica (camminare, correre, nuotare, etc.), può svolgere una azione protettiva nei riguardi della malattia e/o limitare l’impatto globale della stessa come dimostrato da diversi
articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali (8,9,11,12).
In particolare queste ricerche hanno mostrato come i pazienti con psoriasi, soprattutto quelli con forme più gravi o estese, risultano poco aderenti alla dieta mediterranea, che si è rivelata un importante aiuto terapeutico perché contribuisce a ridurre le fasi di riacutizzazione della patologia.
D’altro canto, l’assunzione di alcuni alimenti (soprattutto prodotti ricchi di grassi animali) può, invece, addirittura aggravare la psoriasi o diventarne fattore scatenante.
Inoltre, è di interesse segnalare che diversi studi hanno evidenziato il potenziale preventivo ed antinfiammatorio di un’alimentazione a base vegetale (13-16). Tali vantaggi si ritiene siano da porsi in relazione a diverse azioni, incluse quelle epigenetiche, svolte dalle notevoli quantità di fitochimici, antiossidanti, vitamine, fibre e sali minerali presenti nelle diete “plant-based” le quali presentano proprietà antiossidanti e potenzialmente preventive nei confronti di diverse patologie
croniche, come la sindrome metabolica, l’obesità e il sovrappeso (17-22).
Inoltre, le diete a base vegetale sembrano anche modulare la composizione del microbioma e del microbiota, tale che siano favorite l’eubiosi e la produzione degli acidi grassi a catena corta, la cui azione antiossidante ed antinfiammatoria si svolge localmente, mentre a livello sistemico si concretizza nella modulazione
della risposta immunitaria (23,24).
Concludendo, è utile rammentare che i pazienti dermatologici in generale chiedono spesso al medico come e se l’alimentazione possa influire sulla loro patologia. La psoriasi rappresenta senza dubbio l’esempio più lampante di come una corretta alimentazione possa non solo limitare la gravità e l’impatto della dermatosi ma anche agire in maniera preventiva sulle comorbidità metaboliche come ipertensione, diabete, dislipidemia, obesità e sindrome metabolica ad essa associate, rappresentando dunque un primo e imprescindibile intervento terapeutico.
Da tutte queste evidenze nasce, dunque, l’idea di studiare l’impatto di diversi stili alimentari ai quali la letteratura associa requisiti “salutari” (come quelli caratterizzati da un’abbondanza di frutta e verdura, nonché di antiossidanti e al contempo poveri di alimenti pro-infiammatori) sul decorso naturale delle principali malattie dermatologiche infiammatorie, tra cui la psoriasi.
N. Balato, M. Megna, R. Di Caprio, M. Napolitano, C. Patruno, S. Bietolini
Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia – Sezione di Dermatologia – Università di Napoli Federico II
UNICUSANO – Università degli Studi Niccolò Cusano – Telematica – Roma
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