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Biden finanzia l’industria della carne: ha già dimenticato il piano per la sostenibilità?

La Casa Bianca annuncia sovvenzioni per l'industria della carne: 1 miliardo di dollari per supportare le piccole imprese, creare posti di lavoro e abbassare i prezzi. Una batosta per la lotta ai cambiamenti climatici.

La Casa Bianca annuncia un piano di sovvenzione per l’industria della carne: con una manovra inspiegabile in termini di sostenibilità ambientale, l’amministrazione Biden-Harris ha messo a disposizione un fondo da 1 miliardo di dollari per supportare l’industria della carne, che anche negli Stati Uniti sta affrontando un periodo di forte crisi.

Una mossa incomprensibile

In contrasto con l’intenzione di creare un Governo dedito alla sostenibilità ambientale dopo la catastrofica era Trump, il Presidente Joe Biden sceglie di dare una mano al settore con un piano diviso in quattro punti e che ha l’obiettivo di “creare un settore della carne più competitivo, equo e resiliente, con migliori guadagni per i produttori e prezzi accessibili per i consumatori“.

L’ingente finanziamento verrà messo a disposizione per quelle che vengono considerate dall’amministrazione “manovre urgenti“, ovvero un supporto alle aziende più piccole, la creazione di nuovi posti di lavoro, l’aumento dei salari per i lavori di confezionamento della carne, e il sostegno ai finanziatori privati ​​che investono in società di proprietà indipendente. L’obiettivo, insomma, è quello di togliere il primato alle grandi industrie, che attualmente controllano quasi la totalità del mercato americano, per consentire anche alle aziende più piccole di risultare competitive.

Dov’è finito il piano sostenibile di Joe Biden?

La decisione dell’amministrazione Biden-Harris lascia interdetti e solleva non poche domande: com’è possibile che il Presidente che ha fatto della sostenibilità ambientale e della lotta ai cambiamenti climatici il suo cavallo di battaglia, scivoli inspiegabilmente in questa direzione?

Sono passati pochi mesi dal termine della Cop26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si è conclusa quasi con un niente di fatto; l’emergenza climatica rimane uno dei problemi più gravi che l’uomo dovrà affrontare nel prossimo decennio.

Il punto che tutti sembrano (anzi, vogliono) ignorare è che non abbiamo tempo, specialmente quando i leader politici continuano a non dare importanza alla questione degli allevamenti intensivi e del loro impatto sull’ambiente. Non a caso, proprio prima dell’inizio della Conferenza sul clima, alcuni personaggi famosi hanno firmato una lettera per chiedere di riconoscere pubblicamente il ruolo dell’agricoltura animale come uno dei maggiori responsabili del cambiamento climatico. Eppure, ancora una volta, sembra di essere di fronte a un tabù, una questione che tutti conoscono, ma che nessuno vuole affrontare.

Obiettivi di Parigi impossibili da raggiungere senza cambiare il sistema alimentare

Il tentativo di ridurre l’emissione di gas serra nell’atmosfera continua a tradursi sempre negli sforzi per ridurre le emissioni legate alla produzione di energia elettrica, ai trasporti e all’industria. Eppure, secondo uno studio dell’Università di Oxford, “l’eliminazione di tutte le emissioni di questi settori non sarebbe comunque sufficiente per raggiungere gli obiettivi stabiliti con l’accordo di Parigi. Il sistema alimentare globale è una delle principali fonti di emissioni di gas serra, circa il 30% del totale globale“.

La decisione della Casa Bianca, che con Biden si è fatta portavoce della necessità di un cambiamento immediato per il futuro del Pianeta, è dunque inspiegabile. Anzi, forse si spiega nella volontà di fare quello che conviene, anziché quello che sarebbe giusto fare. Gli interessi economici continuano a venire prima della lotta ai cambiamenti climatici.


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