Caccia e non soltanto: politici in affanno – 1

Promiseland -

In un precedente articolo ho scritto che la caccia, pur essendo in sé un argomento di rilevanza sociale circoscritta, rappresenta per l’elettore un’ottima cartina al tornasole per valutare la credibilità di un politico. Voltiamoci ora un momento indietro ad alcuni preoccupanti eventi verificatisi nei mesi scorsi, i quali ci hanno fornito un’allarmante conferma di quella […]

In un precedente articolo ho scritto che la caccia, pur essendo in sé un argomento di rilevanza sociale circoscritta, rappresenta per l’elettore un’ottima cartina al tornasole per valutare la credibilità di un politico. Voltiamoci ora un momento indietro ad alcuni preoccupanti eventi verificatisi nei mesi scorsi, i quali ci hanno fornito un’allarmante conferma di quella affermazione: due amministrazioni locali, il Consiglio Regionale sardo e la Giunta Provinciale di Bologna, vistesi dichiarare illecite alcune loro delibere filovenatorie dalla Corte Costituzionale e dal Consiglio di Stato rispettivamente, reiteravano tali delibere nel più assoluto disprezzo dell’autorità della magistratura, e dunque dello stato di diritto.

Nei comunicati relativi alle vicende sarde si registra in particolare una dichiarazione del presidente della Commissione Bilancio del Consiglio Regionale della Sardegna, Giorgio Balletto (FI), di cui credo sia sfuggita a molti l’inaudita, intollerabile gravità. Con riferimento al preteso diritto dei cacciatori sardi di sparare anche a febbraio egli ha detto che “soltanto la Corte Costituzionale da ultimo lo ha negato”. “Soltanto”. “Soltanto” la Corte Costituzionale. Ovvero “soltanto” una delle massime istituzioni dello Stato di Diritto. Soltanto l’Organismo istituzionale garante della massima legge dello Stato italiano. “Soltanto”.

Atteggiamento analogo, dicevo, la Provincia di Bologna ha ritenuto di dover tenere nei confronti del Consiglio di Stato, e poco importa se a seguito della immediata, decisa reazione di LAC e LAV, la delibera è stata ritirata. L’atto di non riconsocimento dell’autorità della Magistratura rimane, rimane in tutta la sua preoccupante gravità.

E a conferma di come gli atteggiamenti in materia di caccia siano indice di ben più generali atteggiamenti è giunta, quasi in contemporanea, un’altra “dichiarazione di indipendenza” dall’autorità della magistratura, ovvero di pretesa superiorità allo Stato di Diritto: quella di colui che dobbiamo chiamare Presidente del Consiglio dei Ministri. Non commenterò quest’ultimo episodio; lo hanno già fatto Dario Fo e Franca Rame e non mi resta pertanto che sottoscrivere ogni loro parola.

Nel seguito i comunicati stampa relativi ai fatti sardi e bolognesi e l’articolo-appello di Dario Fo e Franca Rame.

Alla riflessione di tutti voi.

Filippo Schillaci.

La Corte Costituzionale impiomba la caccia in Sardegna…
21 Dicembre 2002
CACCIA A FEBBRAIO, LA CORTE COSTITUZIONALE \”IMPIOMBA\” LA CACCIA

Ieri sera la Corte Costituzionale ha depositato la sentenza n. 536 (Presidente dott. Riccardo Chieppa, Relatore prof. Fernanda Contri) del 20 dicembre 2002 con la quale ha giudicato incostituzionale la legge regionale Sardegna n. 5/2002 che prevede il prolungamento della stagione venatoria fino alla fine di febbraio: la Corte ha affermato che – ancor più dopo la riforma del titolo V della Costituzione (legge cost. n. 3/2001) – le Regioni, anche a statuto speciale, devono osservare i criteri e parametri posti in sede nazionale per la tutela \”minima\” della fauna, soprattutto se in applicazione della normativa comunitaria.
La Corte costituzionale era già intervenuta sul punto, con numerose sentenze (nn. 577/1990, 272/1996, 35/1995, 1002/1988, 323/1998), \”cassando\” proprio disposizioni simili, in quanto tempi e specie cacciabili vanno a costituire il \”nucleo minimo\” della tutela faunistica statale in applicazione della normativa comunitaria che le Regioni e Province autonome possono aumentare ma non certo diminuire. L\’indirizzo giurisprudenziale è stato confermato anche dopo la riforma del titolo V della Costituzione che vede assegnata alla competenza esclusiva statale (art. 117, comma 1°, lettera s) la materia \”trasversale\” relativa alla \”tutela dell\’ambiente e dell\’ecosistema\”, fra cui rientra la salvaguardia del patrimonio faunistico (sentenza n. 407/2002).
La pronuncia della Corte Costituzionale ha, in sostanza, deciso anche la linea per il T.A.R. Sardegna, dove il prossimo 14 gennaio – dopo due rinvii determinati proprio dall\’attesa del pronunciamento del Giudice delle Leggi – sarà discusso il ricorso delle associazioni ecologiste riconosciute Lega per l\’Abolizione della Caccia (L.A.C.), Amici della Terra, WWF, Lega per la Protezione degli Uccelli (L.I.P.U.) e Lega Anti-Vivisezione (L.A.V.), grazie al prezioso operato dell\’avvocato Guendalina Garau dello Studio legale Melis Costa, contro il calendario venatorio regionale 2002-2003 (decreto Assessore regionale Difesa Ambiente n. 19/V del 3 luglio 2002) che prolunga la stagione di caccia senza alcuna motivazione fino al 23 febbraio 2003.
Come accennato, l\’Assessorato regionale della difesa dell\’ambiente (ironìa del nome), su voto deliberativo del Comitato regionale faunistico (organo \”dominato\” da cacciatori), ha prolungato per diverse specie faunistiche (Alzavola, Cesena, Colombaccio, Beccaccia, Beccaccino, Marzaiola, Pavoncella, Tordo bottaccio e Tordo sassello) la stagione di caccia fino al 23 febbraio 2003, con ben otto giornate di caccia dopo il 31 gennaio, data ultima di chiusura della caccia prevista – anche con disposizione penale – dagli articoli 18 e 30 della legge n. 157/1992. Basti pensare che gli
esemplari abbattibili nel solo mese di febbraio dai circa 50 mila cacciatori isolani sarebbero addirittura 12 milioni…
Dal canto suo, la Commissione Europea ha comunicato (nota Direzione generale Ambiente D 02 525702 del 25 ottobre 2002) di aver aperto, su ricorso n. 2002/4388 delle associazioni ecologiste Gruppo d\’Intervento Giuridico, Lega per l\’Abolizione della Caccia, Amici della Terra e WWF, la procedura di infrazione n. 2002/4462 contro l\’Italia a causa della legge regionale sarda n. 5/2002 e dei due decreti Assessore difesa ambiente n. 2 dell\’8 febbraio 2002 e n. 19/V del 3 luglio 2002 relativi rispettivamente al prolungamento della stagione di caccia nel mese di febbraio 2002 ed all\’analogo prolungamento fino al 23 febbraio 2003.
Analogamente è stata censurata la similare legge regionale pugliese n. 7/2002. E\’ già stata inviata una lettera di \”messa in mora\” (18 ottobre 2002) \”contestando la non conformità alla direttiva 79/409/CEE, sulla conservazione degli uccelli selvatici\”: entro il termine di sessanta giorni deve esservi adeguamento alle richieste comunitarie, altrimenti deciderà la Corte di Giustizia in una materia che ha già visto la condanna dell\’Italia (spesso per provvedimenti regionali) da parte della Corte di Giustizia in altre quattro occasioni.
La Regione autonoma della Sardegna si è fatta forte della legge regionale n. 5/2002, approvata nel febbraio scorso, che ha previsto il prolungamento della caccia per tutto il mese di febbraio \”a condizione che le specie non siano cacciate durante il periodo della nidificazione, né durante le varie siano cacciate durante il periodo della nidificazione, né durante le varie fasi della riproduzione e della dipendenza e, qualora si tratti di specie migratoria, non vengano cacciate durante il periodo della riproduzione e durante il ritorno al luogo di nidificazione\”. Le direttive comunitarie in materia (n. 79/409/CEE, n. 85/411/CEE, n. 91/244/CEE) vietano, infatti, la caccia in tali periodi per non porre in pericolo le popolazioni faunistiche e tutti i pareri scientifici dell\’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (I.N.F.S.), organo tecnico ufficiale, indicano anche per la Sardegna il termine ultimo del 31 gennaio per la chiusura della caccia (note n. 61/T-A11 del 18 gennaio 1993 e n. 3019 del 9 aprile 2002).
La mancanza di alcuna seria indagine scientifica e l\’evidente contrarietà ai pareri I.N.F.S. dimostrano l\’ottusità, l\’arroganza e l\’ipocrisia regionale, tesa solo a favorire la corporazione venatoria.
E\’ in corso di valutazione l\’opportunità di esperire specifica azione civile di risarcimento danni avverso tutti quei soggetti – Assessore regionale della difesa dell\’ambiente, funzionari, componenti del Comitato regionale faunistico che hanno votato a favore del prolungamento della caccia a febbraio – che ostinatamente e contro ogni evidenza giuridica e scientifica hanno inteso consentire e provano a reiterare un grave depauperamento dell\’avifauna selvatica.

p. Lega per l\’Abolizione della Caccia, WWF, L.A.V., L.I.P.U., Gruppo d\’Intervento Giuridico e Amici della Terra
dott. Stefano Deliperi

Testi di: Filippo Schillaci, Stefano Deliperi

1 – Continua

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