Bistecca Day: gli ultimi colpi di coda di un settore in agonia

Coldiretti ha aperto ieri 15 Giugno 2018, il "Villaggio Contadino" a Torino con il Bistecca Day dichiarando un aumento del consumo di carne e una diminuzione del numero di vegani su scala nazionale. Ma le cose stanno davvero così? Il mondo vegan non solo gode di ottima salute ma sono in aumento i consumi di prodotti plant-based.

Un evento che somiglia ad una propaganda volta ad incoraggiare il consumo di carne quello promosso dalla Coldiretti a Torino: si tratta del Bistecca Day. I comunicati diffusi sul presunto aumento del consumo di carne contestualmente alla diminuzione del numero di vegani, non rispecchiano la realtà. Il mercato smentisce queste affermazioni.

La GDO accoglie con molto interesse le nuove proposte plant-based ampliando lo spazio a loro dedicato.

Si rileva una duplice tendenza: da una parte si assiste alla tendenza a commercializzare con il claim “vegan” e “vegetale” prodotti presenti sul mercato da sempre, 100% vegetali ma non appositamente formulati per i consumatori vegani (come zuppe, primi, condimenti, contorni); dall’altra la tendenza allo studio delle materie prime per proporre “sostituti” alla carne e ai prodotti lattiero-caseari: formaggi vegetali, burger, polpette.

In occasione del Marca 2018 tenutosi a Febbraio a Bologna, VEGANOK Tg News ha approfondito la tematica intervistando i brand manager di due tra le più importanti catene che operano nella GDO: Vladimiro Adelmi per la Coop e Alberto Miraglia per Auchan.

Racconta Alberto Miraglia: “latte, prodotti lattiero caseari e carni hanno sicuramente trend in difficoltà e dei cali perché questi prodotti vengono sostituiti da alimenti più naturali, più consoni a delle diete equilibrate.

Aggiunge Vladimiro Adelmi: “questo è un trend che continuerà, si tratta di una tendenza irreversibile perché ci sono diverse questioni come la sostenibilità e la salute che non sono moda ma degli effetti ormai consolidati.”

Ecco le interviste complete:

Il rapporto 2018 dell’Osservatorio VEGANOK (scarica il pdf qui: Rapporto Osservatorio VEGANOK trend 2018), conferma queste tendenze ma non solo. Numerose sono le fonti a livello internazionale che comprovano il cambiamento in tema di consumi: il rapporto “Plant -Based Profits: investment risks&opportunities in sustainable system” redatto da FAIRR (Farm Animal Investment Risk&Return), identifica gli alimenti a base di proteine vegetali, come “il nuovo grande business, in crescita esponenziale”. L’Europa si dimostra il cuore pulsante della rivoluzione vegetale e le stime più recenti prevedono una crescita del settore, tra il 2017 e il 2021, dell’8,29%, con un giro di affari di 5,2 miliardi di dollari entro il 2020. (Bloomberg Intelligence Report 2017).

Rilevante, è anche il numero di aziende che decidono, per le loro linee vegan, di affidarsi a marchi di garanzia al fine di tutelare la qualità dei loro prodotti: da gennaio a giugno 2018, sono circa 60 le aziende che hanno scelto VEGANOK come standard per i loro prodotti.

Abbiamo chiesto a Sauro Martella, fondatore del Network Etico VEGANOK un parere sulla questione e sul Bistecca Day: “La realtà ci mostra chiaramente e in modo inequivocabile come il consumo di prodotti vegan sia in aumento nella grande distribuzione. Aumenta lo spazio a loro dedicato sugli scaffali dei supermercati, aumenta la scelta e il numero di aziende che producono linee plant-based. Mistificare questi trend producendo delle fake news a riguardo, è l’aberrazione della deontologia e dell’onestà intellettuale a livello giornalistico. Fare propaganda sul consumo di carne fornendo dati fuorvianti, implica una responsabilità che chi diffonde queste notizie, dovrebbe accollarsi: c’è in gioco anche la salute delle persone e i danni legati al consumo di carne sono noti e accettati dalla comunità scientifica a livello internazionale. Il pressapochismo con cui viene trattato il tema del consumo alimentare, è davvero scoraggiante”.

Dichiara Gianluca Felicetti, presidente LAVInvito a cena il presidente di Coldiretti, Moncalvo, per fargli gustare la tradizione culinaria italiana senza carne, uova e latte, gustosa e nutriente, e per mostrargli i dati di FAO e OMS, che indicano i trend a livello mondiale di produzioni e consumi che disegnano come indispensabili per il Pianeta, la salute e anche per il lavoro, uno spostamento verso la diminuzione dei consumi di prodotti animali e l’aumento delle scelte alimentari a base vegetale”.

L’industria della carne ha subito perdite negli ultimi anni per vari fattori.

Escludendo nel corso di questo approfondimento le importantissime e fondamentali implicazioni etiche legate all’impatto ambientale e al rispetto per la vita di cui è possibile trovare un’analisi a questo link, si rileva una sempre maggior consapevolezza sui danni e sulle problematiche del consumo di carne a livello di salute e benessere: è noto che l’OMS ha dichiarato ufficialmente che la carne e gli insaccati abbiano un potenziale cancerogeno. Scrive al riguardo l’Iarc (Agenzia Onu per le ricerche sul cancro): “per ogni porzione di 50 grammi di carne lavorata consumati al giorno il rischio di cancro del colon-retto aumenta del 18%”.

Oltre all’Associazione Mondiale della Sanità e l’Iarc, Istituti di ricerca di tutto il mondo come la Harvard Medical School o la Bda -British Dietetic Association o la Academy of Nutrition and Dietetics ne confermano i rischi e i consumatori, sulle linee guida ufficiali indicate, stanno consapevolmente diminuendo l’acquisto dei prodotti di derivazione animale.

Oltre alla salute, c’è inoltre un aspetto molto rilevante legato alla diminuzione dei volumi di acquisto: gli onnivori hanno una sfiducia estrema in una filiera, quella della carne, che è travolta da continui scandali. I comunicati ufficiali legati a richiami alimentari sono diramati su base giornaliera dalle autorità preposte; la sicurezza alimentare inoltre è minata da numerose e continue truffe in tema di frodi e contraffazione di marchi: basti pensare all’ultimo scandalo sulla produzione di prosciutto di cui abbiamo parlato diffusamente (Prosciuttopoli: la maxi frode del prosciutto di Parma e San Daniele contraffatti) sulla quale Coldiretti non ha rilasciato nessuna dichiarazione.

Le tematiche relative a consumi, a nuovi driver di spesa e ai trend che premiano in ogni caso lo studio di formulazioni plant-based, non si possono quindi risolvere sul piano della dicotomia tra vegani e onnivori; se da una parte infatti i consumi della carne diminuiscono anche nell’ambito di chi segue una dieta onnivora, dall’altra si consolida la scelta di chi segue la filosofia vegan a fronte di motivazioni e spinte che non sono esclusivamente alimentari ma che abbracciano delle considerazioni di più ampio respiro alla cui base ci sono motivazioni etiche e di rispetto per il pianeta e le sue forme di vita.

Abbiamo chiesto un parere a Paola Cane, direttrice dell’Osservatorio VEGANOK da anni in prima linea per comprendere i trend di mercato e le sue evoluzioni. Nel 2017 ha condotto una ricerca sulla base di 15000 schede compilate dalla popolazione vegana italiana maggiorenne. Ecco lo studio completo: rapporto Osservatorio VEGANOK 2017

Secondo i dati raccolti nel 2017, alla base della scelta vegana prevalgono motivazioni quali il rispetto assoluto della vita, il desiderio vivere in sintonia con il mondo, la compassione per i deboli e gli indifesi. Il 73% della popolazione vegana consultata dichiara di aver abbracciato il veganesimo per “amore e rispetto per la vita”, il 18% per motivi legati alla salute, il 6% per motivi ecologici, il restante 3% per motivi etici generali. Porre l’accento su tematiche alimentari, a mio avviso, non permette di comprendere la natura della scelta vegan, né le sue possibili evoluzioni. Ciò che si rivela essere fondamentale è comprendere la natura della scelta vegana e la spinta che porta ad abbracciare questo stile di vita”.

 

 


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