Ogni anno nei paesi dell\’Unione europea vengono importati milioni di animali e piante vivi, come pappagalli dal Sud America, camaleonti dall\’Africa e orchidee dall\’Asia sudorientale, oltre a un\’enorme varietà di oggetti ottenuti da parti o derivati di specie selvatiche: scarpe e borse in pelle di rettile, articoli in legno (mobili soprattutto) o piante essiccate per uso medicinale, monili in tartaruga. Tutti prodotti richiesti per soddisfare la grande domanda che arriva dai consumatori europei. La Convenzione di Washington (Cites), adottata da 160 paesi, e i regolamenti comunitari della Ue che tengono sotto controllo il commercio di oltre 30mila specie di animali e piante selvatici, stimano un giro d\’affari di oltre 50mila miliardi di vecchie lire. Purtroppo, un quarto di questo commercio è di origine clandestina e vede coinvolti esemplari vivi o loro parti e prodotti: avorio, pelli di felini maculati, scimmie vive, pappagalli, prodotti di tartaruga e pelli di rettile. Se quindi avete in programma un viaggio in posti esotici o volete togliervi lo sfizio di un animale \”strano\” tenete bene a mente che potreste diventare anche voi complici di questo contrabbando. Per evitare di fare errori, da oggi avete a disposizione l\’utilissimo sito Wildlife trade realizzato da Traffic Europe su input della Commissione europea.
Massimiliano Rocco è il responsabile della versione italiana del sito, promossa dalla locale sezione del Wwf. \”Questi milioni di piante e animali vivi che vengono importati annualmente nell\’Unione europea entrano a fare parte di collezioni private, vengono acquistati come animali da compagnia e sempre più spesso sono oggetto di una moda temporanea. Inoltre, una gran varietà di prodotti di specie selvatiche, come scarpe o borse fatte con pelle di rettile, mobili o piante essiccate per uso medicinale, sono commerciate nei nostri paesi per soddisfare la costante e sempre più elevata domanda di questi articoli da parte dei consumatori. Il mercato europeo è infatti uno dei più importanti al mondo, per alcuni prodotti e per alcune specie animali rappresenta il più importante. Il nostro sito cerca di porre rimedio ai \’buchi neri\’ dell\’informazione sul commercio di specie a rischio, mettendo i cittadini nelle condizioni migliori per viaggiare informati e sicuri di non contribuire alla perdita di biodiversità, una delle emergenze ambientali del nostro pianeta\”.
\”Una parte di questo commercio\”, continua Rocco, \”può essere infatti definita \’inconsapevole\’: i souvenir che accompagnano i turisti al rientro dalle ferie, come animali imbalsamati, cactus ornamentali, conchiglie, coralli e altre curiosità esotiche ricavate da parti o prodotti di flora e fauna protette sono tra gli articoli più comunemente oggetto di sequestro da parte degli ufficiali di dogana europei. D\’ora in avanti non sarà più possibile dire \’io non lo sapevo\’. A questo si aggiunge il triste fenomeno dell\’abbandono di tutti quegli animali comprati sull\’onda della moda, come furetti, orsetti lavatori, iguane, ragni, cani della prateria, che, alla vigilia delle vacanze estive, vengono poi abbandonati in città o, peggio ancora, nelle campagne, nei laghi e nei fiumi o nei boschi\”.
Ci sono poi gli aspetti che riguardano i commercianti del settore. Secondo una recente indagine di Traffic Europe, in diversi degli stati membri della Ue gli esercenti hanno problemi nell\’ottenere informazioni chiare e aggiornate. Inoltre, sia i commercianti che i viaggiatori sono spesso in difficoltà nel comprendere le disposizioni legali. Tutto ciò può comportare il sequestro e la confisca degli oggetti illegalmente introdotti in Europa. Anche quando si tratta di un commercio operato da professionisti la scarsa conoscenza delle norme può indurre in errori assai gravi. Vale la pena ricordare che in Italia le multe possono raggiungere la bella cifra di 100mila euro: tanto, ma sempre meglio che nel Regno unito, dove la punizione arriva fino a 7 anni di galera…
Testo di Maurizio Pluda
Tratto da: www.clarence.com
La versione italiana del sito Wildlife Trade: www.eu-wildlifetrade.org
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