Rispondere alle richieste di un mercato alimentare in evoluzione, prima e meglio della concorrenza. Questa sembra essere la mission di Beyond Meat, azienda californiana fondata nel 2009 e ormai numero uno a livello mondiale nella produzione di alternative vegetali alla carne. Come riportato dai media internazionali, infatti, in questi giorni l’azienda ha annunciato per i primi mesi del 2021 il lancio di due nuovi prodotti, che andranno a sostituire l’hamburger plant-based già commercializzato dall’azienda.
Parliamo di due nuovi hamburger creati per offrire ai consumatori una scelta più ampia nel panorama dei prodotti meat-free, ricalcando l’offerta rappresentata dai vari tipi di carne disponibili. Mentre, a detta dell’azienda, uno dei due nuovi burger sarà più succulento e conterrà il 35% in meno di grassi saturi rispetto a un tradizionale hamburger di manzo, l’altro rappresenterà l’alternativa “healthy” grazie al 55% in meno di grassi saturi rispetto alla carne di manzo. Entrambi questi prodotti, assicura l’azienda, saranno valide alternative alla carne esattamente come i burger venduti finora, ma con un contenuto calorico inferiore e valori nutritivi migliorati.
Sì, perché non sono mancate in questi anni le critiche rispetto agli ingredienti e alla salubrità di queste alternative alla carne. Sebbene non vadano demonizzati – come invece tenta di fare chi si oppone fermamente al cambiamento e a un futuro senza carne – è anche vero che questi alimenti non devono e non possono rappresentare la base di un’alimentazione corretta. Analizzando da un punto di vista prettamente salutistico il Beyond Meat Burger, la dottoressa Erica Congiu, biologa nutrizionista, ha affermato:
Dal punto di vista nutrizionale, non si può certo dire che il Beyond Meat Burger sia un prodotto salutare; nonostante i singoli ingredienti non siano di per sé dannosi, messi insieme ne fanno un alimento altamente raffinato e processato, ricco di sale, grassi di cattiva qualità e addensanti. Il proposito dell’azienda è quello di creare un surrogato della carne che la imiti al meglio sia dal punto di vista sensoriale che nutrizionale, il che avrebbe senso se al giorno d’oggi la carne venisse consumata in maniera occasionale e sporadica, come da direttive dei maggiori organi sanitari, ma ben sappiamo che la tendenza è ancora quella di consumare carne e altri derivati animali tutti i giorni, più volte al giorno. Se una persona decidesse di diventare vegana e decidesse di sostituire completamente la carne con questo tipo di surrogati, ben poco ne guadagnerebbe in termini di salute. È invece importante ribadire che la carne non vada “sostituita”, va semplicemente eliminata, aumentando coerentemente la quota di vegetali. Siamo di fronte a un prodotto che non si può certo condannare in toto, semplicemente ancora una volta trova con la carne una similarità anche per quanto riguarda le indicazioni di consumo: il più sporadicamente possibile, se proprio non è possibile evitarla del tutto.
Fake meat: i driver di acquisto
Le alternative vegetali alla carne rappresentano senza dubbio uno dei protagonisti principali del cambiamento dei consumi in atto. Sono soprattutto i Millennials – i giovani nati tra il 1981 e il 1996 – a guidare il cambiamento in termini ideologici oltre che di acquisti. Aumenta la consapevolezza dell’impatto ambientale ed etico della carne e le nuove inclinazioni in ambito alimentare tengono in considerazione questi elementi come presupposti fondanti per le scelte di acquisto: assistiamo all’ascesa di un consumismo etico e consapevole. La carne vegetale cattura però anche l’interesse di una fascia sempre più ampia di popolazione: referenze che, per curiosità, per sensibilità alle questioni legate all’impatto ambientale dei cibi, stanno diventando sempre più popolari anche tra coloro che non si definiscono necessariamente vegani o vegetariani.
Bisogna anche considerare che la pandemia ha rimodellato molte abitudini e ha accelerato uno spostamento verso prodotti vegetali. Le maggiori testate internazionali hanno dedicato ampio spazio al fenomeno: dal Financial Times all’Independent; Forbes, The Guardian, il New York Times e molte altre. La consapevolezza che il Covid sia una zoonosi ha fornito un motivo valido per ripensare ai modelli di consumo e all’impatto delle proprie abitudini alimentari.
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Beyond Meat: la svolta “healthy” allarga il target di riferimento
Ancora una volta Beyond Meat si posiziona come trendsetter all’interno del mercato dei prodotti alternativi alla carne: se in passato è risultata la prima azienda in grado di rispondere alle richieste di un mercato sempre più orientato al consumo di proteine vegetali, oggi si afferma come realtà capace di andare oltre, allargando il proprio target di riferimento. Con questa scelta, Beyond Meat strizza infatti l’occhio a quella fetta sempre più larga di consumatori consapevoli e attenti alle proprie scelte alimentari, anche per ragioni legate alla salute.
Di recente un report della piattaforma di raccolta dati Tastewise ha confermato questa tendenza: il mercato dei prodotti plant-based si amplia in maniera costante, e quello che emerge è che il driver principale di acquisto di prodotti vegetali è la salute. I consumatori scelgono alimenti plant-based per i benefici fisici che comportano, e in particolare guidano gli acquisti la perdita di peso (in crescita del 21%), la salute intestinale (+23%) e il livello di energia (+9%).
In generale, emerge a livello globale una tendenza all’acquisto consapevole, che sempre più spesso convoglia nella ricerca di prodotti vegetali, “free from” e sostenibili dal punto di vista ambientale. E Beyond Meat ha interpretato correttamente questo trend, offrendo prima dei competitors dei prodotti che possano colmare il gap ancora esistente tra la “carne senza carne” che ne imiti sapore, aspetto e consistenza, e prodotti considerati buoni anche dal punto di vista nutrizionale. “Sono entusiasta di presentare questi nuovi prodotti, che parlano in modo così chiaro di ciò che il nostro marchio e la nostra azienda rappresentano – ha dichiarato Ethan Brown, CEO e fondatore di Beyond Meat – Il nostro impegno è fornire ai consumatori carni vegetali assolutamente deliziose, migliori per le persone e per il pianeta, senza alcun sacrificio. Questi nuovi burger mantengono questa promessa e sono immensamente orgoglioso della capacità del nostro team di fare progressi così importanti in termini di gusto e valori nutrizionali attraverso il nostro programma di innovazione rapida e implacabile. Proprio come si possono trovare diverse varietà di carne macinata, i consumatori ora avranno più scelta per soddisfare le loro esigenze e preferenze nutrizionali individuali con i nostri burger vegetali“.
Mentre Beyond Meat è al lavoro per occupare questa nicchia del settore plant-based, altri grandi colossi si impegnano per offrire ai propri clienti un’alternativa senza carne in linea con le tendenze di consumo: è il caso di McDonald’s, che nel 2021 lancerà McPlant, il suo primo panino a base di “fake meat”. Sebbene sia a base di “carne vegetale”, questo nuovo panino non è pensato per i vegani. Sembra invece più plausibile che si tratti di un’alternativa vegetale ai prodotti di origine animale rivolta principalmente ai flexitariani, coloro che prediligono un’alimentazione di tipo vegetariano senza però rinunciare al consumo sporadico di carne. Quello che è certo è che la “rivoluzione vegetale” è ormai in atto, e che la sua svolta “healthy” cavalcata magistralmente da Beyond Meat rappresenta la seconda fase di quello che è un cambiamento epocale – e assolutamente necessario – del nostro sistema alimentare.
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