Consumo di carne in forte calo: il caso del comune di Giove.

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Quali strumenti abbiamo per costruire giorno dopo giorno un mondo migliore? Abbiamo la nostra consapevolezza e il potere di ogni scelta. Uno dei luoghi in cui si può davvero fare la differenza è il supermercato; il carrello, la nostra arma potentissima! I dati parlano chiaro: la carne ha un impatto molto forte sul Pianeta in termini […]

Quali strumenti abbiamo per costruire giorno dopo giorno un mondo migliore? Abbiamo la nostra consapevolezza e il potere di ogni scelta. Uno dei luoghi in cui si può davvero fare la differenza è il supermercato; il carrello, la nostra arma potentissima!

I dati parlano chiaro: la carne ha un impatto molto forte sul Pianeta in termini di sostenibilità, in termini di risorse impiegate, in termini di dispendio idrico e non da ultimo, in termini etici. Produce la maggior parte delle emissioni di gas serra, è responsabile della deforestazione, genera uno spreco di 15.000 litri di acqua per ogni kg di carne, provoca morte e sofferenza.
La conoscenza e una sempre crescente consapevolezza stanno giocando un ruolo importantissimo in un cambio epocale di tendenza.
I dati dellOsservatorio VEGANOK registrano un calo crescente del consumo di carne, latte e derivati: -5,8% per ciò che riguarda in particolar modo il consumo di carni rosse suine; -5,3% per ciò che riguarda il consumo di affettati e insaccati; bilancio negativo anche per latte e derivati: -3,2%. Il vuoto viene sempre più colmato da prodotti di origine vegetale, alcuni dei quali sono anche entrati nel paniere Istat.
L’incremento del numero di coloro che scelgono un’alimentazione etica plant-based è documentato anche nell’ultimo rapporto Italia Eurispes 2017 e nell’ultimo rapporto Coop di fine 2016 in cui si è registrato che 4 famiglie su 10 decidono di mettere prodotti vegetali nel carrello: in particolare i prodotti vegan hanno registrato un incremento del 18%. Inoltre, mentre il consumo di carne negli ultimi anni è diminuito del 13%, si è registrato un +21% nell’acquisto di legumi secchi.
Sono numeri importantissimi e significativi a tutti i livelli. Questo trend infatti trova una conferma anche in una vicenda che coinvolgerebbe direttamente il supermercato Coop del comune di Giove in provincia di Terni.
Un’associazione di volontariato locale ha istituito una raccolta firme  dopo aver appreso che i dirigenti Coop avrebbero intenzione di chiudere il reparto macellazione all’interno del punto vendita. La raccolta firme, iniziata il 7 agosto 2017, si protrarrà fino al 31 Agosto e avrà lo scopo di impedire che questo avvenga. Pur rimanendo il reparto carne confezionata, non sarà più possibile l’acquisto del taglio fresco.
Ciò che emerge da questa vicenda è che i numeri del vegan cominciano a sgretolare le consuetudini e le abitudini sia a livello globale che a livello locale dove il cambiamento a volte fa più fatica a trovare il suo spazio. La vicenda di Giove è interessante proprio per questo: nelle grandi città di respiro più internazionale, i mutamenti agiscono in fretta e volgono presto in normalità; la dimensione del piccolo paese è molto significativa perchè è proprio lì che il cambiamento necessita di più tempo. Nuove consapevolezze sono ormai arrivate anche nelle più piccole dimensioni locali.
Abbiamo chiesto a Renata Balducci, presidentessa di AssoVegan Associazione Vegani Italiani Onlus e divulgatrice dell’etica vegan di fornirci una chiave di lettura:
Se l’etica non basta, arrivano i numeri a confermare che il cambiamento sta avvenendo! Il risveglio etico è in corso; le persone ora sono più informate e più consapevoli. Vogliono sapere cosa mettono nel carrello e sanno quali sono i problemi globali legati al consumo di carne, latte e derivati. Noi, come associazione, accresciamo con il nostro lavoro, questo tipo di consapevolezza e in questo modo lasciamo che attecchisca una cultura del rispetto della vita…di tutti gli esseri senzienti. Noi lottiamo per la libertà di vivere di ogni creatura di questo mondo, umana e non umana
E poi commenta “la vicenda del supermercato di Giove è significativa in primis dal punto di vista etico: se cala la domanda di carne, aumenta la consapevolezza che ci si può nutrire senza generare violenza. È interessante anche dal punto di vista commerciale: eliminare la possibilità di acquistare il taglio fresco a solo vantaggio del confezionato, implica dare ai due prodotti la stessa rilevanza anche sul piano qualitativo e quindi significa che si comincia a puntare molto meno su questo mercato. Se cambia la domanda, le aziende cambieranno la loro offerta e riformuleranno la loro produzione. Sta già succedendo: nel mondo ci sono molte aziende che hanno convertito o stanno convertendo la loro produzione; in Italia l’azienda Vegan Delicious ha riqualificato una ex macelleria e produce insaccati vegan e senza glutine!”
Insomma, opporsi al cambiamento non è un’opzione realistica. Abbracciarlo il prima possibile invece, garantirà un futuro migliore a tutti gli esseri viventi.
Fonte: www.promiseland.it
 

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5 commenti su “Consumo di carne in forte calo: il caso del comune di Giove.”

  • Renata

    dice:

    Il cambiamento è in atto…
    Pensare a fare banchetti di raccolta firma per garantire agli umani la ” libertà di poter commissionare omicidi per mangiar carne ” è oramai aberrante
    Dobbiamo pensare si ma a fare banchetti per difendere il diritto alla vita di ogni creatura vivente !

  • Non è certo una rivoluzione, ma è comunque un piccolo segnale importante che il calo della vendita della carne induca a limitare gli investimenti in quel settore..

  • lauraserpilli

    dice:

    Questo dimostra quanto siano importanti le scelte del singolo! Se ogni consumatore diventa consum-attore e sceglie consapevolmente cosa mettere o non mettere nel carrello, riesce anche a guidare il mercato nella direzione che vuole.

  • Bruna Monami

    dice:

    È comunque un segno del cambiamento in atto. La riconversione è un processo possibile ed auspicabile. Servirebbero forse anche incentivi pubblici che potrebbero servire da stimolo per i piccoli imprenditori. Ma non ci sono finanziamenti neppure per i metodi sostitutivi alla vivisezione quindi inutile sognare. Comunque è un segno importante quello che sta avvenendo.

  • Anonimo

    dice:

    Cominciamo a dare contributi agli allevatori e macellai che vogliono cambiare mestiere
    Diamo incentivi a chi apre ristoranti vegan
    Smettiamo di finanziare gli allevatori gli allevatori già sarebbero tutti falliti senza finanziamenti statali
    Nessuno deve morire di fame ma manco far morire gli altri
    La Cina che ha aumentato il consumo di carne ha perso l’autosufficienza alimentare ed è il primo importatore di soia da Brasile che produce disboscando l Amazzonia

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