Buone notizie per l’agriturismo italiano, che secondo il Rapporto ISMEA 2019 segna un +6% rispetto all’anno precedente. Sono soprattutto i turisti stranieri a sostenere questo settore, tanto che i dati parlano di più di un milione e seicentomila visitatori accolti nelle strutture del nostro paese lo scorso anno. I paesi di provenienza? Per lo più Germania, Paesi Bassi, Francia e Stati Uniti (il 53% del totale), ma più di recente anche turisti provenienti da Portogallo, Spagna, Repubblica Ceca, Russia, Canada, Brasile e Australia hanno incrementato il lavoro degli agriturismi italiani. La domanda, quindi è cresciuta nell’ultimo anno anche se, secondo il rapporto, “il mercato italiano sembra aver raggiunto un livello di maturità, che non fa prevedere ulteriori grandi spazi di crescita“.
Anche parlando di offerta, la salute dell’agriturismo italiano è risultata in buone condizioni: si contano 23.615 aziende agrituristiche autorizzate (che rappresentano circa il 2% delle aziende agricole italiane), per un totale di oltre 262.000 posti letto e 460.000 posti a tavola. con un fatturato complessivo che ha sfiorato la quota di 1,4 miliardi di euro nel 2018, registrando una crescita del 2,5% rispetto all’anno precedente.
Il comparto agrituristico
Quali sono i numeri dell’agriturismo in termini economici per l’Italia? Secondo il report, la produzione dell’agriturismo nel nostro paese ha un valore non trascurabile, dal momento che partecipa con una quota di circa il 2,3% alla composizione del valore della produzione dell’intera branca agricoltura, silvicoltura e pesca (pari a 59 miliardi di euro nel 2018) e rappresenta circa lo 0,5% del volume d’affari generato dal turismo in Italia e oltre l’11% del turismo enogastronomico.
Sebbene si tratti di un comparto fiorente, tra il 2017 e il 2018 l’offerta ha subito un rallentamento – legato in parte anche alle azioni di riordino amministrativo da parte degli enti pubblici – tanto da essere cresciuta solo dello 0,9%, toccando i minimi storici. La formula di offerta più diffusa risulta quella dell’alloggio con attività ricreative, sportive e culturali, proposta da 10.669 aziende; la combinazione alloggio con ristorazione è offerta da 8.468 aziende (+3% rispetto al 2017).
Accanto a un’offerta leggermente rallentata, si è riscontrata invece una crescita importante della domanda, sia per numero di turisti (arrivi) che nello stesso periodo sono aumentati del 5,9% (+3,5% italiani, +8,6% stranieri), sia per numero di notti (presenze) che nel periodo di riferimento hanno registrato un +5,7% (+2,5% italiani e +8,0% stranieri). Negli ultimi quattro anni, invece, è rimasta stabile la durata media dei soggiorni, attestata su 3,9 giorni (italiani 3,1 e stranieri 4,8 giorni).
Agriturismo in Italia: le realtà accreditate VEGANOK
In questo quadro in cui risulta chiaro come il comparto agrituristico italiano svolga un ruolo tutt’altro che marginale per l’economia del paese, si percepisce un cambiamento dell’offerta legato alle esigenze della clientela: sono sempre più, infatti, le aziende che hanno scelto di adattare la propria offerta gastronomica alle richieste del mercato, servendo non solo menu gluten free e senza lattosio, ma anche offerte plant based per i clienti vegani e vegetariani. A questo proposito, non mancano le strutture accreditate VEGANOK, aziende sul territorio che si impegnano a garantire un pranzo o una cena completa con la possibilità di scegliere tra più piatti (da un minimo di due per ogni tipo di portata), che rispondo al rigido standard VEGANOK. Tra queste segnaliamo l’Agriturismo Agricola Samadhi, il BioAgriturismo Campo di Cielo, l’Agriturismo Cirasella Etna, l’Agriturismo Torre Morgana, l’Agriturismo Coroncina e l’Agriturismo Bellolio.
Per saperne di più sull’accreditamento gratuito per ristoranti, bar e strutture ricettive: https://www.veganok.com/it/ristorazione/

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