Scegliere la carne vegetale per combattere i cambiamenti climatici: questo è il messaggio che Leonardo DiCaprio ha lanciato di recente sui social, esortando oltre 37 milioni di persone tra Facebook e Twitter a cambiare alimentazione, almeno una volta alla settimana. L’attore, noto per le numerose campagne ambientaliste portate avanti negli anni, è stato anche uno tra i primi e più importanti finanziatori di Beyond Meat, insieme a Bill Gates.
Non è un caso, quindi, che l’attore abbia condiviso sui social proprio una campagna informativa dell’azienda, che invita i consumatori a un piccolo ma fondamentale cambiamento nelle proprie abitudini:
Every single person can help the planet and reduce climate change with one small choice every week. Join me and @BeyondMeat in our mission to rethink the future of food. #BeyondMeatPartner pic.twitter.com/Fgt1qSkIbm
— Leonardo DiCaprio (@LeoDiCaprio) March 4, 2021
“Se ogni persona negli Stati Uniti sostituisse un solo hamburger di manzo alla settimana con un hamburger vegetale di Beyond Meat – si legge nella foto – sarebbe come eliminare dalle strade 12 milioni di automobili”. Non è certo la prima volta che le istanze ambientaliste trovano sostegno da parte di un personaggio di fama mondiale, che si fa portavoce della scelta plant-based. Basti pensare al messaggio lanciato di recente da Bill Gates, che ha esortato i Paesi ricchi a consumare solo carne vegetale; oppure a Oprah Winfrey, che è considerata una delle donne più influenti del mondo. Nonostante non sia vegana, l’attrice e conduttrice americana ha fatto moltissimo per promuovere i benefici di una dieta plant based, attraverso gli schermi televisivi e sui social.
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Fake meat: cos’è e perché può cambiare il mondo
La carne vegetale è uno dei prodotti più rivoluzionari che si sono affacciati sul mercato alimentare negli ultimi anni. Parliamo di un alimento vegetale al 100%, ma che imita per gusto, aspetto e consistenza la carne animale. Le potenzialità di questo prodotto sono enormi, così come il loro successo: le due aziende simbolo della carne vegana, Beyond Meat e Impossible Foods, sono diventate in pochi anni due colossi del settore alimentare plant-based, collezionando partnership di altissimo livello e finanziamenti astronomici. Ultima in ordine di tempo è la collaborazione tra Beyond Meat e McDonald’s: le due aziende hanno stipulato in questi giorni una partnership triennale, che renderà Beyond Meat il principale fornitore della linea di hamburger McPlant.
La portata di questa notizia è enorme: il fatto che un’azienda come Beyond Meat sia riuscita a raggiungere i menu di un fast food del calibro di McDonald’s “normalizza” le opzioni vegetali. Non più prodotti di nicchia reperibili in piccoli negozi specializzati, ma parte integrante del menu di un fast food che rappresenta da decenni un’abitudine di consumo per milioni e milioni di persone nel mondo, e che sicuramente ha contribuito a plasmare il sistema alimentare attuale. Se la “fake meat” è da McDonald’s, possiamo essere sicuri che sia diventata mainstream.
E il punto è proprio questo: la carne vegetale deve essere mainstream perché, per quanto possa piacere ai vegani e ai vegetariani, non è pensata per loro. Il target di riferimento di questo prodotto sono gli onnivori e i flexitariani, che “vogliono” mangiare carne. Allo stesso tempo, però, viviamo in un momento in cui i consumatori sono sempre più attenti all’alimentazione, più consapevoli del legame tra cibo e salute, e a livello globale si fa sempre più forte la richiesta di prodotti plant-based, anche da parte degli onnivori. Le aziende sono chiamate a trovare un’alternativa valida al consumo di proteine animali, che attragga i consumatori spostando i consumi verso il vegetale. I cambiamenti climatici sono un problema attuale e stringente, che trova nella trasformazione del sistema alimentare globale la soluzione più efficace e, almeno in linea teorica, più semplice.
Puoi definirti “ambientalista” se mangi carne?
La produzione di carne, in tutta la sua filiera, ha un impatto ambientale enorme. Sempre più studiosi puntano i riflettori sulla connessione tra consumo di proteine animali e cambiamenti climatici, e i numeri parlano chiaro: la carne “ecologica” non esiste. Se parliamo di impronta idrica, per esempio, la carne è tra gli alimenti che impattano di più sulla disponibilità di risorse idriche. Secondo uno degli studi più imponenti mai realizzati sul tema, THE GREEN, BLUE AND GREY WATER FOOTPRINT OF FARM ANIMALS AND ANIMAL PRODUCTS, l’impronta idrica della carne bovina è molto pesante: per produrre 1 kg di carne occorrono 15415 litri di acqua. Occorrono inoltre:
- 8763 litri di acqua per un kg di carne di pecora,
- 5988 litri per un kg di carne di maiale,
- 4325 litri per un kg di carne di pollo,
- 3265 litri per un kg di uova,
- 1020 litri per un litro di latte.
Di contro, dallo studio emerge che occorrono – per esempio – solo 322 litri di acqua per produrre un kg di vegetali o 1644 litri per produrre un kg di cereali.
Parlando invece di emissioni di gas inquinanti, uno studio del 2018 a cura dell’Università di Oxford afferma che i prodotti di origine animale contribuiscono per il 58% alla produzione di gas serra legati al cibo. In particolare, una porzione di carne rossa da 50 grammi è associata all’emissione di almeno 20 volte più gas serra e a un utilizzo del suolo 100 volte superiore rispetto a una porzione di verdure da 100 grammi. A questo si aggiunge il legame tra consumo di carne, biodiversità e diffusione di malattie con potenziale pandemico: un allarme lanciato di recente da uno studio pubblicato sulla rivista Nature, e che trova conferma anche in un recente report dell’ONU.
Gli studi sull’argomento sono tanti, tutti evidenziano le stesse problematiche e tutti forniscono la stessa soluzione: il passaggio a un’alimentazione quanto più possibile vegetale. In gioco c’è la salute pubblica e la salvezza del pianeta che ci ospita, e l’adozione di stili di vita più consapevoli è ormai un imperativo morale.
Leonardo DiCaprio: il volto “green” dell’attore
Nel corso degli anni, Leonardo DiCaprio ha prestato più volte la propria notorietà (nonché le sue finanze) alla causa ambientale, iniziando nel 1998 con la fondazione della Leonardo DiCaprio Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata alla promozione della consapevolezza ambientale. Con la sua fondazione, l’attore promuove decine di cause a favore della natura e degli animali (tra le quali la salvaguardia della foresta amazzonica), ma non basta: DiCaprio ha partecipato e/o diretto diversi documentari in difesa del pianeta. Tra questi, spicca “Before The Flood – Punto di non ritorno“, un docu-film incentrato sul tema del surriscaldamento globale e su quello che possiamo concretamente fare per salvare il pianeta prima che sia troppo tardi.
Anche se non è vegano, l’attore ha più volte sottolineato l’importanza di diminuire sensibilmente il consumo di carne per combattere i cambiamenti climatici, incentivando proprio il consumo dei prodotti di Beyond Meat. C’è chi potrebbe trovare un velo di ipocrisia nelle scelte di DiCaprio, ma noi pensiamo che “poco” sia meglio di “niente”. Anche se, dal nostro punto di vista, il fine ultimo deve essere la liberazione animale e il passaggio a un’alimentazione plant-based, non possiamo sottovalutare l’influenza del messaggio che DiCaprio ha lanciato a milioni di fan nel mondo: e se 37 milioni di persone trovassero nelle sue parole la spinta per passare a un’alimentazione vegetale?
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