Pasti vegani per studenti, pazienti ospedalieri e detenuti inglesi: questa la novità annunciata nell’ambito della strategia “Grow for Britain”, che prevede la prima revisione del sistema alimentare britannico dopo 75 anni. Come annunciato dalla stampa locale, il Primo Ministro Boris Johnson ha reso nota in queste ore una prima bozza del documento che prevede, tra le altre cose, anche l’aumento della produttività delle aziende agricole inglesi.
La nuova strategia post Brexit, che ha lo scopo di migliorare la sicurezza del sistema alimentare e rendere il sistema alimentare britannico più sostenibile, presenta sicuramente delle incongruenze: se da un lato si incentiva la popolazione a scegliere alternative plant-based e sostenibili, il documento presentato lunedì contiene anche idee controverse come l’incremento dell’allevamento ittico – che non ha sicuramente risvolti positivi per l’ambiente e l’aumento dell’uso di carne di cervo selvatico di “provenienza responsabile”, da contrapporre al consumo di carne di manzo – la cui produzione è notoriamente molto inquinante.
🌱Boris Johnson is to introduce vegan meals in schools.
The Prime Minister will make them an option for students as part of the Government’s new food strategy#Thread 👇https://t.co/mlHlk226nN pic.twitter.com/G86ibYOkAu
— The Telegraph (@Telegraph) June 10, 2022
Regno Unito post Brexit: tra passi avanti e scivoloni
Viene da chiedersi, dunque, quale sia il reale scopo di questa strategia alimentare, tanto più se si pensa che la bozza contiene anche riferimenti al benessere animale: la riforma prevedrebbe infatti che ci sia un riferimento alla questione etica nei menu dei ristoranti che servono piatti a base di carne e derivati animali. “Grow for Britain” ha finora raccolto ben pochi consensi e molte critiche, anche da parte di coloro che vedevano in questa strategia la possibilità di migliorare la salute pubblica e lanciare una tassa su cibi zuccherati e snack salati, per disincentivarne il consumo. Niente di tutto questo è stato approvato nella versione definitiva del documento, nel quale non mancano le contraddizioni.
Del resto, dopo la Brexit il Regno Unito ha già fatto parlare di sé proprio per una serie di contraddizioni riguardanti le questioni legate al benessere animale: dopo un discorso della Regina Elisabetta su questi temi, il Governo britannico ha stilato un nuovo piano d’azione, l’Animal Sentience Bill, per modificare le leggi in vigore. Lo scopo è di cambiare il trattamento riservato agli animali nel Paese, ma anche introdurre misure per proteggere il benessere degli animali, in UK e all’estero. Per questo, il Regno Unito è stato il primo Paese in Europa a vietare il trasporto di animali vivi alla fine dello scorso anno. Nell’ambito di questo stesso piano d’azione, il Paese potrebbe anche vietare la pratica di bollire le aragoste vive.
Passi avanti, certo, seguiti però anche da scivoloni: dopo un divieto lungo 23 anni, il Regno Unito potrebbe reintrodurre i test sugli animali in ambito cosmetico. Le autorità britanniche starebbero valutando la questione per gli ingredienti utilizzati esclusivamente per l’industria cosmetica. Il tutto, per allinearsi con la decisione presa l’anno scorso dalla commissione d’appello dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), che sostiene la necessità di testare alcuni ingredienti sugli animali per garantirne la sicurezza.
Che la nuova strategia alimentare britannica introduca pasti vegan nelle mense pubbliche è sicuramente un bene, tanto più se si pensa che in UK la popolazione è già particolarmente incline a scegliere un’alimentazione plant-based e, da poco, è stato perfino introdotto un corso di studi dedicato alla crisi climatica. Sicuramente, il fatto che in un documento pensato per rendere il sistema alimentare più etico e sostenibile ci siano riferimenti al consumo di carne e all’incremento degli allevamenti lascia intendere che la strada da compiere sia ancora molto lunga.

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