Non solo gli chef di numerosi Paesi si dimostrano interessati a inserire nei propri menù alternative vegan alla carne animale e ad altri derivati, ma secondo un recente sondaggio effettuato da GEA Group – azienda tedesca del settore food and beverage – sono proprio loro a guidare le persone verso uno shift generalizzato dalle proteine animali a quelle vegetali, impegnandosi a farle assaggiare e apprezzare anche ai commensali più scettici.
Il sondaggio di GEA Group: gli chef guidano la transizione vegetale
GEA Group ha intervistato di recente ben 1.000 chef provenienti da 11 paesi, tra cui figurano Brasile, Cina, Danimarca, Germania, India, Israele, Paesi Bassi, Singapore, Corea del Sud, Regno Unito e Stati Uniti, interrogandoli sui differenti cambiamenti che stanno avvenendo nel settore food e in generale nel mondo per quanto riguarda la produzione e il consumo di proteine.
I dati a favore di quelle vegetali sono stati molto positivi: ben il 90% degli chef ha affermato di aver visto un crescente interesse nei confronti delle alternative vegan alle proteine animali da parte dei propri clienti, con oltre il 40% a sottolineare come questo interesse sia in costante aumento. “Considerando che gli chef non solo si guadagnano da vivere con il cibo ma, in molti casi, si definiscono in termini di devozione al cibo e alle tradizioni culinarie, ci si potrebbe aspettare una sana dose di scetticismo quando si tratta di proteine alternative”, si legge nel rapporto. Ma stando ai numeri del sondaggio, questo è vero soltanto in minima parte.
Gli chef mondiali supportano e promuovono le proteine vegetali
“La grande maggioranza degli chef intervistati”, specifica il sondaggio di GEA Group, “conosce i vari tipi di proteine alternative e li utilizza già nelle proprie cucine”, mentre solo il 2% afferma di non averne mai sentito parlare e il 6% di non avere un’opinione e una conoscenza adeguata a riguardo. Il 92% degli chef, invece, dichiara di conoscere e utilizzare regolarmente cibi e bevande plant-based, con il 63% degli chef ad essere molto informato su di esse e sulle novità del settore.
Discorso tangenziale, quello della carne coltivata – che, lo ricordiamo, non è vegan ma è pur sempre un enorme passo avanti verso la liberazione animale e per ora è in commercio solo a Singapore – che ha generato risultati sorprendenti. L’80% degli chef afferma di aver già familiarità con questo alimenti, mentre il 41% sostiene di essere molto informato sulla tecnologia che sta dietro la sua produzione.
Altri dati incoraggianti vedono il 25% degli chef dichiarare di aspettarsi che i nuovi alimenti vegetali costituiranno addirittura il 50% del cibo mondiale entro il 2040, mentre il 43% degli intervistati si rivela più cauto abbassando la percentuale tra il 25% e il 50%. Un cambiamento che sembra partire proprio dalle cucine dei ristoranti, visto che il 90% degli chef rivela di utilizzare già diverse alternative vegan a latticini e proteine animali, con il 33% dei partecipanti al sondaggio ad utilizzare questi alimenti molto di frequente e il 30% che dichiara di saperle maneggiare e preparare ai più alti livelli di cucina.
Il futuro è plant-based
I dati sono ancora una volta inequivocabili, come conferma la stessa GEA Group nel proprio sondaggio: “Se c’è un messaggio da trarre da questo esperimento, è che la maggior parte degli chef di tutto il mondo sicuramente non sta aspettando, ma ha già iniziato a passare a nuovi alimenti“.
“Il livello generale di interesse per le proteine alternative tra gli chef rafforza un numero crescente di dati che ci dicono quanto segue: il nuovo cibo non è solo una possibilità, ma la nuova realtà emergente”.

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