Doha: conclusa conferenza C.I.T.E.S.

Promiseland -

Si è conclusa il 25 marzo la 15esima Conferenza delle Parti della C.I.T.E.S. a Doha. L’esito è deludente e fallimentare. Nell’anno internazionale della biodiversità ci saremmo aspettati che questa conferenza avrebbe tutelato veramente le specie minacciate, anche a scapito dell’economia, delle tradizioni etniche, del commercio e delle pressioni politiche.Ma non è quello che è avvenuto; […]

Si è conclusa il 25 marzo la 15esima Conferenza delle Parti della C.I.T.E.S. a Doha. L’esito è deludente e fallimentare. Nell’anno internazionale della biodiversità ci saremmo aspettati che questa conferenza avrebbe tutelato veramente le specie minacciate, anche a scapito dell’economia, delle tradizioni etniche, del commercio e delle pressioni politiche.Ma non è quello che è avvenuto; paradossalmente i risultati esprimono l’esatto contrario per molte specie.

La tanto attesa e discussa proposta di proibire il commercio internazionale del tonno rosso è stata sbrigativamente e scandalosamente bocciata. Il Principato di Monaco aveva proposto di sospendere l’export del tonno rosso e di inserirlo nell’Allegato I e la proposta era stata anche appoggiata dalla Commissione Europea. I risultati scientifici, il crescente interesse di tutte le associazioni ambientaliste e animaliste, il supporto di tanti paesi, anche di quelli che detengono le maggiori quote di pescato su entrambe le coste dell’Atlantico (Europa e Stati Uniti), non sono assolutamente serviti a niente. Il sovrasfruttamento di questa specie e la conseguente estinzione non sarà fermata.
Sorte simile per lo squalo spinarolo, lo squalo martello comune, lo squalo martello smerlato, lo squalo martello maggiore e lo squalo oceanico; le Parti hanno votato contro le proposte di Palau e Usa, supportate ovviamente da tanti altri stati, di includere 5 specie di squali nell’Appendice II, che ne avrebbe garantito un maggiore controllo del loro commercio. Questi squali sono particolarmente sensibili alla caccia selvaggia perché crescendo lentamente, impiegano più anni per raggiungere la maturità sessuale che gli permette di essere attivi nella riproduzione. Bisogna sottolineare che la carne di squalo non è fortemente richiesta perché considerata poco gradevole; infatti all’animale vengono asportate le pinne molto richieste per farne le famose zuppe e la carcassa viene ributtata in mare. La notevole richiesta di pinne è una delle cause principali della scomparsa dagli oceani dello squalo oceanico. Il corallo rappresenta l’altra grande e grave sconfitta per la salvaguardia della biodiversità marina. L’E.N.P.A. dichiara che anche il nostro paese è responsabile del fallimento in quanto per proteggere una ristretta cerchia di artigiani, la delegazione italiana ha rifiutato non solo il bando ma qualsiasi tipo di compromesso sulla regolamentazione del commercio di corallo.
Bocciata dalle Parti anche la proposta degli statunitensi di bandire il commercio delle pelli, zampe e denti degli orsi polari. Il commercio delle pellicce insieme al riscaldamento globale aggrava il pericolo di estinzione di questi magnifici esemplari. Canada, Groenlandia e Norvegia, in risposta alla proposta degli Usa, hanno affermato che il commercio delle pelli rappresenta una minaccia minima per gli animali e che non si poteva vietare la caccia perché questa ultima è essenziale per l’economia delle popolazioni artiche. Le Parti, per non danneggiare le comunità dell’Artico, hanno detto no alla proposta e gli orsi polari, dunque, rimangono cacciabili. Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration Usa le estati artiche saranno nel giro di 30 anni senza ghiacci. Gli orsi bianchi trascorrono tutta la loro esistenza sui ghiacci, ci nascono, si accoppiano, partoriscono, mangiano, cacciano sui ghiacci e lo scioglimento di questi provocherà la loro estinzione. Per questa ragione, gli statunitensi avevano proposto di rendere illegale la caccia eccezione fatta per la pura sussistenza.
"Ma le Parti hanno voltato faccia anche a questa specie simbolo" ha affermato Jeff Flocken dell’International Fund for Animal Welfare.
Tra tante sconfitte però c’è qualche piccola vittoria. Le tigri sono state inserite in un piano che prevede la preservazione della specie. I 13 paesi nelle quali ancora vivono, le devono proteggere, rafforzando la legislazione. Il piano prevede maggiori investimenti per evitare il bracconaggio e il commercio illegale, incremento degli allevamenti specialmente nei parchi della Cina, maggior controllo di questi ultimi; infine è stato chiesto di promuovere un azione internazionale per evitare definitivamente che si ricorra agli animali selvatici in via di estinzione per preparare farmaci che si usano nella medicina tradizionale cinese, sostituendoli con sostanze che diano maggiori garanzie di efficacia.
Notizie buone anche per i rinoceronti. Questa specie è stata messa negli ultimi anni a dura prova dal bracconaggio. Quindi le Parti hanno deciso che i paesi nei quali ancora sopravvivono, devono intensificare i controlli alle frontiere e applicare delle leggi che possano salvaguardarli. Partirà una campagna di sensibilizzazione verso i consumatori che sfruttano le corna di rinoceronte e si concentreranno le azioni internazionali mirate a contrastare la criminalità organizzata. Unica grande vittoria di questa conferenza:  gli elefanti. Le proposte della Tanzania e della Zambia di spostare gli elefanti dall’Appendice I all’Appendice II e di avere la possibilità di poter vendere “una tantum” le scorte di avorio, sono state respinte dalle Parti.
Ai delegati presenti è stato anche presentato un innovativo strumento l’E.T.I.S. (Elephant Trade Information System) che attraverso una enorme banca dati, consentirebbe di monitorare e vigilare i traffici di avorio e il commercio illegale.
 
Possiamo concludere dicendo che la sensazione è quella che le Parti hanno ceduto alle pressioni politiche, anteponendo gli interessi economi e commerciali alla salvaguardia delle specie a rischio di estinzione. Purtroppo visto i pochi risultati ottenuti, diventa difficile avere fiducia nelle delegazioni; il sospetto che i voti per inserire quella o l’altra specie da proteggere nelle Appendici vengano mercanteggiati e basati su calcoli che hanno poco a che fare con la salvaguardia della natura, è fondato.
 
La prossima conferenza della C.I.T.E.S. si terrà nel 2013 in Thailandia.

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Fonte: http://www.cites.org

Autore: Tamara Mastroiaco – Redazione di Promiseland

 

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