Gli stati europei dimostrano un ingiustificabile scarso interesse alla lotta contro il cambiamento climatico. Lo conferma una indagine commissionata dalla European Climate Foundation e condotta dall’Istituto di ecologia in Germania e da Climact, una società di consulenza che ha sede in Belgio.
Il report è consultabile qui: PLANNING FOR NET ZERO: ASSESSING THE DRAFT NATIONAL ENERGY AND CLIMATE PLANS
Che cosa emerge?
Ci sono attualmente 28 progetti legati a piani energetici e climatici da attuare a livello nazionale nei singolo paesi membri dell’UE: di questi nemmeno uno sarà in grado di raggiungere l’obbiettivo emissioni zero entro il 2050, come previsto dall’Accordo di Parigi.
La serie di rapporti Net Zero 2050 mira a costruire una visione e una evidenza di base verso l’obiettivo “Emissioni 0” in Europa entro il 2050. Si tratta di una studio che analizza il quadro di governance: la chiave per assicurare che le misure necessarie vengano identificate e attuate.
Le economie basate sulla riduzione drastica delle emissioni, non avranno successo per caso. Focus e pianificazione dedicati, insieme con una visione d’insieme verso l’obiettivo finale, sono gli elementi necessari per ottenere un risultato. Nel report invece si considera la bozza di piani presentati dai governi all’inizio del 2019, inadeguati e poco definiti. Hanno obiettivi inadeguati e dettagli insufficienti sul tema politiche, investimenti e finanziamenti necessari.
Il rapporto valuta l’impegno e la concretezza del lavoro dei singoli stati secondo tre principi:
- adeguatezza degli obiettivi nazionali
- la completezza e il dettaglio delle descrizioni delle policy,
- la qualità e l’inclusività nel processo di progettazione
La panoramica mostra che solo un piano supera il 50% dei punti disponibili: si tratta della Spagna.
Ecco un quadro più specifico:
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La Spagna è l’unico paese dell’UE ad aver messo in campo le misure necessarie per superare almeno la metà degli impegni necessari, con un punteggio del 52%. Dopo la Spagna, la Francia è seconda, con il 47%, seguita dalla Grecia (44%) e dalla Svezia (43%). Il punteggio medio per l’UE nel suo insieme è del 29%. L’Italia invece rientra tra le nazioni peggiori in Europa con obiettivi fissati pari al 26,9% degli standard.
Ecco le problematiche riscontrate nel piano Italiano:
- L’Italia fa riferimento alla “flessibilità” per raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni
- Dettagli insufficienti su politiche e misure per la riduzione di emissione di gas ad effetto serra non ETS (il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE: quindi non è possibile valutarne la credibilità e capacità di raggiungere l’obiettivo.
- L’obiettivo di efficienza energetica è troppo debole in relazione agli obiettivi dell’UE.
- Durante la stesura del piano non si sono svolte consultazioni.
- Scarso livello di dettaglio per le politiche e le misure relative alle energie rinnovabili
Consulta a questo link, le schede dei singoli paesi europei: Schede paesi UE
Julien Pestiaux, uno degli autori dello studio di Climact ha dichiarato:
“Con poche eccezioni degne di nota, mostrano anche una bassa ambizione quando si tratta di raggiungere concretamente le proprie energie rinnovabili e gli obiettivi di efficienza energetica e non riescono a sostenere adeguatamente la transizione climatica ed energetica richiesta in Europa”
La Commissione europea dovrebbe pubblicare una valutazione dei piani nella prima metà di Giugno.
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