Di Burger King e dei suoi passi in avanti in ambito vegetale abbiamo parlato parecchie volte negli ultimi tempi: dall’apertura del primo punto vendita interamente vegan a Londra alle trovate pubblicitarie che mettono in discussione lo status quo legato al consumo e al gusto della carne, il fast food si sta impegnando per promuovere al meglio le proprie alternative vegan ad un pubblico non solo vegan o vegetariano, ma anche onnivoro. Proprio con questo scopo, Burger King ha lanciato una nuova campagna – la terza di un trittico con uno stesso fil rouge – chiamata “Confusing Times“: peccato che questo avvenga mentre in Italia il famoso Plant Based Whopper Jr non sia veramente plant-based. Ma andiamo con ordine.
Vegan o non vegan? La campagna Burger King che punta tutto sul gusto identico delle alternative vegetali
La nuova campagna “Confusing Times” di Burger King spezza stereotipi con ironia presentando le alternative vegan del fast food come una valida, anzi identica alternativa ai classici panini e prodotti venduti dalla catena. Si gioca tutto, come si può immaginare dal nome, sulla confusione e sui dubbi dei soggetti protagonisti riguardo azioni quotidiane e fatti molto comuni, per poi arrivare a chiedersi se si sia diventati vegani o vegetariani o se si amano le verdure perché si è apprezzato un panino vegetale di Burger King, pensando invece che contenesse ingredienti di origine animale proprio perché buono come l’originale.
Qualche esempio? I protagonisti si chiedono se un acquisto fatto durante il Black Friday faccia bene al Pianeta o no, oppure se Max sia un nome per cani o per ragazzi. Un bambino, con leggerezza, si chiede anche perché un insegnante faccia tante domande quando dovrebbe essere lui a sapere tutto invece dei bambini. E infine, il dubbio più grande di tutti: “Ok, ma questi nugget sono davvero plant-based? Cos’è, mi piacciono le verdure adesso?“, si chiede il giovane protagonista della campagna che, come gli altri, scopre un morso dopo l’altro di amare il panino o i nugget vegetali esattamente come quelli tradizionali. La campagna termina in tutte le sue declinazioni con uno slogan di sicuro impatto: “0% meat, 100% confusing”, per presentare le opzioni vegan disponibili nei vari punti vendita mondiali al pari di nugget, whopper o burger “classici”, preparati con prodotti animali, tanto da confondere gli stessi clienti della catena.
Ma perché i panini plant-based in Italia non lo sono totalmente?
La campagna è di sicuro successo e riesce a sfatare, in modo leggero e ironico, il falso mito del cibo plant-based come insapore e non paragonabile a quello di origine animale. “Ci stiamo divertendo tantissimo a esplorare e ampliare le possibilità creative per lanciare i prodotti a base vegetale di Burger King. Trattare la confusione dal punto di vista di un bambino e lavorare con i bambini per questo capitolo è stato molto eccitante e stimolante”, ha affermato Saulo Rocha, CCO di DAVID Madrid, l’agenzia che si è occupata della realizzazione della campagna.
C’è un grosso “ma” a cui vogliamo far riferimento, almeno per quanto riguarda il mercato italiano: è da tempo ormai che nel nostro Paese Burger King ha provato, come fatto già in altri Paesi europei e non, a lanciare versioni plant-based dei suoi più iconici piatti. Peccato che, se burger, alternative alla carne e nugget o bacon possano essere davvero vegan, le salse e i condimenti contenuti nella versione standard dei “Plant-based Whopper” dello Stivale non lo siano davvero. Un po’ come se nel nostro Paese la catena abbia voluto muovere soltanto un mezzo passo in avanti: ci viene da chiederci il perché di questa scelta, visto che l’interesse come nel resto d’Europa nei confronti delle alternative vegan persiste e cresce anche nel nostro Paese, specie poi se si tiene conto che i piatti vegan di Burger King, pur non essendolo al 100% in Italia, sono pubblicizzati comunque facendo riferimento all’ambito vegetale o vegan. Insomma: come sempre siamo qui per apprezzare qualsiasi sforzo creativo e pubblicitario volto a promuovere alternative più etiche al consumo di carne e derivati: è un peccato che nel nostro Paese Burger King non sia ancora pronto per investirci davvero e in modo totalizzante, rinunciando anche a salse o formaggi di origine animale che in un panino plant-based non sono proprio tenuti a starci.

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