“Carne” vegetale: quasi la metà dei consumatori onnivori la provano per curiosità

Il 90% dei consumatori di prodotti plant-based non sono né vegetariani né vegani: a spingere i consumatori onnivori verso le alternative a carne e prodotti di origine animale sono la curiosità, la convinzione che siano più salutari e migliori per l'ambiente

Cresce il mercato delle proteine vegetali a livello globale e con esso aumenta il consumo di prodotti plant-based alternativi alla carne; ciò che spinge i consumatori onnivori – che sono il 90% dei consumatori totali di questi prodotti – a portare in tavola queste referenze è, tra le altre motivazioni, la curiosità. A rivelarlo è una ricerca effettuata di recente dall’International Food Information Council Foundation, un’organizzazione che si occupa di analisi di mercato al fine di comunicare l’informazione scientifica sulla salute, la nutrizione e la sicurezza alimentare.

Secondo i dati – che sono stati raccolti a dicembre 2019 su un gruppo di 1000 adulti statunitensi di cui il 66% si è identificato come onnivoro –  quasi la metà degli intervistati (49%) ha provato almeno una volta un prodotto vegetale alternativo alla carne; il 41% degli intervistati ha dichiarato di aver provato questi prodotti per il piacere di provare nuovi alimenti, mentre il 27% ha affermato  di averlo fatto per provare a mangiare meno carne e un altro 27% perché pensa che sia una scelta migliore per l’ambiente.

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Quali sono, invece, i motivi che si nascondono dietro al rifiuto di provare prodotti alternativi alla carne? La ragione principale risulta l’idea che questi prodotti non abbiano un buon sapore (31%). Altri fattori comunemente segnalati includevano il disinteresse a mangiare meno carne (19%) e “nessun motivo specifico” (21%). Poco più di un intervistato su dieci (12%) ha riferito l’intenzione di mangiare, in futuro, uno di questi prodotti.

 

“Carne vegana”: per i consumatori è più salutare e più rispettosa dell’ambiente

Pur non essendo il fattore principale per la scelta di consumare un’alternativa vegetale alla carne animale, tra gli intervistati è emersa la convinzione che questi prodotti fossero migliori per l’ambiente rispetto alla carne animale (47%); solo il 5% delle persone coinvolte, infatti, riteneva che le alternative vegetali fossero peggiori per l’ambiente. Per l‘altra metà degli intervistati le alternative plant-based hanno un impatto ambientale uguale a quello della carne (23%) o non sono sicure (24%).

Mentre il sentimento generale è che questi prodotti siano migliori per l’ambiente, c’è meno consenso sul fatto che siano migliori per la salute. Nonostante  questo, il 45% degli intervistati ritiene che i prodotti plant-based siano più sani delle controparti animali, mentre solo il 25% afferma il contrario. 

Nel complesso, quindi, cresce il mercato dei prodotti plant-based  grazie a un numero sempre maggiore di consumatori a livello globale che si spingono verso diete più sane e più sostenibili. Solo nel 2018, secondo The Good Food Institute, sono stati investiti globalmente 673 milioni di dollari in prodotti vegetali alternativi a carne, uova e prodotti lattiero-caseari. Sempre più aziende convertono, del tutto o in parte, la produzione e il risultato sono sempre più alternative vegetali a disposizione dei consumatori che, per consapevolezza o per semplice curiosità, alimentano in maniera incessante il mercato alimentare del prossimo futuro.


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