Carne coltivata Stati Uniti

Carne coltivata: via libera per la vendita anche negli Stati Uniti. Cosa farà l’Europa?

Come già avvenuto a Singapore, la carne coltivata ottiene il via libera alla vendita anche negli Stati Uniti: un traguardo importantissimo, che potrebbe essere raggiunto anche dall'Europa, se arrivasse il benestare dell'EFSA.

È ufficiale: la carne coltivata in laboratorio ha ottenuto il via libera alla commercializzazione negli Stati Uniti e saranno le aziende a UPSIDE Foods e GOOD Meat (brand di Eat Just) a portarla sul mercato. Dopo il secondo via libera arrivato di recente da parte della Food and Drug Administration (FDA) al consumo di questo alimento, il mercato oltreoceano si appresta ad accogliere quella che è considerata a tutti gli effetti una potenziale rivoluzione per il sistema alimentare.

E in Europa?

Il punto, è stabilire adesso se e quanto questa novità riguarderà l’Europa: posto che la no profit Good Food Institute Europe sta collaborando con i Governi per ottenere il via libera anche nel Vecchio Continente, ad oggi sappiamo solo che l’EFSA – l’autorità per la sicurezza alimentare europea, analoga alla FDA – il mese scorso ha organizzato un evento a carattere scientifico per valutare anche i possibili rischi del consumo della carne made-in-lab, oltre che le tecnologie ad oggi disponibili per la sua produzione su ampia scala.

Come accaduto per la farina di insetti che tanto ha fatto discutere, anche per la carne coltivata si dovrà in ogni caso attendere il via libera dell’EFSA prima di poterla vedere circolare in Europa: solo e soltanto dopo questo passaggio obbligato, l’Europa aprirà le porte a questo tassello fondamentale per il cambiamento. “Gli Stati Uniti sembrano sempre più il primo Paese che, dopo Singapore, permetterà ai consumatori di mangiare questo cibo sostenibile – dichiara  Seth Roberts, policy manager del Good Food Institute Europe –  I Governi di tutta Europa devono ora prendere coscienza dell’importanza di questo alimento, investire in ricerca e sviluppo e garantire che i benefici si sentano anche qui, in modo che altre parti del mondo non si lascino alle spalle il Vecchio Continente“.

Carne coltivata: l’Italia resterà (per l’ennesima volta) indietro?

In attesa degli sviluppi, resta da capire quale sarà il ruolo dell’Italia nell’intera questione: come sappiamo, il Governo Meloniha vietato la carne coltivata all’interno di un più ampio divieto contro i “cibi sintetici”, con una mossa assolutamente anacronistica e controtendenza. L’ennesimo buco nell’acqua del nostro Paese, che si impegna a bloccare un tipo di ricerca e sviluppo di cui abbiamo estremo bisogno in questo periodo storico, ma che dà prova di un proibizionismo insensato e campato per aria.

L’Italia resta il fanalino di coda all’interno di un quadro di innovazione e cambiamento, ma la speranza che un cambio di rotta da parte dell’Europa possa comunque rappresentare un incentivo per il nostro Paese resta: dopotutto, il divieto riguarda la produzione e non la commercializzazione e ci auguriamo che – sebbene non sia un prodotto vegan – la carne coltivata trovi ampio spazio anche nel mercato italiano.

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