Allevamenti intensivi di pesce. L’indagine di Essere Animali

Promiseland -

Nuova indagine di Essere Animali, allevamenti intensivi di pesce e animali. Le immagini su Report.


“lo sapevi che un branzino o un’orata su due in vendita nelle pescherie e nei supermercati italiani arriva dagli allevamenti greci?“. Da qui parte un racconto fatto di lacrime salate come il mare.

Da un report di Essere Animali si legge che ormai in Europa il consumo di pesci da allevamento ha superato quello del pescato. Tuttavia, cittadini e consumatori conoscono ancora troppo poco le pratiche crudeli a cui sono sottoposti questi animali.

Il team investigativo EA continua il suo impegno in difesa dei pesci, dando voce al loro dolore e mostrando al pubblico le terribili condizioni in cui versano negli allevamenti intensivi. 

Per farlo, ha realizzato una nuova indagine in Grecia, parte della quale è stata trasmessa nella puntata di Report dello scorso dicembre.

Gli investigatori hanno visitato sotto copertura alcuni allevamenti intensivi di branzini e orate nella zona di Sagiada, a nord della città di Igoumenitsa.

Si tratta di un’area con un’alta concentrazione di impianti ittici tra i quali molti sono fornitori di note realtà italiane della grande distribuzione organizzata. In un tratto di costa di soli 18 chilometri si trovano infatti ben 26 allevamenti diversi, ciascuno con numerose gabbie al cui interno sono stipate decine di migliaia di animali.

Con le telecamere nascoste EA ha documentato numerose problematiche che sono fonte di stress prolungato ed enorme sofferenza per i pesci.

In questa zona, branzini e orate sono allevati in gabbie spoglie dove non hanno spazio sufficiente per nuotare, arrivando a scontrarsi gli uni con gli altri. Si muovono in vortice in preda all’apatia perché non possono soddisfare i loro bisogni etologici di esplorazione e migrazione.

Approfondisci su essereanimali.org

Un nuova ricerca lo conferma: anche i pesci provano dolore

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5 commenti su “Allevamenti intensivi di pesce. L’indagine di Essere Animali”

  • Francesca Ricci

    dice:

    Non possono urlare e vengono considerati solo come cibo. Grazie ad essere animali per questa ennesima inchiesta che spero faccia aprire cuore e mente a chi non riflette mai sulla sofferenza altrui.

  • Anonimo

    dice:

    L’uomo. mostra il peggio di sè

  • Betty

    dice:

    Non capisco come sia possibile al giorno d’oggi, con l’informazione di cui disponiamo, non essere capaci di aprire gli occhi sulla realtà e non intraprendere azioni mirate nella propria quotidianità per la difesa e la salvaguardia di tutti gli animali compresi questi piccoli esseri del mare. L’uomo sta perpetrando sofferenza gratuitamente.

  • Nicolina La Ciura

    dice:

    Terribile che la gente non sia sensibile a queste cose. Ma come si può oggi essere ancora così poco empatici?! Si piange davanti un film e si resta insensibili davanti le verità…

  • Laura

    dice:

    Vero, il problema è che molti sentono i pesci come “lontani” e diversi e non se ne preoccupano…

I commenti sono chiusi.