Attenzione a ingredienti sostenibili, nuove conoscenze in campo nutrizionale e maggiore propensione a un’alimentazione vegetale: questo è ciò che emerge da una ricerca realizzata di recente da Bimby e Mintel in merito alle abitudini alimentari dei consumatori europei previste per il 2020. Quello che emerge, in particolare, è un’Europa – con particolare riferimento a Spagna, Italia, Francia, Germania e Polonia – popolata da consumatori consapevoli, attenti alle questioni ambientali come conseguenza diretta (anche) delle proprie scelte alimentari.
Ecco allora che la qualità e la provenienza degli alimenti, così come i metodi di produzione e di lavorazione, diventano una discriminante significativa per la scelta degli alimenti stessi; il packaging – e il suo impatto ambientale – assume un ruolo importante, tanto che gli europei intervistati dichiarano di preferire il cibo con poco o pochissimo imballaggio e da cucinare a casa, a discapito di piatti pronti con pack in plastica e/o alluminio. Rilevata anche una tendenza a ridurre lo spreco alimentare, anche se per quanto riguarda il nostro paese le stime parlano ancora di cibo gettato ogni anno per un valore di 15 miliardi di euro.
I consumatori europei, però, risultano sempre più informati e consapevoli anche riguardo alla connessione cibo-salute, oggi in maniera decisamente diversa rispetto a qualche decennio fa. Se negli anni ’80 “salute a tavola” faceva rima con dieta e conteggio delle calorie, oggi i consumatori hanno un approccio differente all’alimentazione, considerata uno strumento di prevenzione delle malattie e un aiuto in caso di problematiche lievi, per esempio relative alla salute di pelle e capelli.
Europa: verso un’alimentazione vegetale
Come Osservatorio, quello che consideriamo ancora più interessante è la crescente tendenza dei consumatori verso una dieta prevalentemente plant-based, sia per una questione etica che per motivi legati all’insostenibilità ambientale degli allevamenti intensivi. Ciò che emerge è che in Europa, tra il 37% e il 52% dei consumatori intervistati evita di mangiare carne per ragioni legate all’ambiente e circa il 40% crede che le proteine derivanti dalle piante siano più sane rispetto a quelle animali. Da qui la tendenza, sempre più radicata, a eliminare il lattosio: in particolare in Italia il 13% degli intervistati non lo comprende nella propria dieta; non a caso, per far fronte alle richieste di questo mercato, si riscontra anche nella pasticceria confezionata una tendenza verso il “senza lattosio”.
È però la scelta di diminuire il consumo di carne la vera svolta, indice di un cambiamento senza precedenti in termini di consapevolezza alimentare: sempre più persone scelgono infatti una dieta flexitariana che, seppure ancora lontana dalla scelta vegan, prevede il consumo ridotto di carne a fronte di un aumento considerevole del consumo di alimenti di origine vegetale. E i dati lo confermano: tra il 42% e il 60% degli europei intervistati portano in tavola la carne solo una volta a settimana, mentre tra il 32% e il 59% stanno cercando di sostituire le proteine animali con quelle vegetali.
Non a caso, quello delle proteine vegetali è un mercato in crescita costante, con le generazioni più giovani a guidare un cambiamento che vede tra gli onnivori il 90% dei consumatori di prodotti vegetali, un po’ per curiosità e un po’ per presa di coscienza rispetto alle necessità alimentari del prossimo futuro. Tra le novità in campo, c’è il mercato delle micoproteine, che potrebbero presto sostituire la carne di origine animale per via della maggiore sostenibilità ambientale.
Per approfondire: Micoproteine: un mercato globale in ascesa in sostituzione della carne
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