Una nuova indagine dell’associazione spagnola Uguaglianza Animale.
Riteniamo doveroso pubblicare questo agghiacciante documentario, frutto di un’indagine sotto coperture di Igualdad Animal, sugli allevamenti di visoni in Spagna.
Non ci rivolgiamo ai cosiddetti stilisti che ancora si ostinano a “creare” capi in pelliccia, ne’ agli alti prelati o monsignori che siano che trovano normale usare gli animali per l’abbigliamento come per l’alimentazione (uno di questi aveva rilasciato una dichiarazione di questo tenore in occasione di una protesta contro la stola di ermellino del papa). Non ci rivolgiamo alle “signore” e ai “signori” che ostentano questi poveri resti di cadaveri pagati a caro prezzo… (e che immancabilmente invitano gli animalisti a “pensare ai bambini”). Non ci rivolgiamo ad allevatori, scuoiatori, costruttori e venditori di attrezzature per questo vergognoso commercio.
A questi, a tutti questi, solo il nostro disprezzo e il nostro ribrezzo.
Ci rivolgiamo alle persone normali, a quelli che non pensano, quando comprano, magari a poco prezzo, magari in un mercato o in un grande magazzino, un giubbotto con gli inserti di pelliccia.
I giubbotti, gli stivali, tutti i capi di abbigliamento con l’orlo di pelo SONO PELLICCE. Sono l’invenzione odiosa dei pellicciai per spacciare il loro prodotto sotto mentite spoglie, perche’ sembri “meno pelliccia”, perche’ non susciti lo sdegno che le pellicce ormai suscitano.
Guardate come vive una pelliccia, guardate quei disgraziati animali come si attaccano e si feriscono tra loro, impazziti. Animali selvatici, che dovrebbero vivere liberi nei boschi e invece rinchiusi in poche decine di centimetri quadri. Guardateli mentre girano, si arrampicano ossessivi in quelle luride gabbie di filo metallico da cui non potranno mai uscire.
Guardate:
Investigación de Igualdad Animal en las granjas de visones de España from Igualdad Animal on Vimeo.
Quando, a seguito di qualche azione, vengono liberati, ci sono sempre dei benpensanti che non mancano di ricordare che quegli animali in natura moriranno. E nelle gabbie dei pellicciai cosa gli aspetta? Sei, sette mesi di inferno, la pazzia, le ferite infette, poi la camera a gas o morire fulminati dalla corrente elettrica. Meglio, molto meglio finire investiti da un’auto… ma liberi. E almeno cosi’ l’allevatore non guadagna sui loro cadaveri.
Questa non e’ la Cina, questa e’ la “civile” Europa. Troppo facile prendersela con i cattivi che in qualche filmato abbiamo visto scuoiare vivi gli animali. Come a dire “eh, no, da noi non succede…”. Come no. E’ la stessa cosa. E’ una vita e una morte orrenda comunque. Non c’e’ “animal welfare” che tenga, non c’e’ una pelliccia che in qualche modo si possa accettare.
Chi compra un giubbotto spesso non fa caso a quel colletto, a quel risvolto, a quei polsini. E’ quasi piu’ difficile trovarne uno senza che uno col pelo. Viene da dire: “massi’, cosa vuoi che sia, non mi sto mica comprando una pelliccia!”. E invece si’, state proprio comprando una pelliccia, state per mettervi al collo quegli animali impazziti dal dolore. Guardate quegli occhi terrorizzati, guardate quel brandello di pelo e pensate all’inferno che ha vissuto per diventare lo stupido ornamento di un giubbotto. Fermatevi! Lasciatelo schifati sul banco, rivolgetevi altrove, dite al negoziante che mai indosserete i resti di un animale!
Se avete una pelliccia seppellitela, non datela “ai poveri”, come qualcuno ha avuto la pessima idea di suggerire. Date una degna sepoltura a quei poveri resti, date un barlume di dignita’ ai milioni di animali che ogni anno vengono fatti vivere e morire barbaramente in nome del sentimento piu’ stupido: la vanita’ umana.
Articolo di Valter Fiore, Associazione La Cincia onlus
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News Inserita da Daria Mazzali
Redazione Promiseland.it
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Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.
Matteo
dice:c’è chi direbbe che è nella natura umana utilizzare pelli di animali per vestirsi…ma io in migliaia di celle per piccoli animali indifesi costretti ad una vita di sofferenze non vedo nulla di naturale, vedo solo il grottesco tentativo di molte persone di giustificare la propria incapacità di vivere serenamente senza causare sofferenza ad altri esseri viventi. Io non vedo nulla di naturale in quello che l’uomo fa agli animali oggi…vedo solo tanta crudeltà…
matteo
rossella
dice:hai perfettamente ragione matteo !!!!!!!! ciao rossella leo bau sono su fk rossella radaelli e tu?
Ale
dice:Ciao, volete un assaggio di “Great Migrations”, l’eccezionale serie che Nato Geo Wild e Nat Geo Channel HD daranno in anteprima mondiale il 31 ottobre? Ecco qui un video sulle migrazioni delle magnifiche farfalle monarca: http://natgeotv.com/it/great-migrations/video/monarca-in-amore
nadia
dice:Un nuovo olocausto, anche questo contro esseri viventi indifesi, deboli e sopraffatti dalla crudeltà di uomini senza scrupoli, senza dignità, senza umanità.
rossella
dice:e con tanta avidità per soldi e quindi la possibilità di comprare cose inutili a spese delle VITA di queste creature innocenti !!!!!! ciao rossella leo bau
david
dice:Fa bene guardare queste cose. Ma ormai sappiamo che è inutile ogni ulteriore conferma alla stupidità e crudeltà umana.
Patrizia Morica
dice:Va bene far vedere gli allevamenti, anche mostrare le immagini crude, ma credo sia ASSOLUTAMENTE necessario fornire una serie di marche di giacche e giubbotti che non usino né pellicce né piume d’oca. Sui social network girano tante informazioni, tanta gente è consapevole della barbarie che rappresenta la pelliccia. Ma poi quando gira per i negozi, se non si impegna abbastanza, finisce per comprare il bel giubbottino di piume d’oca. Ho cercato nel sito Promiseland, ma francamente non ho trovato marche che dichiarano di non usare piume e pellicce. Vi invito a fornire chiare indicazioni!!!
GRAZIE
giovanna_z
dice:Rispondo a patrizia:
etichetta «Fur Free Fox», sostenuta in tutto il mondo da 35 organizzazioni, è stata presentata a Zurigo dalla Protezione svizzera degli animali (PSA). A potersi fregiare di questo nuovo marchio: negozi, boutique e marche di abbigliamento che rinunciano all’impiego di pellicce. Non è un’informazione ‘pratica’ ancora, perchè che io sappia ancora non ci sono negozi, catene, stilisti che hanno dichiarato di voler aderire; anche perchè questo marchio è .. appena nato!! Impegnamoci per diffonderlo, OGNUNO DI NOI deve fare la propria parte anche in questo. Presso il negozio sotto casa, mentre si passeggia in centro prendersi il disturbo di entrare nei negozi lasciare loro un volantino, un documento, qualcosa che fa loro presente l’esistenza di questo marchio. Scriviamo agli stilisti chiedendo loro di aderire, ecc… Non ci aspettiamo sempre dagli altri le informazioni, le soluzioni, ecc.. E’ una cosa che dobbiamo costruire insieme, oguno mettendoci del proprio. Penso che chiunque con un pò di impegno e sacrificio possa prendersi il disturbo di fare queste piccole azioni quotiziane, (o settimanali…)
Sauro Martella
dice:Salve Patrizia,
in merito alla tua richiesta, ti ricordo che la certificazione http://www.veganok.com nasce proprio per garantire al consumatore che il prodotto non abbia alcuna parte di origine animale (non ci sono solo le pellicce ed è bene avere la garanzia che non contenga altre parti in pelle, seta, lana, piume, avorio, ecc che spesso sono comunque presenti negli inserti ed accessori dei capi).
Stiamo promuovendo la certificazione VeganOK in diversi Paesi e già in Italia abbiamo una forte credibilità ed autorevolezza.
Chiediamo alle aziende che conosciamo direttamente di certificare VeganOK i propri prodotti conformi al disciplinare e daremo un grande aiuto agli animali vittime di questa antiquate usanze tribali.