Biologico: in Italia la Gdo è il canale preferito per gli acquisti, vale il 47% dell’intero mercato

Secondo i dati forniti dalla pubblicazione "Focus Bio Bank - Supermercati & Specializzati 2020", nel testa a testa tra i negozi specializzati e la Gdo, è quest'ultima a rappresentare il canale di vendita privilegiato per il biologico, anche grazie all'aumento delle referenze e all'introduzione del private label da parte di molte catene di supermercati.

Continua l’ascesa del settore biologico, che in Europa vale 40,7 miliardi di euro e che in Italia è trainato dalla Gdo. Lo confermano i dati forniti nella pubblicazione “Focus Bio Bank – Supermercati & Specializzati 2020“, giunta alla sua quarta edizione ed elaborata sulla base delle informazioni raccolte da Bio Bank in fatto di alimentazione e cosmesi bio. In dieci anni, gli scaffali della grande distribuzione in Italia sono diventati la forza motrice delle vendite del biologico, tanto che la loro quota di mercato è salita dal 27 al 47% sul totale del mercato interno.

Solo quest’anno le vendite di alimenti biologici hanno raggiunto il valore di 2 miliardi di euro in Gdo, pari al 69% del mercato interno. Cifre simili a quelle di 10 anni fa, ma con una situazione capovolta: oggi è la Gdo a rappresentare il canale di vendita privilegiato per il biologico, mentre i negozi specializzati sono scesi dal 45 al 21%. Nonostante questo, i negozi specializzati segnano un incremento delle vendite, con un +8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo i dati forniti di recente dall’Osservatorio Sana 2020. Sempre secondo questi dati, l’Italia è il terzo paese in Europa per superficie bio, preceduta da Spagna (2,35 milioni di ettari) e Francia (2,241 milioni di ettari).

Per quanto riguarda i negozi specializzate, per il 2020 le vendite si stimano a 924 milioni di euro, con un rallentamento del fenomeno delle chiusure registrato negli scorsi anni. Ma resta comunque elevato il turnover, con più di 200 negozi in entrata e altrettanti in uscita. A chiudere sono soprattutto i piccoli negozi “storici”, da sempre associati al biologico, mentre crescono quelli con superfici oltre i
150 metri quadrati. Siamo di fronte a un mercato sempre più competitivo, dove molto spesso la strategia per riuscire a rimanere in piedi è l’aggregazione: non a caso, le catene di negozi bio rappresentano oggi il 77% del totale.

Biologico in Gdo: si afferma il private label

Quello che emerge è la capacità dei grandi supermercati di fare propri i temi chiave del biologico quali sostenibilità, benessere e natura. Ciò che ha reso la Gdo il principale canale distributivo del bio è stato, nel tempo, l’ampliamento degli assortimenti e l’introduzione del private label, che ha portato all’aumento dei prodotti di un +8% (dai 4.300 del 2018 ai 4.700 del 2019). Se è vero dunque che tra le corsie del supermercato è sempre più comune trovare alimenti (ma anche cosmetici) provenienti da agricoltura biologica, come si riconoscono? Analizzando i prodotti a marchio della grande distribuzione, il colore del bio si individua a colpo d’occhio: quasi tutti i prodotti hanno un’etichetta in cui il verde spicca in varie tonalità e non manca la presenza di foglie di varie forme e dimensioni, spesso accompagnate da altri riferimenti al “naturale” come alberi o fiori.

I produttori fanno dunque sempre più leva sul concetto di “naturale” e “sostenibile”, perché sono in aumento i consumatori consapevoli attenti a questo aspetto, specialmente nel settore alimentare. Ecco perché il biologico registra un incremento così significativo delle vendite, che va di pari passo con il lento ma costante incremento delle vendite nel settore plant-based, e non è un caso che molto spesso i prodotti vegani siano anche biologici. Moltissime realtà che hanno scelto di aderire allo standard VEGANOK per i propri prodotti – parliamo di oltre 560 aziende in continuo aumento – producono referenze 100% vegetali che rispondono anche ai criteri dell’agricoltura bio, con un contributo importante allo sviluppo di un sistema alimentare sostenibile.

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