Incredibile ma vero: Coca-Cola, da sempre nel mirino degli ambientalisti per le sue politiche tutt’altro che green e per essere il più grande produttore di plastica al mondo, è stata nominata sponsor della Cop27, il vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà dal 6 al 18 novembre a Sharm el-Sheikh.
Inutile dire che la notizia ha fatto in pochissime ore il giro del mondo, provocando indignazione e incredulità: come può una multinazionale del genere – che per più anni consecutivi ha ottenuto il triste primato di principale inquinatore da plastica al mondo – essere sponsor e fornitore della Conferenza nata proprio per salvare il Pianeta dai disastri ambientali del nostro tempo, tra i quali figura proprio l’inquinamento da plastica? Lo confermano gli audit annuali di Break Free From Plastic (BFFP), iniziativa globale lanciata nel 2016 contro l’inquinamento da plastica.
Senza contare che Coca-Cola è stata spesso accusata di greenwashing, perché il più volte proclamato impegno per ridurre l’uso di plastica monouso si è tradotto in un niente di fatto. Basti pensare che nel 2009 ha lanciato la sua PlantBottle, contenente circa il 30% di materiali di origine vegetale, presentata come la prima bottiglia di plastica PET riciclabile al mondo. Peccato che l’azienda ne abbia prodotte soltanto 900.
“Questa partnership con Coca-Cola annulla l’obiettivo stesso della COP sul clima” ha dichiarato John Hocevar, responsabile di Greenpeace USA. Uno scivolone inaspettato, che secondo molti mira a essere l’ennesima operazione di greenwaashing ben riuscita da parte di Coca-Cola: mentre l’azienda migliora la propria immagine agli occhi del mondo, continua imperterrita nella sua opera di inquinamento senza mai realmente impegnarsi davvero. Un qualcosa che la COP27 non dovrebbe solo riconoscere, ma condannare.
Mentre le proteste e l’indignazione accendono il web, forse ci chiediamo se questa mossa assurda non sia in realtà l’emblema della crisi climatica che stiamo affrontando. Mentre il Pianeta si sta lentamente ma inesorabilmente piegando alla distruzione voluta dall’essere umano i “big” – coloro che avrebbero il potere e la possibilità di invertire la rotta – si voltano dall’altra parte, schiavi di interessi economici, ignoranza e totale indifferenza per le sorti del Pianeta e dei suoi abitanti.
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Laura Di Cintio
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