Cristiana indignazione,
questo il sentimento che provo nel leggere sui giornali dell’apertura da parte del vaticano riguardo agli OGM e del prossimo avvallo dei medesimi attraverso un documento ufficiale che servirà da alibi ad altre gravi ingiustizie sociali, come già non bastassero quelle che ci sono.
Non è vero che nel mondo non c’è da mangiare per tutti, ce n’è in abbondanza e lo dimostrano le immense discariche dell’Occidente. Non è un problema di quantità, ma di distribuzione, di giustizia distributiva. Non sarebbe neanche un problema di difficile soluzione se non andasse a toccare gli interessi dei ricchi, anche di quelli che sostengono di difendere i valori cristiani e intanto lasciano marcire il cibo necessario per oggi nei loro magazzini al solo fine di tenerne alto il prezzo.
La possibilità che gli OGM inquinino attraverso l’impollinazione gli altri organismi è un attentato contro la Creazione e la ricchezza della sua biodiversità. Certamente Dio ha dato intelligenza agli uomini e alle donne e la capacità di progresso è da considerarsi un suo dono, ma soltanto se questo viene gestito per il bene di tutta l’umanità e di tutta la creazione, in una visione non egoistica e materialisticamente antropocentrica.
A chi in questi giorni cerca di sostenere le ragioni degli OGM pubblicando i costi degli aiuti alimentari ai paesi poveri, ricordo la sproporzione con le spese militari, i costi delle guerre, e ricordo anche che la storia insegna che le religioni (non le fedi) sono state le maggiori ispiratrici di tutti i conflitti, insieme agli interessi soprattutto privati e delle classi dominanti.
L’annunciato documento vaticano in favore degli OGM assumerà anche un connotato fortemente antiecumenico, perché sarà un documento unilaterale, in contrasto con molti settori impegnati del mondo cattolico e con gli impegni che le altre chiese cristiane nel mondo hanno assunto in diverse occasioni per la difesa e la salvaguardia del creato.
Di fronte alle gravi conseguenze che un pronunciamento vaticano a favore degli OGM potrebbe avere in futuro, e al significato che questo gesto può avere per l’atteggiamento della maggiore chiesa cristiana riguardo a tutto il contenzioso tra il Sud e il Nord del mondo, oso rivolgermi al papa dei cattolici con il mio fraterno e fermo richiamo:
fratello Giovanni Paolo II fermati, sospendi ogni giudizio, scendi dal tuo trono che si addice di più ad un faraone che ad un servo del Signore, vai ad ascoltare i poveri, interroga almeno i tanti missionari, le tante suore che vivono veramente la condizione tra e con i poveri del mondo, dormi qualche tempo nelle loro baracche e mangia insieme a loro il pane amaro e la polvere dell’ingiustizia, ascolta le loro ragioni, le ragioni di chi lotta e resiste alle tentazioni che i ricchi del mondo propongono. Vai ad ascoltare quelli che a te non sono simpatici, forse sono loro i profeti che i Sommi sacerdoti e i potenti hanno sempre messo a tacere.
Vacci senza scorta e senza interpreti, saranno i loro cuori a tradurti la realtà della vita e la loro sincerità a proteggerti.
Non costringere più diocesi povere ad indebitarsi per organizzare accoglienze oceaniche e dispendiose in cui non hai la possibilità di parlare veramente con la povera gente, quella non accuratamente selezionata, quella che ti sa offrirti veramente tutto quello che ha ma sa anche parlarti della sua dignità.
Non parlare per un po’ di tempo. Taci per un po’, ascolta. Ascolta quelli che non hanno voce, quelli a cui è stata sottratta la terra in nome della civiltà, ascolta quelli che sono stati costretti alle monoculture per soddisfare i capricci delle nostre sante mense, ascolta quelli che devono cercare l’acqua che i benefattori d’Occidente vogliono privatizzare, ascolta, non parlare per un po’. Ascolta i profeti scomodi.
Vedi se nel tuo piccolo puoi fare qualcosa, dai un esempio concreto, tu hai la possibilità di farlo, di dare una grande testimonianza: vai, vendi tutto e distribuiscilo ai poveri, Gesù lo disse ad un giovane, pensaci, tu hai già una certa età. Comincia dal tuo anello, dalla croce preziosa che porti sul petto, dai tuoi abiti troppo pesanti per un servo del Signore. Poi continua, con coraggio, magari con le banche di cui il vaticano è compartecipe. Ricordati il mandato di Gesù: non portare ne oro ne argento, sarai più leggero nel tuo pellegrinaggio, e anche più credibile. Non dare retta ai potenti della terra, sono troppo interessati.
Temi forse di indebolire il tuo prestigio? O la tua chiesa?
E’ il Signore stesso che ti dice: Ti basta la mia grazia. La mia potenza si manifesta in tutta la sua forza proprio quando uno è debole.
Testo di Bruno Giaccone, pastore
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