Mostrare ai bambini e ai ragazzi da dove proviene il cibo che viene portato in tavola, con lezioni obbligatorie all’interno dei mattatoi: è questo l’obiettivo di una petizione lanciata nel Regno Unito che sta raccogliendo sempre più consensi. Un’iniziativa che nasce all’interno della campagna di sensibilizzazione “Peppa is Bacon”, che punta a mostrare ai più piccoli la realtà mistificata che si nasconde dietro alla carne e ai derivati animali.
“È fondamentale che, a un’età appropriata, ai bambini venga mostrata la provenienza di ciò che mangiano, il viaggio dalla fattoria alla tavola e le considerazioni etiche sul benessere degli animali – dichiara Robbie Lockie, co-ideatore della campagna – Questa conoscenza non solo favorirà una comprensione più profonda del mondo che li circonda, ma gli consentirà anche di prendere decisioni consapevoli sulle proprie scelte di consumo, portando a un futuro più compassionevole e sostenibile per tutti“.
Sul sito della petizione, che ha raccolto oltre mille firme in pochissimo tempo e sarà aperta fino al prossimo settembre, si spiega chiaramente che l’obiettivo è portare i più giovani – che hanno nelle mani il futuro dell’intero Pianeta – a una maggiore consapevolezza, non solo in favore degli animali coinvolti, ma anche per l’ambiente: “Nel Regno Unito, ogni mese vengono macellati quasi 1.000.000 di maiali e ridurre il consumo di carne può essere di grande aiuto per mitigare il cambiamento climatico“.
L’obbiettivo primario è arrivare a 10mila firme, perché il Governo britannico risponda alla petizione; a 100mila, la petizione potrà invece essere presa in considerazione per il dibattito in Parlamento.
Bambini ed empatia: una connessione profonda
Il fatto che la petizione si rivolga alla sensibilità dei più piccoli per cercare di innescare il cambiamento non è casuale: una ricerca condotta congiuntamente dalle Università di Oxford e di Exeter, ha rivelato che l’empatia è un sentimento innato. Secondo lo studio, la gerarchia morale che ci porta a considerare alcuni animali “da amare” e altri “da mangiare” è acquisita nel tempo, ed è legata alla società in cui viviamo.
Non a caso, nel gruppo di persone coinvolte, i bambini si sono rivelati i più propensi a considerare moralmente inaccettabile il consumo di carne e derivati animali, e a credere che sia necessario un trattamento migliore per gli animali “da fattoria”. Questo dimostra che i bambini tendono ad avere una visione antispecista del mondo, e la categorizzazione come cibo si dimostra fondamentalmente indotta culturalmente.
L’essere umano non nasce con l’idea che gli animali siano “cibo”. I processi mentali messi in atto per giustificarne lo sfruttamento e l’uccisione sono appresi nel contesto sociale in cui si cresce.
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