La crescita del mercato vegan è un fenomeno ormai consolidato, sostenuto da una rapida evoluzione delle preferenze dei consumatori. In Italia la popolazione che segue diete veg* (vegetariani e vegani) ha raggiunto il 9,5% nel 2024, con la sola componente vegana quadruplicata dal 2014. Questa espansione non riguarda solo l’alimentazione, ma si riflette in molteplici settori. Ad esempio, le vendite al dettaglio di alimenti a base vegetale nella GDO italiana hanno toccato 641 milioni di euro nel 2023, in crescita del 16% rispetto al 2021. I driver di questa tendenza sono ben chiari: eticità, salute, ambiente, qualità e moda sono i fattori che orientano gli acquisti vegani
Crescita del settore vegan: i 5 driver di acquisto che fanno la differenza
I consumatori oggi sono molto più consapevoli dell’impatto delle loro scelte e premiano i prodotti che rispecchiano i loro valori. Il risultato è che il mercato vegano, da nicchia ideologica di pochi anni fa, si è trasformato in un segmento mainstream in rapida crescita e dalle grandi potenzialità economiche.
Il boom della cosmetica vegan
Anche il settore della bellezza e cura personale sta vivendo una rivoluzione in chiave vegan. La domanda di cosmetici 100% vegetali e cruelty-free cresce a ritmo sostenuto, al punto che non si tratta più di un trend di nicchia ma di una vera e propria trasformazione di mercato. Secondo analisi internazionali, il comparto globale della cosmetica vegan potrebbe raggiungere i 21,5 miliardi di dollari entro il 2028, con un tasso di crescita annuo composto stimato attorno al 6,1%. In Europa, si prevede un valore di circa 2,2 miliardi di dollari entro il 2028 per i soli cosmetici vegan, segno di un interesse diffusissimo.
Il mercato dei cosmetici vegan si espande in Europa, Italia compresa
. Questa impennata è trainata dall’aumento di consapevolezza dei consumatori verso prodotti più sostenibili e rispettosi degli animali. Dopo il boom iniziale dei cosmetici eco-bio, l’attenzione si è estesa al benessere animale: oggi i clienti cercano attivamente brand che garantiscano formule vegan, non testate su animali e a basso impatto ambientale.
Un ulteriore indice del cambiamento sono le scelte dei testimonial e delle celebrità. Sempre più influencer e personaggi famosi promuovono linee cosmetiche vegan o lanciano marchi propri. Star come Rihanna, Ariana Grande e Selena Gomez hanno associato la propria immagine a prodotti beauty 100% animal-free, contribuendo a rendere questi prodotti mainstream e ad accrescere l’interesse del grande pubblico.
. Ciò spinge le aziende tradizionali ad adeguarsi: molti marchi storici hanno iniziato a riformulare linee esistenti o a lanciare nuove referenze vegan per intercettare questa domanda emergente. Inoltre, sono soprattutto i giovani consumatori a orientare gli acquisti verso cosmetici vegan e cruelty-free, alimentando l’espansione del mercato europeo. Il fenomeno abbraccia tutte le fasce di prodotto, da quelli di base ed economici fino al lusso – segno che la sostenibilità etica è diventata un requisito trasversale in ogni segmento di mercato.
Il ruolo delle certificazioni vegan per le aziende
In un contesto così dinamico, le certificazioni vegan assumono un valore strategico. Standard come la certificazione VEGANOK offrono alle aziende uno strumento efficace per comunicare trasparenza, affidabilità e impegno etico. VEGANOK, in particolare, si è affermata come il più rigoroso standard di certificazione vegana a livello mondiale, garantendo che un prodotto rispetti criteri stringenti lungo tutta la filiera. Ciò implica l’assenza totale di ingredienti di origine animale (inclusi additivi e coadiuvanti di produzione) e il divieto assoluto di test su animali in ogni fase dello sviluppo. Questi requisiti severi assicurano che il prodotto finale sia coerente al 100% con i principi vegan, un aspetto fondamentale per conquistare la fiducia del consumatore consapevole.
Per le imprese, esibire un marchio di certificazione vegan riconosciuto significa differenziarsi sul mercato e costruire immediatamente credibilità presso un pubblico in forte crescita. Il logo VEGANOK ha un forte impatto comunicativo in termini di trasparenza e rappresenta “uno strumento essenziale per le aziende che vogliono differenziarsi nel mercato e costruire un legame di fiducia con i loro clienti”. Ciò vale sia nel food che nel beauty e altri settori: basti pensare che in Italia molte aziende cosmetiche hanno scelto il marchio VEGANOK per le loro linee, seguendo l’andamento del mercato e producendo cosmetici vegani di alta qualità.
La presenza del logo sulle confezioni – magari affiancata da ulteriori strumenti come il BioDizionario per la valutazione degli ingredienti – costituisce una garanzia concreta per i consumatori orientati ad acquisti etici e sostenibili. n altre parole, investire nella certificazione non è solo una questione di conformità tecnica, ma una mossa di marketing che rafforza la reputazione del brand e ne amplia il bacino di utenza.
Strategie di comunicazione efficaci nel settore vegan
Comunicare correttamente i propri valori e prodotti vegan è cruciale per coinvolgere il target B2B e B2C. Le best practice emerse dagli studi di settore indicano alcune linee guida chiave. Primo, autenticità e impegno pubblico: i consumatori vogliono aziende schierate sui temi ambientali e sociali. Il 61% dei consumatori statunitensi ritiene fondamentale che i brand prendano posizione sulle questioni ambientali, e ben il 66% dei consumatori giapponesi mostra un forte interesse verso prodotti con certificazioni eco-friendly. Ciò significa che nella comunicazione aziendale è vincente enfatizzare le iniziative di sostenibilità, le certificazioni ottenute e l’impatto positivo dei prodotti. Oggi la sostenibilità non è più opzionale, ma un requisito di base: dichiarare apertamente i propri standard etici (dalle formule al packaging) non solo soddisfa le aspettative, ma rafforza la competitività del marchio.
Un secondo pilastro è la narrazione orientata al lifestyle e alla community. Il veganismo non è solo una scelta di consumo, ma un movimento culturale. Molti clienti – soprattutto i più giovani – vedono nei prodotti vegan un modo per sentirsi parte di una comunità globale e di uno stile di vita consapevole. Di conseguenza, le campagne di marketing più efficaci non si limitano a promuovere il prodotto in sé, ma ne comunicano i valori e l’appartenenza a qualcosa di più grande. Celebrità, influencer e atleti che adottano uno stile di vita vegano hanno amplificato esponenzialmente la portata di questo messaggio, ispirando milioni di persone a fare scelte simili. I social media giocano un ruolo cruciale: contenuti coinvolgenti con l’hashtag #vegan su piattaforme come Instagram raggiungono vasti pubblici e plasmano le intenzioni d’acquisto. Un’analisi di oltre 44.000 post ha rivelato che la comunicazione sul vegan abbraccia un universo di temi (cibo 34,7% dei post, prodotti non alimentari 30,4%, persone 7,9%, animali 2%) mostrando come il messaggio vegan sia associato a salute, fitness, cosmesi e uno stile di vita positivo, non solo all’alimentazione. Questo clima generalmente positivo e aspirazionale è terreno fertile per i brand: condividere storie di benessere, ricette sostenibili, iniziative green e testimonianze autentiche può creare un legame emotivo col pubblico e rafforzare la community attorno al marchio. Le aziende lungimiranti organizzano o partecipano a eventi, festival e fiere a tema vegan, alimentando il senso di appartenenza e dando prova tangibile dei propri valori.
Sul piano più pratico, è importante sfatare i miti e rassicurare sulla qualità. Per anni si è pensato che scegliere vegan significasse rinunciare a qualcosa in termini di gusto o performance del prodotto. Oggi non è più così: le innovazioni hanno eliminato il divario e i prodotti vegani moderni possono competere – e spesso eccellere – rispetto alle controparti tradizionali. Comunicare questa realtà è fondamentale per conquistare i clienti indecisi. Ad esempio, nel settore alimentare si sottolinea come burger plant-based e formaggi vegetali di nuova generazione offrano sapori e consistenze pari ai prodotti classici. Analogamente, nella cosmetica si può evidenziare che make-up e skincare vegan vantano ingredienti efficaci e test di laboratorio all’avanguardia. Un messaggio chiave per il marketing dunque è: nessun compromesso su qualità e piacere – i clienti possono abbracciare scelte etiche senza rinunciare alle prestazioni o all’esperienza d’uso.
Infine, vale la pena adattare le strategie di comunicazione alle nuove tecnologie e preferenze individuali. Il desiderio di esprimere la propria individualità è molto sentito: ben il 63% dei consumatori italiani considera prioritario poter avere prodotti personalizzati. Strumenti digitali innovativi (come app, quiz o servizi basati su intelligenza artificiale che consigliano prodotti su misura) incontrano l’interesse di oltre metà del pubblico – il 54% degli italiani si dice interessato a usare l’AI per scoprire nuovi prodotti naturali o biologici. Per un’azienda vegan, investire in esperienze utente personalizzate e nell’omnicanalità (dai social al punto vendita) può tradursi in un vantaggio competitivo, aumentando il coinvolgimento e la soddisfazione del cliente. In sintesi, comunicare valore (ambientale, etico, salutistico) unito a coinvolgimento (community, influencer, personalizzazione) rappresenta la formula vincente per posizionarsi con successo nel mercato vegan.
Casi di studio: innovazione e best practice aziendali
Molte aziende, grandi e piccole, stanno cavalcando l’onda vegan con approcci innovativi, fornendo esempi concreti di come trasformare un trend in opportunità di business. Ferrero, colosso italiano del dolciario, ne è un caso emblematico: ha lanciato una versione vegana della sua iconica crema spalmabile, sostituendo il latte con ingredienti vegetali. Questo passo – impensabile fino a qualche anno fa – segna come persino i prodotti più tradizionali possano evolversi per allinearsi ai nuovi valori dei consumatori. La mossa è stata accolta positivamente dal mercato e dimostra che l’innovazione vegan può diventare un segmento strategico anche per marchi storici, contribuendo a rendere i prodotti plant-based una scelta sempre più mainstream.
Anche nella grande distribuzione organizzata si registrano iniziative pionieristiche. In Olanda, ad esempio, due catene di supermercati – Picnic e Spar – hanno annunciato impegni concreti per rivoluzionare l’offerta alimentare: puntano a portare le proteine vegetali al 50% entro il 2025 e al 60% entro il 2030 nei loro assortimenti. Supportata da organizzazioni per il benessere animale, questa strategia non solo riduce la dipendenza dai prodotti carnei ma risponde alle preoccupazioni di salute pubblica e sostenibilità ambientale. Il caso olandese potrebbe fare scuola in Europa, indicando ai retailer una via per combinare responsabilità sociale e differenziazione competitiva.
Olanda: 60% di proteine vegetali entro il 2030 per due catene di supermercati
Nel settore beauty, l’innovazione scientifica è un potente alleato del vegan. Diverse aziende cosmetiche stanno investendo in biotecnologie verdi per creare ingredienti alternativi di origine non animale con le stesse performance degli originali. Un esempio è lo sviluppo di collageni vegetali “bio-identici”: tramite processi di fermentazione di precisione, alcuni laboratori producono proteine simili al collagene umano che offrono analoghi benefici strutturali, senza coinvolgere nemmeno in minima parte gli animali. Queste soluzioni high-tech – che replicano elastina, cheratina e altre molecole chiave – permettono di formulare cosmetici efficaci e 100% cruelty-free, inaugurando una nuova era per l’industria della bellezza. Ciò significa che brand anche molto orientati alla performance (come quelli anti-età, skincare avanzata, haircare professionale) possono abbracciare il vegan senza sacrificare risultati, anzi spesso migliorando la sostenibilità complessiva del prodotto.
Beauty 2025: ecco come il veganismo sta cambiando il settore
Un ambito spesso trascurato ma fondamentale dove si sta innovando è il packaging. La coerenza vegan infatti non si ferma alla formula, ma coinvolge anche il confezionamento: colle, inchiostri, rivestimenti possono contenere derivati animali. Per rispondere a questa sfida, sono nati standard come VEG-PACK, pensati per garantire imballaggi totalmente privi di sostanze animali. Le aziende all’avanguardia hanno iniziato a sperimentare materiali sostenibili: bioplastiche di origine vegetale e compostabili, packaging commestibili o riutilizzabili, design che facilitano il riciclo. Si prevede che soluzioni di questo tipo diventeranno rapidamente nuovi standard per i prodotti vegan, in linea con i principi dell’economia circolare e con la richiesta di trasparenza assoluta da parte dei consumatori (che vogliono etichette chiare anche sugli imballaggi). Comunicare l’adozione di un packaging etico e innovativo consente all’azienda di rafforzare la propria immagine green e di dimostrare coerenza nei dettagli, distinguendosi dalla concorrenza.
VEG-PACK: la rivoluzione etica del packaging per un futuro sostenibile
In conclusione, il mercato vegan offre oggi alle imprese una duplice opportunità: da un lato, intercettare una domanda in forte crescita con prodotti mirati; dall’altro, rinnovare i propri processi in chiave sostenibile e responsabile, ottenendo vantaggi di reputazione e fidelizzazione. I dati confermano che il vegan è ben più di una moda passeggera – è un cambiamento strutturale nei comportamenti di consumo. Le aziende che investono su questo fronte, dotandosi di certificazioni autorevoli, comunicando con trasparenza e creatività, e traendo ispirazione dai casi di successo, potranno non solo restare al passo ma spesso guidare le tendenze del proprio settore. In un contesto B2B orientato all’innovazione, saper cogliere il potenziale del vegan significa prepararsi oggi al mercato di domani, con la certezza di costruire valore economico creando al contempo un impatto positivo su società e ambiente.

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