Cinghiali e mala-informazione

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I contadini liguri potranno sparare ai cinghiali per proteggere le loro coltivazioni a frutta pendente, come pomodoro ed uva. Approvate le linee guida per il controllo del numero degli ungulati. Dopo aver ottenuto il via libera dalla Regione, che tramite tecnici eseguirà accertamenti, i contadini avranno il permesso di uccidere i cinghiali che si avvicineranno alle […]

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I contadini liguri potranno sparare ai cinghiali per proteggere le loro coltivazioni a frutta pendente, come pomodoro ed uva.
Approvate le linee guida per il controllo del numero degli ungulati.
Dopo aver ottenuto il via libera dalla Regione, che tramite tecnici eseguirà accertamenti, i contadini avranno il permesso di uccidere i cinghiali che si avvicineranno alle loro proprietà per mangiarne i prodotti.
Di questi giorni la questione che si ripropone periodicamente in varie parti d’Italia a proposito del numero di ungulati presenti sul nostro territorio. Questa volta è la Toscana a dirsi la regione maggiormente colpita dagli “attacchi” dei cinghiali. A tal proposito Coldiretti è scesa in piazza Duomo a Firenze contro “l’invasione” degli animali selvatici che “Distruggono le coltivazioni, uccidono gli allevamenti e provocano incidenti”.
Riproponiamo il comunicato stampa dell’associazione Gabbie Vuote per fare un po’ di chiarezza sulla mala-informazione dilagante:
“Gentili giornalisti
leggiamo sui vari articoli relativi alla manifestazione nazionale di Coldiretti in Toscana, regione ai vertici dei reati venatori, una serie di opinioni e osservazioni, a volte assurde o ridicole, ma sempre menzognere. E questo perchè chi le esprime è alimentato da un proprio fascinoso interesse.
Dire che i cinghiali in Italia sono un milione è una invenzione in quanto non esistono censimenti di istituti terzi ma solo affermazioni di cacciatori chiaramente interessati a proporne tanti per avallare il motivo di ucciderli.
Dire poi che sono raddoppiati in cinque anni è una menzogna in quanto sono stati i cacciatori che, procurata l’estinzione del piccolo e riservato cinghiale maremmano hanno importato i grandi e prolifici cinghiali dell’est Europa, provveduto ad allevarli, a ibridarli con i maiali rendendoli confidenti e ripopolare ad libitum il territorio irrispettosi delle esigenze altrui. Per rimediare all’aumento della popolazione che nessuno nega, la legge n. 221/2015 collegato ambientale alla legge di stabilità, dopo tanti anni di incuria, ha finalmente proposto l’unico sistema valido per il controllo demografico: divieto di ripopolamento e foraggiamento.
Dire poi che gli animali (i cinghiali o gli animali in genere?) nel 2015 hanno prodotto 18 morti e 145 feriti e ignorare completamente gli altrettanti morti e feriti ogni anno prodotti dai fucili dei cacciatori è un atteggiamento vergognoso e, come al solito, ipocrita.
Ignorare l’avvelenamento da piombo, il danno alla biodiversità, la devastazione ecologica e l’appropriazione di una fauna patrimonio indisponibile dello Stato, è una beffa all’intelligenza di noi tutti.
Si nasconde la verità, si dice ciò che ci conviene e si tace ciò che ci disturba. E’ il metodo della prepotenza, della codardia e dell’imbroglio come quello di addebitare ai cinghiali il dissesto idrogeologico quando tra i primi fattori di questo c’è quello antropico rappresentato dal disboscamento che l’uomo pratica per coltivare, utilizzando spesso prodotti inquinanti che alterano le caratteristiche del suolo.
Che poi sia Coldiretti a promuovere la manifestazione non impedisce che alle spalle ci siano tutti coloro che ambiscono a uccidere i poveri cinghiali: ovvero agricoltori/cacciatori, cacciatori/agricoltori, armieri e politici affini che già pregustano la filiera alimentare inventata per l’occasione del massacro.
Vogliamo ricordare a tutti le tante volte che la Toscana è stata condannata per illegittimità dalla Corte Costituzionale fino all’ultima sentenza la n. 124/2016 che, di fatto, annulla la stagione venatoria e non solo l’attuazione delle leggi contro ungulati, colombi e volpi.
Vorremmo che l’informazione non seguisse pedissequamente le parole di chi urla ma anche quelle pacate, fuori dagli schemi, ma calibrate su solidi argomenti etici e scientifici, di coloro che troppo spesso si lasciano nell’ombra.
Grazie”
 

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