Coronavirus: impennata di vendite di tofu negli USA durante la pandemia

Stati Uniti: la paura di una connessione tra il consumo di carne e il Coronavirus ma anche la crisi che ha toccato molti macelli sul territorio ha spostato i consumi verso un alimento vegetale in particolare, il tofu, che ha registrato un picco di vendite tra marzo e maggio.

È conosciuto (anche se impropriamente) come “formaggio vegano” e in questo periodo è sempre più mainstream: secondo una ricerca di mercato effettuata da Nielsen, il tofu ha conosciuto negli USA un’impennata delle vendite durante la pandemia da Covid-19. Si calcola che durante il mese di marzo le vendite di questo prodotto siano aumentate del 66,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma si è assistito a un +32,8% di vendite anche a maggio. Il motivo è presto detto: la pandemia ha portato a uno shift dei consumi verso gli alimenti plant-based, molto evidente nell’aumento dei consumi di “carne” vegetale, e legato al timore di una connessione tra consumo di carne e Coronavirus.

Ma non basta, perché il Coronavirus negli Stati Uniti ha fatto in qualche modo “inceppare” l’industria della carne: si è assistito infatti alla chiusura di molti grandi macelli a causa dei contagi tra i lavoratori, con la conseguenza di un calo della produzione ma anche di una distribuzione poco omogenea nella GDO, così che sugli scaffali dei supermercati nei mesi scorsi la carne è arrivata a scarseggiare. Se a questo si aggiunge che le persone stanno diventando più consapevoli sulle questioni ambientali ed etiche legate alla produzione di carne e all’allevamento negli Stati Uniti, ecco che molti consumatori hanno optato in questi mesi per alternative vegetali.

Tra queste soprattutto il tofu, consumato regolarmente già in molte altre parti del mondo, ma ancora poco popolare negli USA, almeno fino a poco tempo fa. Invece, durante la pandemia e secondo i dati rilasciati anche dal gruppo commerciale Plant Based Foods Association (PBFA), tofu (e tempeh) hanno scalato la classifica dei prodotti vegetali più venduti nel mercato nord americano durante la pandemia, tanto che complessivamente le vendite di alimenti a base vegetale sono cresciute del 27% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, il 35% più velocemente rispetto al totale delle vendite di alimenti al dettaglio.

In un periodo storico in cui sempre più persone scelgono alimenti plant-based, tanto che il 90% dei consumatori di prodotti vegetali non è vegetariano né vegano ed è spinto dall’idea che si tratti di alternative più salutari, è il caso di rivolgere particolare attenzione alla soia, una delle alternative alla carne più diffuse. Da sempre infatti esistono dubbi sulla sua pericolosità per la salute, e il suo consumo è associato all’insorgenza di diverse patologie anche gravi. A questo proposito può essere utile leggere l’articolo a cura della dottoressa Erica Congiu, biologa nutrizionista coordinatrice e responsabile di BioDizionario.it: La soia è pericolosa per la salute? per fare chiarezza sull’argomento.

Oltre a ridurre il rischio di carcinoma mammario, la soia offre anche benefici per la prevenzione del carcinoma prostatico, la riduzione del colesterolo LDL e il miglioramento dei sintomi della menopausa. Quando si sommano tutte le ricerche sulla soia, non c’è motivo di pensare che due porzioni al giorno siano dannose per la maggior parte delle persone e c’è invece una buona ragione per pensare che la soia offra alcuni benefici per la salute.

Dott.ssa Erica Congiu

La situazione in Italia

Il tofu e i prodotti plant-based più in generale trovano il proprio target ideale di riferimento nei consumatori vegani e vegetariani, nonché nei flexitariani, ovvero coloro che riducono sensibilmente il consumo di alimenti di origine animale pur non essendo vegetariani o vegani. Secondo l’ultima rilevazione Eurispes è “veg” l’8,9% della popolazione italiana: in quest’ottica in cui l’alimentazione plant-based risulta essere consolidata nel nostro paese e non più un trend alimentare passeggero, è chiaro come anche il consumo di alimenti 100% vegetali sia in aumento.

Per questo motivo sono sempre più numerose le aziende che cercano di occupare una fetta del mercato dei prodotti plant-based, attraverso una conversione della produzione o un ampliamento della propria gamma di referenze, dedicate proprio a quei consumatori consapevoli che scelgono il vegetale per questioni etiche o ambientali. Numerose sono anche le aziende italiane che hanno scelto di aderire al rigido disciplinare VEGANOK per le proprie referenze a base di tofu: alimenti alternativi a quelli di origine animale che impiegano ingredienti di qualità nel rispetto di rigidi standard etici e ambientali.

 

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