Deliri di feste e crudeltà

Promiseland -

Anche quest’anno all’avvicinarsi del Natale comincia il circo degli acquisti folli per festeggiare. Nei negozi è un vero delirio di proposte “prelibate”, gli scaffali si riempiono di prodotti dagli imballaggi accuratamente pensati per far apparire ancora più “ricche” le nostre (loro) tavole. Ma a quale prezzo? Il prezzo varia: in funzione della classe sociale e […]

Anche quest’anno all’avvicinarsi del Natale comincia il circo degli acquisti folli per festeggiare. Nei negozi è un vero delirio di proposte “prelibate”, gli scaffali si riempiono di prodotti dagli imballaggi accuratamente pensati per far apparire ancora più “ricche” le nostre (loro) tavole. Ma a quale prezzo?
Il prezzo varia: in funzione della classe sociale e del reddito, ciò che conta è farci spendere.
Un fenomeno che ho osservato da pochissimi anni è quello dei cosiddetti prodotti di lusso in vendita anche negli hard-discount, come pubblicizza questo cartellone nella metropolitana parigina con meno di dieci euro si può acquistare ben 250 grammi di fegato d’anatra, cioè ad un costo ridicolo ci si può comprare l’illusione di essere ricchi, più la vita di un essere vivente compresa nel prezzo.
Mentre i veri ricchi vanno in altri negozi, più chic, come questo… non trovo ci sia molta differenza…
Sono figlia della generazione dei panettoni, comprati a pallet alle svendite di gennaio: le colazioni fino a Pasqua erano assicurate!
Inutile nascondersi dietro un dito: chi più chi meno, fino a qualche anno fa, la maggior parte di noi non ci pensava a queste cose e si preparava a modo suo per le feste di fine anno. Per fortuna, chi prima chi dopo, abbiamo fatto il cambiamento nelle nostre vite, personalmente questo mi ha portato molta serenità, ma con l’avvicinarsi delle feste non posso non rattristarmi nel vedere lo scempio che viene compiuto.
Non sto parlando “solo” dell’uccisione di milioni di animali in nome di tradizioni insulse e invise a noi vegan, ma del generale delirio nel quale veniamo trascinati a forza alla fine dell’anno: una giostra di spendi-spendi, una gara insana che ci fa perdere il senso di quello che è il significato della festa. Gli inviti dai parenti (non sempre graditi), le abbondanti libagioni (come se durante il resto dell’anno morissimo di fame, mentre chi veramente muore di fame c’è!), i regali da fare per forza (oddio e quest’anno a “quello” cosa regalo?), peggio ancora: i regali orrendi che riceviamo e per i quali dobbiamo abbozzare un sorriso (ma non si è accorta che il verde non lo metto mai?), le tredicesime spese “per far girare l’economia”, in una generale convinzione che sia giusto così perché… in fondo… ci piace fare regali… ci piace o ce l’hanno fatto piacere? Ultimamente ho addirittura letto QUI un articolo dove si trattava l’argomento “prestito in banca per i regali di Natale”. Forse sarebbe meglio rendersi conto che se siamo costretti a fare un debito per comprare i regali vuol dire che forse non possiamo permetterceli o che sarebbe meglio abbassare il tiro… e invece con QUESTA veloce ricerca Internet posiamo addirittura trovare il prestito più conveniente.
Da più parti ci sentiamo dire di rallentare i ritmi, di prenderci più tempo per noi, per fare le cose, per vivere le cose semplici ed assaporare la vita… e se quest’anno a Natale ci facessimo un regalo grande, inestimabile, che non si vende in nessuna boutique e decidessimo veramente e seriamente di “ristrutturare” la nostra vita per renderla migliore dal punto di vista immateriale? Ma cosa ci sta dicendo questa? Vi sto spingendo a farvi del bene: non nuoce per niente alla salute, anzi!
Ve ne parlo perché questo cammino l’ho iniziato molti anni fa, smettendo di comprare panettoni (vi siete accorti che non vi regalano mai quello della vostra marca preferita?), poi smettendo di fare regali alle persone meno importanti per me e facendone solo a quelle più “vicine”, poi ho smesso di fare regali del tutto, l’ho annunciato prima di Natale, dicendo che “Noi quest’anno non faremo regali a nessuno, non prendetevela, se fosse per noi regaleremmo diamanti a tutti ma non ce la facciamo proprio”. Mio marito (è artista pittore) ha lanciato la tradizione di dipingere a mano il biglietto di auguri e a tutti diamo quello e basta. I soldi che sarebbero stati spesi per i regali li usiamo per beneficenza e per fare un acquisto di qualcosa di utile che aspettavamo di poterci comprare. In automatico le persone che ci facevano i regali “perché si deve” si sono sentite esentate dal farcene (ma i regali non si fanno per il piacere di offrire?), il che è stato un gran sollievo; chi invece ha piacere a farci il regalo insiste nostro malgrado… e noi?
Beh noi non è che siamo stati colti da un’epidemia di avarizia perenne: facciamo i regali durante l’anno, per il compleanno, perché siamo in un negozio e vediamo qualcosa di bello/buono che sappiamo potrebbe piacere a questo o quell’amico, ma è un regalare diluito nel tempo e fatto ai nostri ritmi, non ci viene imposto. Penso che un buon parametro sia pensare: ma se quella persona un giorno dovesse decidere di non farmi il regalo di Natale… io glielo farei veramente lo stesso? O non sentendomi più in obbligo sarebbe una liberazione poter evitare di farglielo?
Discorso a parte meritano gli acquisti alimentari natalizi. Ho sempre avuto repulsione per i deliri dei pranzi delle feste, mamme, nonne e zie che un mese prima sono in ambascia per decidere cosa preparare: tanto alla fine preparano sempre le stesse cose che piacciono tanto a tutti (?!), grasse, pesanti, salate, indigeste, in quantità vergognose… infatti più passa il tempo e più, sul filo degli anni, i miei pranzi di Natale si semplificano, ancora qualche vetrina che vedo qui a Parigi e a Natale mangerò una succulenta pasta all’olio, per disgusto, per protesta, per ripicca e per ricerca di semplicità. Dicono che i vegan votano tre volte al giorno, ogni volta che si mettono a tavola, ebbene a Natale più che mai allora!
Sarà che da quando sono arrivata a vivere a Parigi, in questo quartiere, ne ho viste di tutti i colori: dalle cene da 5.000 euro in cinque, agli sprechi più indegni (avete mai visto una valigia di Louis Vuitton nelle immondizie voi?) e quindi la reazione di rifiuto per me è automatica, ma tutti nel nostro piccolo possiamo vivere le feste in maniera più serena, anche solo dare l’esempio di semplicità è una buona cosa da farsi.
Lo so, questo è uno sfogo personale e l’ho fatto perché spero/penso che molte persone qui su Promiseland saranno d’accordo con me, cerchiamo la semplicità nella nostra vita, non complichiamocela e non lasciamo alle mode e agli agenti esterni la possibilità di farlo, cerchiamo di esserne padroni ed eliminare i motivi di stress: desiderare quello che non possiamo avere è deleterio e frustrante.
Quindi concludo raccontandovi una scena alla quale ho assistito, mio malgrado, alla “Grande Epicerie de Paris” l’altro giorno. Al “banco dei prodotti di lusso” (sì, insomma, quello delle foto precedenti) dovevo chiedere un’informazione, il commesso serviva un cliente che voleva del foie gras: “No, non quello lì, quello più grande e al tartufo… poi vorrei una bottarga, quella più cara, poi dei tartufi, quelli più grossi e poi… mmmmhhhh non so… non avete niente altro di raro? Che ne so: del serpente?”. Ecco, se non fosse aberrate sarebbe stato da rotolarsi per terra dal ridere: un pazzo in centro a Parigi che vuole del serpente per stupire con effetti speciali la bella di turno! Ma nessuno gliel’ha detto che può comprare un pollo e regalarlo come fosse una borsetta? Con tanto di foulard di seta annodato ai manici: BUONE FESTE A TUTTI!
PS: Lo so che le foto di Flickr sono migliori, ma queste le ho prese di nascosto col cellulare nei negozi dove non si può e sono, purtroppo, VERE!

Scegli i prodotti certificati VEGANOK e sostieni così la libera informazione!


Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.

Scarica gratuitamente il nostro magazine

21 commenti su “Deliri di feste e crudeltà”

  • leonardo ciolli

    dice:

    ..sono pienamente d’accordo con le tue conclusioni, Barbara.
    Personalmente, ho notato come molte persone la pensano così e dichiarano di volere cambiare atteggiamento, durante le feste.
    Succede poi, che, travolti dagli eventi, gli stessi dichiarano che, a malincuore, anche per quest’anno hanno continuato con le solite “pratiche natalizie”, distorte.
    Io, personalmente, da qualche tempo, sono nella direzione, suggerita da te, ma , mi rendo conto che, per renderla concreta bisogna impegnarsi, ” mettere qualcosa di nostro”, per far comprendere la nostra posizione, prima di apparire come strani individui o, addirittura asociali.
    …e questo, perlomeno per me, non è così semplice…
    ma credo sia importante perseverare : )

    • Barbara Primo

      dice:

      Grazie Leonardo, a volte temo di sembrare troppo acida quando dico queste cose… poi penso che comunque le meditavo e cercavo di metterle in atto già prima di diventare vegan, quindi era un cambiamento iniziato a prescindere!
      Il fatto che tv e industrie cerchino di strumentalizzare le masse per il guadagno posso capirlo, lasciarsi fare ed accettarlo è un altro paio di maniche. In fondo si tratta “solo” di avere il controllo della nostra vita e dei nostri soldi, che, ricordiamolo, sono frutto del nostro lavoro! 🙂

      • ale

        dice:

        gentile Barbara, la ringrazio per il pezzo importante che avuto il coraggio di scrivere e pubblicare. ha fatto centro e mi trovo allineata con lei. tutto questo si nota con sconcerto tutto l’anno, le incoerenze degli esseri umani sono barbare! credo davvero sia molto difficile mettere a fuoco questi importanti cardini per la maggior parte delle persone. capire, realizzare, volere e mettere in pratica rimanendo “centrati”, aggrappati a quel centro che ognuno di noi ha. molti CENTRI non parlano, e molti CENTRI non sono ascoltati. ecco volevo esprimere la mia felicità nel leggere il suo pezzo perchè non accade spesso, e me lo prendo come un bel regalo di natale. ci si sente meno soli quando si riesce a condividere.
        un saluto ,alessandra

  • Loira

    dice:

    Molto bello il tuo articolo, letto tutto d’un fiato. Mi trovo completamente d’accordo con quello che scrivi. In Italia siamo in una brutta situazione, molte persone stanno toccando il fondo sul piano economico, ma nonostante tutto non si rinuncia a riempire il carrello per le feste di Natale, Santo Stefano e via dicendo. Vedo e sento tante persone che si lamentano perchè non riescono ad arrivare a fine mese, ma nei loro carrelli non mancano montagne di prodotti confezionati, merendine, surgelati, affettati… tutti alimenti che fanno andare alle stelle lo scontrino!
    Da un lato non c’è volontà di “rinunciare” a qualcosa che ci hanno abituati a mangiare; dall’altro c’è anche una grande, grandissima, disinformazione.
    Ed è su questo punto che dobbiamo continuare a lavorare, senza mollare mai. Brava Barbara Primo. Ottimo articolo. 🙂

  • davide

    dice:

    Complimenti per l’articolo! Sono d’accordo con tutto quello che hai scritto! Ti posso assicurare che tra i ragazzi, anche quelli onnivori si rendono conto che certe cose sono follie! Sarà perché così giovani siamo senza certezze lavorative e senza quattrini. Ci si fa i regali quando si può e con cuore altrimenti niente e si sta assieme. Noto che in molte famiglie ci sono queste tradizioni ma sinceramente non ne capisco il motivo. Non sarebbe più onesto dirsi con i tempi che corrono che i regali non si fanno? Al massimo li ricevono i bambini! E poi stupire con cose che costano così tanto… ma qualche decennio fa certe cose si mangiavano per le feste appunto per celebrare ma adesso che senso ha?? Già adesso mi viene una tristezza quando vado nei supermercati perché vedo tanti animali morti in più e confezioni scadenti per la serie “non ci facciamo mancare niente” e confezioni extra-lusso assolutamente inutili!! Speriamo che sempre più persone si rendano conto di quanto danno facciano con questi gesti insulsi!

  • SamWhity

    dice:

    Bellissimo articolo Barbara. grazie mille!!!
    Lavorando in un ipermercato queste scene per me sono all’ordine del giorno, ma non c’è giorno in cui non ci si stupisca un po’ di più.
    Quest anno io ho ridotto i regali all’osso (genitori e pochissimi amici) e a tutte le conoscenze con la quale ho comunque piacere di condividere qualcosa (o – e c’è il caso – alle persone che non possono economicamente perdersi in acquisti futili) consacrerò la mia giornata di lunedì, durante la quale preparerò biscotti e dolcetti.
    Personalmente sono molto più propensa al regalo fatto senza che ci sia una ricorrenza particolare, un pensierino che so potrebbe piacere all’amico/genitore/fidanzato.
    Continuo a vedere gente con i carrelli che debordano giocattoli assurdi – e rimpiango i miei Lego -, stupidaggini che costano quanto la spesa di una famiglia e di certo rimarranno a prender polvere, cibi elaborati, sicuramente indigesti e davvero carissimi…a questo punto lamentarsi se non si arriva a fine mese che senso ha?
    Ci sono volte in cui ancora mi stupisco di quanto – all’essere umano – piaccia raschiare il fondo del barile…

  • rossella

    dice:

    Grazie Barbara per questo bellissimo articolo! Condivido pienamente il tuo pensiero, a volte credo che le persone siano travolte dalla frenesia, per non pensare…non pensare a tutto quello che la società ci induce a fare, senza il nostro consenso. Manichini che si aggirano per negozi e centri commerciali, che tristezza!

  • laura

    dice:

    bravissima,sono felice che sempre piu persone la pensino cosi.c’è un risveglio generale delle coscienza x fortuna!grazie d esistere

  • Clara

    dice:

    Bellissimo articolo Barbara, che condivido pienamente. Vi posso cmq assicurare che le cose stanno cambiando: quest’anno, per la cena della vigilia di Natale, nella mia famiglia (genitori, fratello, sorella, e relative famiglie) si è deciso per un menu’ vegetariano. E’ una cosa che solo qualche anno fa era assolutamente impensabile, quando la battuta ironica classica era “…. e per voi (io e mio marito) prepareremo un po’ di verdure bollite…”. Quindi un po’ di speranza c’è. 🙂

  • Sal

    dice:

    « Non vedo ragione per cui si dovrebbero uccidere gli animali e farli diventare cibo per l’uomo, quando esistono tanti altri alimenti che sostituiscono la carne. Dopo tutto, l’uomo può vivere senza carne…”
    « Pericolose conseguenze seguiranno se i politici e governanti dimenticano i principi morali; sia che crediamo in Dio oppure nel karma, l’etica è il fondamento di ogni religione. »
    (Tenzin Gyatso)

  • Barbara Primo

    dice:

    Grazie a tutti, mi rincuora leggere che tante persone la pensano come me e passeranno delle feste tranquille, per cominciare l’anno nuovo veramente in serenità, carichi di pensieri positivi e buoni propositi!
    Questo non impedisce la possibilità di farsi piacere, ma scegliendo come, non per costrizione! Abbiamo tutto l’anno per stare bene, per offrici una cena con piatti prelibati, io l’ho fatto per esempio nei mesi scorsi quando ho preparato in tre occasioni diverse le ricette che ho proposto come piatti “speciali’ per le feste. Li ho preparati con cura quando ne avevo il tempo, non li rifarò per Natale… ma magari, visto che non mi indebito per i regali 😉 , non dovrò tirare la cinghia tutto il 2012 per rimborsare il prestito e sarò meno frustrata… Già nella vita possono succedere imprevisti o acquisti veramente importanti e necessari per i quali dover chiedere un prestito, ma che cerchino di convincerci che è NORMALE farlo per i regali di Natale proprio non mi va giù!!! 👿

  • cecilia

    dice:

    Cara Barbara, non ti la prendere, è da anni e anni che anch’io non faccio regali a Natale, preparo qualche dolce natalizio per la cerchia più intima, qualche regalo semplice ma bello a mio nipotino che ha tre anni e ho spiegato serenamente a tutti che per me Natale ha un contenuto spirituale del quale è stato completamente svuotato per cadere nella giostra infernale dei consumi, una volta che hai chiarito la tua posizione le cose sono molto più semplici.
    È peccato che una festa così bella dal profilo religioso, e anche così interessante dal profilo cosmico sia stata deturpata fino a questo punto.
    Vivila tu serenamente nel profondo del tuo cuore e lascia perdere il resto.
    Buon Natale a tutti.

    • Barbara Primo

      dice:

      Cara Cecilia io non me la prendo per niente, sono serena, sono gli altri che non li vedo sereni e soddisfatti malgrado tutto lo sbatti che si fanno! 😉

  • linda

    dice:

    Ho passato anni a scervellarmi per i regali a tutti i parenti che erano solo
    pensierini ma volevo che non fossero solite stupidaggini solo perché il regalo dovevo farlo per forza, e allora ci pensavo mesi prima e approfittavo di sconti di fine stagione per comprare magari, che ne so, un capo di abbigliamento primaverile ma comunque utile, beh, gli altri non facevano così e mi ritrovavo con regali inutili di cui non mi piace circondarmi che poi accantonavo e magari riciclavo l’anno successivo…che tristezza; e allora proponevo i regali in comune di modo che assieme potessimo regalare qualcosa di più costoso ma che serviva ma non c’era collaborazione, poi ho provato con i regali realizzati da me, non graditi, ho pure pensato di regalare conserve fatte in casa…poi ho deciso di annunciare che non avrei più fatto regali a tutti e mi limito a comprare ciò che serve ai miei figli e ad altri più vicini, magari il regalo un po’ più costoso che aspetti Natale per concedertelo ma che prima non arrivavo a comprare, mi stresso meno e sono sicura di non sperperare soldi e di non partecipare a questo assurdo consumismo che ci travolge tutti…
    Auguri, Linda.

    • Barbara Primo

      dice:

      Linda! Ho fatto anch’io così! Ho sempre detestato quelli che ti fanno il regalo da 5 euro cercando qualcosa di “grande” che faccia sembrare che ne hanno spesi 50, poi ti ritrovi con cose inutili che ti ingombrano la vita e ti intristiscono l’anima perché ti accorgi che non sei considerato…
      Pensa che la settimana scorsa ho avuto a cena due coppie di amici in due serate diverse, sono care persone, la prima coppia mi ha regalato un bollitore per l’acqua nel quale puoi scegliere la temperatura alla quale scaldare, sanno che sono patita di tè buoni e profumati e sanno che i tè hanno bisogno di temperature diverse per dare il meglio (ce ne sono che devi fare con l’acqua a 80°, a 95° etc.), non l’avevo ancora preso perché rimandavo la spesa, quindi è stato un regalo azzeccatissimo!
      La seconda coppia, un paio di giorni dopo, ci ha regalato una teiera in vetro, altro oggetto che avrei voluto da mesi ma che non avevo ancora comprato. Me ne hanno presa una esattamente come la cercavo io: col filtro in vetro che non avesse i buchi troppo grandi (che poi ti ritrovi le foglioline nel tè) e senza tubicino versatore (che essendo trasparente non riesci a pulire e col tè si sporca e diventa brutto subito). Insomma voglio dire: allora esistono! È possibile che le persone che ti hanno a cuore ti ascoltino e ti facciano regali su misura per te! E non avevo mai detto che volevo comprare quegli oggetti, sono loro che hanno osservato quello che avevo in casa e quello che mi piace fare…
      Io sono sempre stata sostenitrice del fatto che se fai un regalo devi farlo che piaccia a chi lo riceve: sembra talmente logico!!! Eppure…
      Per il resto anch’io sono passata attraverso il percorso tuo (cominciare a comprare i regali mesi prima, osservare i gusti dei destinatari, le cose fatte in casa, i regali cumulativi che pare che non vogliano farli quasi per invidia che poi il destinatario riceve un regalo importante…) e sono giunta alle tue stesse conclusioni…
      L’anno scorso mi sono comprata un buon rice-cooker (ne avevo già scritto qui: http://www.promiseland.it/2010/12/20/rice-coocker/), quest’anno sarà la fontana che filtra l’acqua… Buon Natale e buoni risparmi a tutti! 🙂

  • Barbara Primo

    dice:

    E dimenticavo che dieci giorni fa sono venuti due amici dall’Italia e mi hanno regalato tre tè buonissimi! Tutte e tre le coppie non si conoscono, io non parlo quasi mai di tè, non si erano messi d’accordo… ma io ora sono perfettamente equipaggiata perché mi hanno tutti fatto dei regali “pensati” e mi hanno fatta felice! 🙂

    • Nadir

      dice:

      Evidentemente, queste persone per quanto possano conoscerti poco, hanno intravisto tra le righe certe tue preferenze, l’amare il Giappone è un indizio molto indicativo (almeno per me) … 🙂

  • Barbara Primo

    dice:

    Uno spunto da un commento visto su FB:
    “Natale si avvicina e mi viene da pensare che tanta gente lo disprezza perché è una festa consumistica! Il consumismo lo hanno creato le persone! Gesù Cristo è nato in povertà ed inoltre non ha certo “sbafato” capponi, agnelli, capitoni, vongole etc.!!!!! Nessuno impedisce di festeggiare l’evento con semplicità, risparmiando soldi e soprattutto la vita a tanti esseri innocenti!”

  • Nadir

    dice:

    Vengo da una famiglia numerosa, e i regali li abbiamo avuti solo quando eravamo piccoli (libri o giochi), poi da grandi iniziato a lavorare facevamo qualche pensierino con cose utili. Oggi il regalo individuale lo lascio per i nipoti piccoli, per tutti gli altri porto cibarie che si conservano ben oltre il periodo delle feste, e confetture fatte da me … se gli piace bene, sennò si attaccano 😉

  • Riconversione della Economia del Lusso
    La spirale recessiva accompagnata da un’inflazione in crescita rischia a breve di rendere inutili i sacrifici prodotti dalle recenti manovre di recupero del debito pubblico. Infatti è necessario capire che la crisi che stiamo attraversando è strutturale e cioè che è entrato in saturazione un ciclo economico dominato da vecchie modalità di produzione e di stili di vita che hanno incentivato la Economia del Lusso.
    La Economia del Lusso ha infatti agito sistematicamente nel creare un gap insostenibile nelle distribuzione del reddito, per sostenere la produzione ed il mercato del lusso, infatti si è permesso di favorire il potere di acquisto di classi privilegiate anche non indagando troppo sui loro redditi in funzione dei pagamento delle tasse.
    In tal modo l’Economia del Lusso è stata sostenuta politicamente per molteplici anni, anche se la spirale di crescita verticale della Economia del Lusso determinava di concerto disoccupazione in molti altri settori della produzione e del lavoro professionale.
    La casta politica anch’essa tendente ad arricchirsi interessandosi principalmente dei propri guadagni, ha permesso di incentivare la accettazione di stili di vita tendenti ad apprezzare i consumi del lusso, valorizzandone con la reclamizzazione e le strategie di marketing e di design della moda, quello stile di vita basato su una invidiabile vuotezza del superfluo che viene spacciata per status simbol della creatività contemporanea.
    L’Economia del Lusso va quindi riconvertita perché il sistema strutturale di produzione del lusso è entrato in saturazione mentre la produzione che ha possibilità di crescita nel mondo globale si accentra in altri settori chiave della innovazione tecnologica e scientifica che definiscono il passaggio tra la vecchia società industriale e la futura società della conoscenza.
    Pertanto sono le componenti strutturali dell’economa che andranno riconvertite in modo da consentire lo sviluppo di nuove modalità’ di produzione e di lavoro più rispettose dell’ambiente capaci di conseguire una sostenibilità economica duratura.
    Il processo sostanziale che può farci uscire dalla crisi strutturale contemporanea è quindi essenzialmente quello di riconvertile l’Ecomomia del Lusso in altre produzioni al elevato contenuto scientifico e tecnologico che possano determinare prospettiva di redditività e di impiego di laureati e diplomati di lungo periodo, perché si associano a nuove possibilità’ di distribuzione più equa del reddito nel lungo termine senza le quali il sistema economico dei paesi industrializzati è destinato al tracollo.
    Una nuova ottica di politica economica è quindi necessaria per rinnovare la strategia di produzione e management innovativo della impresa basata su competenze avanzate scientifiche e tecnologiche, anziché su quelle de design, della moda e del marketing del Lusso divenuta evidentemente socialmente insostenibile .
    In questa prospettiva di riconversione del sistema produttivo ed economico il mondo femminile ha una grande responsabilità sociale tesa ed intenzionata a non rendere più sostenibile la deleteria economia del lusso in quanto la sua riconversione dipenderà anche dalla acquisizione di una nuova mentalità’ critica per il lusso superfluo in quanto il lusso non potrà più’ essere spacciato per creatività contemporanea mentre è spesso vestigia di packaging che determina inutili sprechi e favorisce un’insana stupidaggine negli atteggiamenti della gente che si pavoneggia per essere rivestita di noti marchi delle aziende del Lusso.

I commenti sono chiusi.