La carne ha un costo idrico troppo alto. Vediamo perché.
La produzione alimentare è uno dei settori più impattanti sul pianeta, soprattutto quando si parla di consumo d’acqua. In particolare, la produzione di carne rappresenta una delle attività più esigenti in termini di risorse idriche.
Confrontando l’impatto idrico della produzione di carne con quello delle proteine vegetali, emergono differenze notevoli che meritano un’analisi approfondita. Lo studio condotto da Mekonnen and Hoekstra, “The green, blue and grey water footprint of farm animals and animal products,” fornisce una base dati essenziale per comprendere la dimensione di questo impatto.
Impronta Idrica: Verde, Blu e Grigia
Prima di addentrarci nell’analisi specifica, è fondamentale definire cosa si intende per impronta idrica e distinguere tra le sue componenti: verde, blu e grigia.
Impronta Verde
L’impronta idrica verde rappresenta l’acqua piovana assorbita direttamente dal suolo e utilizzata dalle piante. Nella produzione di carne, questa componente è significativa poiché riguarda l’acqua necessaria per far crescere i foraggi e gli alimenti vegetali destinati all’alimentazione degli animali da allevamento.
Impronta Blu
L’impronta idrica blu si riferisce all’acqua prelevata da fiumi, laghi o falde acquifere per essere utilizzata nei processi produttivi, inclusa l’irrigazione dei campi coltivati a foraggio o l’abbeveraggio del bestiame. Nell’allevamento, l’uso di acqua blu è cruciale per mantenere in vita gli animali e per la produzione di alimenti ad alta intensità idrica.
Impronta Grigia
Infine, l’impronta idrica grigia misura la quantità di acqua dolce necessaria per assorbire e diluire i contaminanti (come fertilizzanti e pesticidi) al livello in cui la qualità dell’acqua rimane sopra gli standard di sicurezza. Nella produzione animale, l’impronta grigia include l’acqua necessaria per trattare i rifiuti prodotti dagli allevamenti.
Il costo idrico nella produzione di carne: un’analisi dettagliata
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La produzione di carne si distingue come uno dei processi più esigenti in termini di consumo d’acqua nel settore agroalimentare, un fatto ampiamente documentato nello studio di Mekonnen e Hoekstra.
Per produrre un singolo chilogrammo di carne bovina, sono necessari oltre 15.000 litri d’acqua.
Questo volume imponente incapsula il fabbisogno idrico dell’allevamento bovino, abbracciando tutte e tre le categorie dell’impronta idrica: verde, blu e grigia. Tale cifra eclissa notevolmente il consumo idrico richiesto per la produzione di proteine vegetali. Ad esempio, la generazione di un chilogrammo di lenticchie richiede circa quattro volte meno acqua, evidenziando una disparità significativa nell’uso delle risorse idriche.
Approfondendo ulteriormente, il confronto tra diversi tipi di proteine rivela disparità ancora più marcate.
La carne bovina richiede 15.415 litri di acqua per chilogrammo di carne prodotta, ponendosi all’apice del consumo idrico. La carne di pecora, con 5.988 litri, e quella di pollo, necessitante 4.325 litri per chilogrammo, seguono a distanza ma rimangono significativamente più onerose in termini idrici rispetto alle fonti vegetali.
I legumi, per esempio, richiedono 4.055 litri per chilogrammo, mentre i cereali ne necessitano solo 1.644 litri e la frutta addirittura 962 litri, dimostrando che le alternative vegetali rappresentano opzioni molto più sostenibili sotto il profilo del consumo d’acqua.
Questi dati sottolineano un punto critico: la produzione di carne ha un impatto idrico notevolmente superiore rispetto alla produzione di proteine vegetali. Tale realtà implica che la scelta di consumare proteine vegetali sostituendole a quelle animali può avere effetti significativi sulla riduzione del consumo globale d’acqua.
Questa transizione non solo alleggerirebbe la pressione sulle risorse idriche limitate del nostro pianeta ma rappresenterebbe anche un passo fondamentale verso sistemi alimentari più sostenibili.
Promuovendo diete ricche di alimenti a basso impatto idrico, si possono ottenere benefici ambientali tangibili. Ridurre la dipendenza dalla carne non è solo una questione di salvaguardia delle risorse idriche ma anche di responsabilità verso le future generazioni, che erediteranno le conseguenze delle nostre decisioni odierne.
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