Consumo di frutta e verdura aumentato per 1 italiano su 3 durante il lockdown

La forzata permanenza degli italiani fra le mura domestiche durante settimane del lockdown ha generato un aumento sostanziale del consumo di frutta e verdura fresca e trasformata. Si registra un +20,4% per l'acquisto di frutta e un+13,4% di acquisto della verdura: è quanto emerge dall'indagine “THE WORLD AFTER LOCKDOWN” a cura di Nomisma e CRIF.

Durante il lockdown sono cambiate molte abitudini di consumo; una dato legato al settore dell’ortofrutta risulta essere molto significativo: un italiano su 3 ha mangiato più frutta e verdura generando un aumento del valore delle vendite pari al 15,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nelle settimane di permanenza in casa si è rilevata un’impennata in termini di quantità consumata di frutta e verdura, sia fresca che trasformata.

È quanto emerge dal focus sui consumi domestici di ortofrutta dell’osservatorio “THE WORLD AFTER LOCKDOWN” a cura di Nomisma e CRIF, che analizza l’impatto della pandemia COVID-19 sulle vite dei cittadini, grazie al coinvolgimento di un campione di 1.000 italiani responsabili degli acquisti (18-65 anni). Solo un 15% dichiara di aver diminuito i consumi.

Secondo la rilevazione di Nomisma, si tratta di dinamiche che riflettono ciò che accade all’intero paniere alimentare aumentato del 23% delle famiglie, mentre si assiste ad un calo diffuso per le spese rimandabili quali abbigliamento (38% ha ridotto gli acquisti) e arredamento (35%). Si legge nel comunicato ufficiale:

“L’incomprimibilità della spesa domestica per alimentare e bevande è un evidente effetto dell’incremento del numero di pasti at home, collegati alla pressoché totale chiusura del canale away from home e all’adozione dello smart-working. Per gli stessi motivi, oltre che per una generale ricerca per prodotti naturali e salutistici, le vendite di ortofrutta nella distribuzione modera hanno registrato un grande balzo durante il lockdown (+15,8% a valore la variazione 17/feb-26/apr 2020 rispetto allo stesso periodo 2019 – fonte Nielsen – la crescita 2020 nel periodo pre-Covid era stata invece del 3,3%). La crescita è stata sostenuta soprattutto dalla frutta (+20,4% a valore) rispetto alla verdura (+13,4%). Un driver importante sono stati i valori salutistici associati al consumo di frutta – in particolare di quella ricca di vitamina C, come le arance e kiwi, ma anche delle mele, categorie che più di altre hanno dato impulso agli acquisti.”

Dall’Osservatorio “The World after #Lockdown” di Nomisma e CRIF è emerso quanto segue:

✅ +20,4% per l’acquisto di frutta,
✅ +13,4% della verdura;
✅ il 69% dei responsabili acquisti delle famiglie dichiara di aver notato un incremento dei prezzi
✅ 1 su 3 ha aumentato le quantità consumate
✅ la vendita di ortofrutta nella distribuzione moderna è aumentata del 15% rispetto allo stesso periodo del 2019

Anche per il settore ortofrutta boom di acquisti online

Rispetto al periodo pre-Covid, gli italiani si sono maggiormente affidati ai negozi di vicinato e ai piccoli supermercati di prossimità; è diminuita la frequenza con cui si effettuano gli acquisti alimentari ed è aumentata la preferenza per punti vendita vicini alle abitazioni, sopratutto per quelli che hanno introdotto servizi quali click & collect, ordini telefonici, via WhatsApp o tramite sito internet (il 16% delle famiglie ha fruito del food delivery). Parallelamente a questo, si è consolidata l’abitudine di acquisto di frutta e verdura online. Una famiglia su 4 infatti ha acquistato ortofrutta tramite i siti web delle insegne della distribuzione organizzata; un ulteriore 15% ha fatto un acquisto nei siti di produttori/mercati agricoli on line.

Battuta d’arresto per i time-saver e aumento di surgelati

Con più tempo a disposizione per cucinare, gli italiani si sono dedicati alla buona cucina e accanto ai freschi, hanno generato un aumento sostanziale di frutta ed ortaggi surgelati presenti durante il lockdown in almeno una occasione nel carrello degli acquisti del 90% degli italiani – +30% a valore nelle vendite della GDO nel mese di marzo): la loro conservabilità ha incentivato la necessità di fare “scorta” coerentemente con lo stock effect a cui abbiamo assistito in queste settimane. All’opposto i prodotti time-saver e ready to eat, come gli ortaggi confezionati e già pronti all’uso in cucina e le zuppe e minestre pronte da scaldare, hanno avuto una lieve battuta d’arresto.

I valori emergenti a guidare gli acquisti

Il maggiore interesse per la salute e il benessere, unito al forte interesse per l’italianità che riflette sia sicurezza che forte senso di solidarietà verso il nostro paese, saranno i principali attributi che guideranno le scelte dell’ortofrutta nei prossimi 6 mesi.

Si conclude nell’indagine Nomisma- Crif:

“L’origine 100% italiana del prodotto sarà l’elemento chiave delle scelte degli italiani: il 60% dei responsabili acquisti dichiara, infatti, che questo criterio – già rilevante in passato – sarà ancora più centrale; a conferma è elevata anche l’importanza attribuita ai prodotti a km zero o del territorio (45%). Grande interesse si concentra anche nella ricerca di adeguate garanzie relativamente al controllo ed alla rintracciabilità lungo la filiera (45%). Tra gli altri valori determinanti i prodotti biologici (34%) e salutistici (32%), con un occhio anche alla sostenibilità, grazie alle confezioni in materiali riciclabili o comunque ecosostenibili (30%).

I consumatori di frutta e verdura, infine, faranno anche molta attenzione alla convenienza e al prezzo (42%), visto lo scenario di difficile congiuntura economica, che determinerà sempre più un forte ridimensionamento dei redditi e quindi della capacità di spesa degli italiani.”


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