Biologico: vale più di 4 miliardi di euro in Italia, terzo paese europeo per superfici dedicate

In Italia sono quasi 2 milioni gli ettari di terreno dedicati al bio, il che rende il nostro paese il terzo in Europa per superfici dedicate a questo tipo di produzione, dopo Spagna e Francia. Aumentano le vendite nel settore, specialmente in ambito food, segno di una conversione verso un'alimentazione più sostenibile.

Le vendite di biologico in Italia valgono 4,3 miliardi di euro: a rivelarlo sono i dati forniti dall’Osservatorio Sana 2020, promosso da BolognaFiere e a cura di Nomisma, con il patrocinio di FederBio e AssoBio e il sostegno di ICE. In particolare, 3,9 miliardi riguardano i consumi domestici, che hanno registrato un +7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (2018), mentre si parla di poco meno di 500 milioni di euro nell’”away from home”. Quest’ultimo comparto segna un calo del 27% rispetto all’anno precedente, a causa dell’impatto devastante che i mesi di lockdown hanno avuto sulla ristorazione collettiva.

Risultano incoraggianti, però, anche i dati che riguardano le superfici dedicate al bio: nel 2019 la superficie biologica sul territorio italiano è cresciuta di 35.000 ettari rispetto al 2018 (+1,8%), sfiorando i 2 milioni di ettari complessivi. Grazie a questi numeri, l’Italia è il terzo paese in Europa per superficie bio, preceduta da Spagna (2,35 milioni di ettari) e Francia (2,241 milioni di ettari).

Il trend positivo registrato nei consumi domestici si deve principalmente alle nuove abitudini di acquisto degli italiani, sempre più attenti ai consumi green, sostenibili e local. Lo conferma l’incremento delle famiglie acquirenti (l’88% ha avuto almeno un’occasione di acquisto di un prodotto bio nel 2020 contro il 53% del 2012) e l’incidenza del bio sul totale del carrello alimentare (che passa dal 2,2% del 2014 al 3,6% di quest’anno).

Canali di distribuzione: l’e-commerce decolla

Anche nel settore del biologico si riscontra una tendenza già avviata in questi ultimi mesi, incoraggiata dalla pandemia: il carrello diventa virtuale e spopolano gli acquisti online, anche in ambito food. Per il biologico le vendite rappresentano il 7% del totale e-grocery, e si registra una crescita di +143% rispetto al 2019, superiore a quella segnata dalle vendite online di prodotti alimentari in generale (+125%). Anche i negozi specializzati – in catene e indipendenti – segnano un incremento delle vendite, con un +8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; allo stesso modo, il biologico si fa strada anche nella GDO “tradizionale”, con un +11,2% nei discount rispetto al 2019 (AT agosto), contro un +3% del libero servizio e un +4,4% di iper e super.

Anche l’export nel settore bio registra un incremento positivo, maggiore rispetto a quello del settore agroalimentare nel suo complesso: nel 2019 il valore dei prodotti bio Made in Italy sui mercati internazionali ha raggiunto i 2,425 milioni di euro, e si prevede che nel 2020 l’export di prodottinbiologici raggiungerà i 2.619 milioni di euro (stime Nomisma), mantenendo un ritmo di crescita del 8% rispetto al 2019.

Bio & vegan: la sostenibilità avanza

Il concetto di sostenibilità è ormai imprescindibile in ogni contesto e sono sempre di più i consumatori consapevoli attenti a questo aspetto, specialmente nel settore alimentare. Ecco perché il biologico registra un incremento così significativo delle vendite, che va di pari passo con il lento ma costante incremento delle vendite nel settore plant-based. Quest’ultimo va attribuito solo in parte ai consumatori vegetariani e vegani, perché il consumatore flexitarian gioca un ruolo fondamentale in questo contesto. Parliamo di persone che non si definiscono né vegetariane né vegane ma che diminuiscono in maniera considerevole il proprio acquisto di prodotti di origine animale in favore di alimenti plant-based.

Le motivazioni legate a questa scelta sono prevalentemente di carattere ambientale o connesse alla convinzione che gli alimenti vegetali siano più sani della controparte animale. Quello che è certo, è che l’impennata dell’economia plant-based gioca un ruolo importante nel cambio dei consumi attuale improntato alla sostenibilità e non è un caso che molto spesso i prodotti vegani siano anche biologici. Moltissime realtà che hanno scelto di aderire allo standard VEGANOK per i propri prodotti – parliamo di oltre 560 aziende in continuo aumento – producono referenze 100% vegetali che rispondono anche ai criteri dell’agricoltura bio, con un contributo importante allo sviluppo di un sistema alimentare sostenibile.

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