In questi giorni è arrivato il secondo via libera della Food and Drug Administration (FDA) al consumo di carne coltivata: l’ente governativo statunitense ha infatti dato l’ok ai prodotti dell’azienda GOOD Meat, che realizza carne di pollo in vitro. Non una vera e propria autorizzazione alla vendita sul mercato (per quello ci vorrà ancora tempo), ma un passaggio molto importante che avvicina l’azienda a questo traguardo.
L’agenzia di regolamentazione ha emesso quella che viene definita una lettera “senza domande”, come parte della sua consultazione pre-commercializzazione, il che sta a significare che l’ente governativo non ha obiezioni sulla sicurezza del prodotto e, al pari dell’azienda produttrice, ha concluso che sia sicura da consumare.
Già nello scorso novembre, la FDA si era pronunciata favorevolmente rispetto alla sicurezza dei prodotti di un’altra azienda, la californiana UPSIDE Foods, anch’essa specializzata nella produzione di carne coltivata partendo da cellule staminali. A questo punto, anche GOOD Meat dovrà ottenere una concessione di ispezione da parte del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti per gestire il suo impianto di produzione ad Alameda, in California. “Stiamo lavorando con l’USDA per superare l’ultimo ostacolo“, ha dichiarato il CEO di GOOD Meat, Josh Tetrick.
Un ostacolo che in realtà l’azienda ha già superato altrove: la clean meat in vendita a Singapore, il primo Paese al mondo ad aver dato il via libera alla sua commercializzazione, è proprio un prodotto di GOOD Meat. Ma non è tutto, perché l’azienda afferma che il famoso chef spagnolo José Andrés ha accettato di offrire il suo pollo made-in-lab ai suoi clienti in uno dei suoi ristoranti a Washington, DC: è solo questione di tempo prima che la carne coltivata sia una realtà alla portata di tutti anche negli Stati Uniti, dunque.
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Carne coltivata: in Italia è ufficialmente vietata
Mentre Singapore e gli Stati Uniti lavorano attivamente per provare a cambiare l’insostenibile sistema alimentare attuale, l’Italia fa marcia indietro: è proprio di queste ore la notizia che il Governo ha vietato la carne coltivata all’interno di un più ampio divieto contro i “cibi sintetici”, con una mossa assolutamente anacronistica e controtendenza.
Il Consiglio dei Ministri, infatti, ha appena approvato il disegno di legge che riguarda il divieto di produrre e commercializzare alimenti e mangimi sintetici, con sanzioni che possono arrivare a intaccare fino al 10% del fatturato delle aziende che dovessero trasgredire. No alla carne coltivata in laboratorio, ma anche a pesce, latte e mangimi artificiali per gli animali. L’ennesimo buco nell’acqua dell’Italia, che con questa mossa non solo si impegna a bloccare un tipo di ricerca e sviluppo di cui abbiamo estremo bisogno in questo periodo storico, ma che dà prova di un proibizionismo insensato e campato per aria.
“In alcuni Paesi extra europei sono in fase avanzata gli studi finalizzati alla produzione a fine commerciali di tali alimenti e negli Stati Uniti è arrivato il via libera alla prima carne di pollo prodotta in laboratorio cioè una carne che si produce facendo sviluppare in laboratorio cellule animali – si legge nella bozza del provvedimento – Lo status della ricerca e della sperimentazione degli alimenti sintetici sembra essere ad una fase embrionale, tale per cui non si è nelle condizioni, scientifiche soprattutto, di poter escludere che tali alimenti prodotti artificialmente, non abbiano delle conseguenze negative per la salute degli esseri umani“.
Il Governo Meloni continua a professarsi paladino del Made in Italy con mosse che si ostinano a difendere una produzione indifendibile e insostenibile a livello etico e ambientale: l’Italia resta il fanalino di coda all’interno di un quadro di innovazione e cambiamento e si dimostra, una volta di più, figlia di idee retrograde, dannose e conservatrici al livello più becero.
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