Il biologico si conferma un trend in crescita e si consolida tra le abitudini d’acquisto degli italiani. Il mercato non appartiene più soltanto ai negozi specializzati (circa 1200) ma anche e sopratutto quello della grande distribuzione dove per la prima volta il bio supera il miliardo e mezzo di vendite.
Secondo i dati di una ricerca dell’istituto di ricerca Nielsen per AssoBio, dopo un triennio caratterizzato da vendite su tassi annui intorno al 18% e il 19%, il tasso di crescita per questo 2018 si è stabilizzato al 10,5%: un dato molto significativo considerato che l’alimentare aumenta del 2,8% e che invece il biologico da solo rappresenta il 3,7% della spesa food.
Nell’ultimo anno è cresciuto di 1,3 milioni, il numero di famiglie che acquistano bio abitualmente. Ogni settimana, il 26% delle famiglie italiane (6,5 milioni) mette nel carrello prodotti biologici. Il numero di acquirenti saltuari è cresciuto fino a 21,8 milioni di famiglie, l’88% del totale.

Nella Gdo il numero di prodotti biologici disponibili è aumentato del 18%. Dalla ricerca Nielsen, risulta che nella top ten dei prodotti bio più acquistati troviamo: uova, gallette di cereali soffiati, confetture e spalmabili a base frutta, bevande vegetali sostitutive del latte, olio extravergine d’oliva, pasta, frutta secca sgusciata, yogurt intero, biscotti.
Le vendite nei supermercati sono a +15,8%, quelle degli ipermercati a +11,7%. Dei 1.522 milioni di maggiori vendite di alimentari nell’ultimo anno, 156 milioni derivano da prodotti biologici.
Sono numeri che attestano un aumento che sembra destinato a restare costante: non si tratta certo di un fenomeno passeggero.
Quali sono i driver di acquisto?
Su un campione di 100 persone, la sostenibilità sembra essere un fattore molto rilevante per 29 consumatori; 34 segnalano la superiorità del prodotto biologico rispetto a quello convenzionale. La motivazione più forte che spinge all’acquisto di organic food è però la sicurezza:76 consumatori su 100 ritengono che il biologico sia più sicuro per la salute e più degno di fiducia.
In tema di salute e sicurezza infatti, l’agricoltura convenzionale sembra dare poche garanzie considerato l’utilizzo massivo di sostanze chimiche e pesticidi, come confermato anche dall’ultimo rapporto Ispra dal titolo “Pesticidi nelle acque”: sono ben 259 quelli rilevati nelle acque del nostro paese. Dal report risulta che l’Italia risulta essere il paese maggior consumatore di pesticidi per unità di superficie coltivata dell’Europa occidentale, con un consumo pari a 5,6 chili per ettaro ogni anno.
Dichiara Roberto Zanoni, presidente di AssoBio:
“La conversione all’agricoltura biologica è una necessità: dopo settant’anni di ricorso dissennato alle sostanze chimiche di sintesi ci troviamo con pochissima sostanza organica nei suoli e con una preoccupante presenza di residui di fitofarmaci nelle acque superficiali e in quelle delle falde profonde. L’Italia famosa nel mondo per il suo cibo è anche è il maggior consumatore di pesticidi per unità di superficie in Europa Occidentale, con valori doppi rispetto a quelli di Francia e Germania.”
In Italia, le aziende agricole che coltivano senza sostanze chimiche sono già 64.818, pari a circa il 14,5% della superficie agricola totale. Le imprese di trasformazione e di distribuzione sono 16.224 e il trend di crescita positivo continua.
Continua Zanoni:
“A ciò si aggiunge la seria problematica dell’antibiotico-resistenza: batteri pericolosi per l’uomo sono diventati resistenti a farmaci essenziali per l’uomo, in seguito all‘impiego massiccio e indiscriminato di queste sostanze (fitofarmaci) negli allevamenti. In Italia la quantità di antibiotici per animale è più che doppia della media europea, è tre volte quella della Francia e cinque volte quella della Gran Bretagna.”
L’obiettivo per l’Italia che è prima tra i 28 paesi dell’UE per produzione biologica, è garantire la qualità dei prodotti. Qualità che sembra essere minacciata dal nuovo regolamento europeo sull’agricoltura biologica che entrerà in vigore nel 2021. Le misure del regolamento sono state definite“un compromesso al ribasso” in tema di qualità e definizione dello standard. L’approfondimento, e le principali direttive a questo link: Biologico: il nuovo regolamento europeo penalizza lo standard di qualità italiano

Scegli i prodotti certificati VEGANOK e sostieni così la libera informazione!