Negli ultimi anni la cosmesi sostenibile e certificata è passata da trend emergente a pilastro fondamentale dell’industria beauty. I consumatori, sempre più attenti a etica e ambiente, chiedono trasparenza su ingredienti, processi produttivi e packaging. Per i brand cosmetici B2B che puntano ai mercati internazionali, aderire a standard come VEGANOK, BioDizionario e VEG-PACK non è più un’opzione ma un vero requisito per competere su scala globale. Due aspetti risultano particolarmente importanti: il ruolo di queste certificazioni nel conquistare i mercati mondiali e come esse aumentano la fiducia dei consumatori.
Perché le certificazioni VEGANOK, BioDizionario e VEG-PACK sono indispensabili nel mercato globale
Il quadro, incrociando i dati e le proiezioni illustrate nei report statistici più recenti, stima un valore di 20,8 miliardi di dollari nel 2025, destinato ad arrivare a circa 24,7 miliardi nel 2028 con un tasso di crescita medio annuo (CAGR) intorno al 6%. Tutte le principali ricerche convergono dunque sull’idea di un mercato in espansione robusta e duratura. Questo boom è trainato da consumatori di tutte le latitudini – non solo vegani – attratti da prodotti percepiti come più naturali e rispettosi dell’ambiente. Non a caso, il “claim” vegan è ai massimi storici, spinto dalla crescente domanda di prodotti di origine etica e cruelty-free. In risposta, i brand cosmetici hanno moltiplicato le linee plant-based, prive di ingredienti animali e con approcci green lungo l’intera filiera.
Tuttavia, in un mercato globale sempre più affollato, dichiarare un prodotto “vegano” o “sostenibile” non basta: serve provarlo in modo autorevole. Ed è qui che entrano in gioco le certificazioni indipendenti. Marchi come VEGANOK (per prodotti vegan), BioDizionario (per la cosmesi eco-vegan) e VEG-PACK (per il packaging etico) fungono da passaporto internazionale della sostenibilità. Essi attestano che un cosmetico rispetta criteri rigorosi condivisi a livello europeo e mondiale, aumentando la credibilità del prodotto agli occhi di retailer e clienti globali. Ad esempio, la certificazione VEGANOK – nata in Italia ma riconosciuta internazionalmente – conta oltre 1000 aziende certificate e decine di migliaia di prodotti con il suo logo nel mondo
Questo standard garantisce non solo l’assenza di ingredienti di origine animale, ma anche il rispetto di princìpi etici stringenti, risultando uno dei più severi a livello globale. E’ l’unica certificazione vegan che richiede all’azienda di non effettuare alcun tipo di test su animali sull’intera produzione.
Dal canto suo, la certificazione BioDizionario Approved (specifica per cosmetici e detergenti) aggiunge ulteriori criteri ambientali, assicurando che nelle formule non compaiano ingredienti “semaforo rosso” – cioè componenti chimici ritenuti poco sicuri o non eco-compatibili – secondo l’autorevole database BioDizionario.
In altre parole, un prodotto con questi marchi garantisce sia la conformità agli standard vegan europei (WVG), sia un’elevata sostenibilità degli ingredienti e del ciclo produttivo.
Le aziende che abbracciano queste certificazioni beneficiano di un vantaggio competitivo tangibile. Innanzitutto, aprono le porte a mercati dove la sensibilità green è già matura: Europa e Nord America guidano la domanda di cosmetici vegan, ma anche in Asia la tendenza cresce, complici nuove normative che facilitano l’ingresso di prodotti cruelty-free. Inoltre, ottenere certificazioni come VEGANOK e BioDizionario funge da assicurazione preventiva contro il rischio di greenwashing. L’Unione Europea, ad esempio, ha emanato una nuova Direttiva Greenwashing (Direttiva UE 2024/825) che vieta pratiche commerciali ingannevoli in ambito sostenibilità. Tra queste, è esplicitamente proibito esibire un marchio di sostenibilità che non sia basato su un sistema di certificazione. Ciò significa che in futuro solo i veri schemi certificati potranno attestare caratteristiche green, mentre autoproclamarsi “sostenibili” senza verifica sarà sanzionato. I brand che si muovono per tempo su certificazioni riconosciute saranno dunque in linea con i regolamenti internazionali emergenti e potranno comunicare i propri valori senza timore di incorrere in blocchi normativi.
Il sondaggio americano di NSF
NSF (National Sanitation Foundation) è un’organizzazione indipendente che dal 1944 si occupa di sicurezza, qualità e certificazione in vari settori, inclusa la cosmesi. Nel 2024, ha condotto un sondaggio su 1.000 consumatori americani per analizzare il loro atteggiamento verso i prodotti per la cura personale con ingredienti biologici e certificazioni riconosciute. I risultati confermano un trend chiaro: i consumatori vogliono trasparenza e non si fidano delle semplici autodichiarazioni dei brand.
Ecco i dati chiave emersi dallo studio:
Il 74% dei consumatori considera fondamentale la presenza di ingredienti biologici certificati nei prodotti per la cura personale. Questo dato è ancora più alto tra i giovani (86% tra i 18-29 anni), confermando che le nuove generazioni sono sempre più attente alla trasparenza e alla qualità dei prodotti che acquistano.
Solo il 9% dei consumatori si fida completamente delle etichette volontarie, e questa percentuale scende addirittura al 3% tra gli over 60. Dichiarare un prodotto “naturale” o “vegano” senza una certificazione non basta: i consumatori vogliono prove concrete.
Il 45% dei consumatori è disposto a pagare di più per prodotti certificati, e questa percentuale sale al 62% tra i giovani (18-29 anni). Investire in certificazioni come VEGANOK, BioDizionario e VEG-PACK non solo protegge il brand dal greenwashing, ma diventa un fattore di scelta e premiumizzazione.
Il problema del termine “natural”: il claim “natural” è quello che più influenza gli acquisti (36% dei consumatori lo trova incentivante), ma non è regolamentato e può essere usato senza prove. Questo crea confusione e sfiducia. Le certificazioni indipendenti sono l’unico strumento in grado di garantire trasparenza e autenticità.
Cosa cercano i consumatori nei prodotti certificati?
- Ingredienti più sicuri e meno processati
- Meno sostanze chimiche
- Maggiore qualità percepita
- Trasparenza sulla composizione e sull’origine
Per i brand, poter esibire in fiera o sul packaging loghi riconosciuti come VEGANOK o BioDizionario significa soddisfare questa esigenza di credibilità. Anche i fornitori di packaging si stanno muovendo: Pibiplast, leader negli imballaggi cosmetici, ha presentato a Cosmopack 2024 il primo packaging primario con certificazione VEG-PACK. Tale traguardo non solo evidenzia l’impegno dell’azienda verso pratiche più sostenibili, ma le conferisce uno status di pioniere su un trend destinato a diventare standard industriale. In definitiva, adeguarsi a schemi come VEGANOK, BioDizionario e VEG-PACK consente alle imprese di allinearsi alle tendenze globali, distinguersi dalla concorrenza e accedere a nuovi segmenti di mercato dove queste garanzie sono ormai attese.
Come le certificazioni aumentano la fiducia dei consumatori
Oltre agli aspetti di mercato, le certificazioni svolgono un ruolo cruciale nel costruire fiducia lungo la filiera cosmetica, fino al consumatore finale. In ambito B2B, poter dimostrare con un logo sul prodotto che un prodotto ha certi requisiti è un potente argomento di vendita verso retailer, distributori e brand owner. Ma è soprattutto nel rapporto con il consumatore finale che queste attestazioni mostrano il loro valore aggiunto. Viviamo infatti nell’era della trasparenza radicale: i clienti vogliono sapere cosa applicano sulla pelle, da dove provengono le materie prime e con che impatto ambientale è stato realizzato un cosmetico. Concetti come clean beauty e green beauty sono diventati familiari, e molte indagini confermano che la presenza di certificazioni influenza positivamente la percezione del brand.
Da una parte, le certificazioni fungono da sigillo di garanzia immediatamente riconoscibile. Un logo VEGANOK sulla confezione comunica a colpo d’occhio che il prodotto è 100% vegan (senza ingredienti animali né test su animali) secondo standard oggettivi. Dall’altra parte le certificazioni contribuiscono a instaurare una relazione di fiducia di lungo periodo tra brand e pubblico. Ogni volta che un consumatore vede su uno scaffale un prodotto con il marchio BioDizionario o VEGANOK, sa che quell’azienda ha intrapreso un percorso volontario di trasparenza e controllo. Questo impegno si traduce in reputazione: un brand certificato viene percepito come più responsabile e affidabile. In termini di fidelizzazione, ciò può fare la differenza.
. In pratica, un cosmetico che esibisce certificazioni terze parti rassicura l’acquirente sull’autenticità delle promesse fatte (“questa crema è davvero vegan e green, non è solo marketing”), aumentando la probabilità di acquisto e di riacquisto. Inoltre, le aziende certificate spesso comunicano anche altri aspetti di responsabilità sociale – ad esempio l’adesione a standard di commercio equo, o politiche di riduzione dell’impronta carbonica – creando un effetto halo positivo: il consumatore associa il marchio a un insieme di valori condivisi, sentendosi parte di una scelta consapevole ogni volta che utilizza quel prodotto. Questo legame emotivo e valoriale è uno degli obiettivi più ambiti nel marketing odierno, e le certificazioni aiutano a cementarlo con credibilità.
Infine, non va dimenticato che le certificazioni possono supportare anche le decisioni di acquisto dei partner commerciali a monte. Nelle relazioni B2B, presentarsi a una fiera come Cosmoprof con portfolio prodotti già certificati semplifica le trattative: buyer e rivenditori, soprattutto in mercati esteri, riconoscono quei marchi di qualità e sanno di poter contare su fornitori conformi alle aspettative dei consumatori locali. In alcuni casi, le certificazioni sono persino utilizzate come criterio di selezione da parte di grandi retailer o piattaforme e-commerce che vogliono arricchire l’offerta “green” senza incorrere in accuse di greenwashing. Possiamo quindi affermare che investire in certificazioni etiche e sostenibili ripaga su più livelli: aumenta la fiducia del consumatore finale, migliora la reputazione e differenzia il brand, e facilita l’accesso a network commerciali sensibili alla sostenibilità.
Per le aziende cosmetiche orientate al futuro, adottare certificazioni come VEGANOK, BioDizionario e VEG-PACK significa abbracciare una visione olistica della sostenibilità – dalla formula al flacone – e comunicarla in modo efficace al mercato. In un contesto globale in cui normative e preferenze d’acquisto stanno convergendo verso standard sempre più “green”, queste certificazioni rappresentano un elemento chiave di successo.

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