Comunicato congiunto ENPA– Ente nazionale protezione animali, IHP- Italian Horse Protection Onlus, LNDC – Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Progetto Islander – 3 marzo 2016
Caso Csinszka, corsa contro il tempo per salvarle la vita. Ad oggi nessun segnale dalle Autorità
Al momento non ci sono segnali di risposta dalle autorità ungheresi, a cui ci siamo rivolti per salvare la vita di Csinska, la cavalla sieropositiva sana all’AIE Anemia Infettiva Equina e per questo ingiustamente condannata a morte.
Dopo il categorico ‘NO’ da parte del Ministero della Salute – di fronte alla proposta di accogliere la cavalla in Italia per essere ospitata nelle strutture dell’IHP riservate ai cavalli sieropositivi AIE con autorizzazione ministeriale e che ne ospita attualmente 8 – l’appello è stato rivolto ai servizi veterinari ungheresi e alle personalità di competenza, oltre che ai media ungheresi, ai Ministeri degli Esteri e all’Ambasciata ungherese per sensibilizzarli a risparmiare a Csinszka un’inutile morte.
Purtroppo sino ad oggi a nulla sono valsi gli appelli di IHP, Progetto Islander, ENPA, Lega Italiana per la Difesa del Cane, i quotidiani Repubblica e La Stampa, una petizione online che ha raccolto più di 23.000 firme nonché i tentativi disperati dei proprietari della ventenne saura, Victòria Nagy e Tamás Roland Ale, che avevano salvato Csinszka anni fa da maltrattamenti e stanno disperatamente tentando di farlo ancora oggi.
La battaglia per Csinszka non solo permetterebbe di salvare una vita la cui morte non avrebbe alcun senso, ma rappresenterebbe un forte segnale di cambiamento nelle superate e ottuse legislazioni dei Paesi europei che ancora vedono l’AIE come una minaccia. Come ha evidenziato l’IHP nei numerosi appelli rivolti alle personalità coinvolte nel caso Csinszka, studi scientifici recenti hanno dimostrato la scarsa pericolosità dell’anemia infettiva equina per la salute pubblica e per il patrimonio zootecnico. Le ultime ricerche scientifiche dimostrano come le probabilità di contagio tra equidi siano bassissime, prossime allo zero.
Puntualizza Sonny Richichi, presidente di IHP, che “la possibilità di deroghe alla normativa di riferimento per movimentare gli equidi positivi AIE è prevista, ma per il solo fine della macellazione, in particolare all’art.6 per gli Stati membri che offrano un regime alternativo di controllo. E in effetti l’Italia si è contraddistinta, in questi anni, senza alcun incremento dei già minimi contagi, per aver previsto la possibilità di mantenimento in vita degli equidi sieropositivi, purché in recinti appositamente autorizzati e sotto vincolo sanitario, e per aver favorito gli spostamenti di tali animali per motivi legati al loro benessere”.
Associazioni animaliste, media, personalità del settore benessere animale, personalità di spicco nel panorama politico italiano sono unite affinché Csinszka, restando in vita, diventi la portavoce di un cambiamento nella ormai obsoleta normativa europea.
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