Le chiusure dei macelli riducono sensibilmente la produzione di carne negli Stati Uniti dove si assiste, per effetto della pandemia, alla chiusura o rallentamento di molti stabilimenti produttivi. Bill Lapp, presidente della Advanced Economic Solutions, ha dichiarato che la capacità di produzione di carne bovina è diminuita del 14% e si prevede un ulteriore calo del 32% a partire dalla settimana del 4 maggio 2020. Tyson Foods, il più grande produttore di carne degli Stati Uniti, ha chiuso a metà Aprile due grandi strutture di lavorazione di carne di maiale in Indiana e Iowa e uno stabilimento a Washington, mentre i lavoratori sono stati sottoposti a test. Altre due stabilimenti di confezionamento carne hanno annunciato lo spegnimento degli impianti il 24 Aprile.
In un articolo in cui si affronta il problema della produzione americana della carne, l’Economist scrive:
La pandemia sta avendo un altro effetto: “mostrare le debolezze di cui le persone parlano da sempre”. É quanto sostiene sostiene Chris Leonard, autore di un libro che traccia l’ascesa di Tyson Foods nella sua scalata al dominio della vendita di pollo. Sostiene che questo è il momento di lanciare l’allarme: l’industria della carne nel suo insieme non si è consolidata in modo sano nelle mani di alcune grandi aziende; mani grasse e deformi come le galline e i maiali che allevano.
Se da una parte le azioni di Tyson Food hanno registrato un calo del 5% in una sola settimana a causa delle chiusure degli impianti e della probabilità che molti dipendenti non possano proseguire l’attività lavorativa, dall’altra le azioni di Beyond Meat hanno subito un rialzo del 40%, anche grazie all’annuncio fatto da Starbucks, che ha dichiarato l’introduzione dei prodotti della società nei suoi punti vendita e nelle caffetterie cinesi.
La pandemia sta rimodellando il mercato americano dei sostituti di origine vegetale, in aumento vertiginoso. Secondo i dati rilasciati dall’istituto di ricerca Nielsen e ripresi sia dal Financial Times che da altre testate di livello internazionale, le vendite di analoghi della carne negli Stati Uniti sono aumentate del 200%: il dato riguarda la settimana conclusasi il 18 aprile rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso; le vendite sono aumentate del 265% in un periodo di osservazione di otto settimane.
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“Sebbene la carne a base vegetale rappresenti ancora una piccola parte del mercato statunitense nell’ambito degli alimenti proteici, negli ultimi anni è cresciuta rapidamente in popolarità. Una tendenza che è stata accelerata dalla crisi” ha affermato Bruce Friedrich del Good Food Institute nell’intervista per il FT.
Rispetto alla carne vera, la produzione di proteine vegetali è più automatizzata e meno dipendente dalla manodopera, quindi è meno vulnerabile alle carenze di personale. “Con la carne di origine vegetale, i fattori della catena di approvvigionamento sono molto più facili da gestire”, ha affermato Friedrich.
La pandemia e la salute pubblica: il risveglio di una coscienza sulle possibili implicazioni della carne
Molte delle realtà che si occupano di produzione plant-based sostengono che la pandemia stia evidenziando i legami tra problematiche di salute pubblica e il consumo di carne animale: la situazione fornisce ai consumatori un motivo valido per passare al cibo vegetale. Come le sars, l’influenza aviaria, l’influenza suina o l’ebola, il Covid-19 è una zoonosi, derivante quindi da un contatto animale-uomo. Oggi, tre su quattro delle malattie infettive nuove o emergenti provengono da animali, principalmente dal commercio di animali selvatici e dall’allevamento industriale. Complessivamente, ben 56 malattie zoonotiche sono responsabili di circa 2,5 miliardi di casi di malattie umane e 2,7 milioni di morti all’anno. Le condizioni in cui gli animali sono tenuti negli stabilimenti e nei mercati della fauna selvatica (wet markets) forniscono un ambiente fertile per la trasmissione di virus tra diverse specie e esseri umani.
Nel quotidiano web Independent si scrive:
“Sulla scia del coronavirus, ci sono richieste di controlli più severi negli aeroporti che vietano il movimento non regolamentato di animali selvatici e limitano il contatto uomo-animale. Ma le soluzioni ovvie, più semplici, più economiche ed efficaci sono porre fine al commercio globale di animali selvatici e smettere di mangiare carne e latticini.” Riportando le parole della campagna vegan “Viva! si aggiunge: “Porre fine allo sfruttamento degli animali è una delle azioni più grandi che l’umanità possa intraprendere per proteggersi dalle future pandemie. Siamo d’accordo. Ecco perché oggi chiediamo alle persone di tutto il mondo di diventare vegan ora.”
In un nuovo report pubblicato da Markets and markets nel merito dell’impatto di COVID-19 sul mercato degli analoghi della carne, si afferma che il settore potrebbe incrementare il proprio valore dai 3,6 miliardi di dollari nel 2020 a 4,2 miliardi di dollari entro il 2021 a livello globale. Il rapporto riporta che fattori come la paura di un numero crescente di malattie trasmesse da animali (come il COVID-19), l’aumento della popolazione vegana e la consapevolezza dei consumatori in merito ai benefici nutrizionali offerti dagli analoghi vegetali, sono i fattori che si prevede, possano guidare la crescita di questo settore. I consumatori si stanno spostando verso proteine di origine vegetale e stili di vita più sani.
Carne vegetale: un aumento che è iniziato già da Marzo 2020
Il trend legato ad un consolidamento dei prodotti vegetali in risposta ai timori della pandemia, ha iniziato ad essere osservato già da Marzo.
Le ricerche dell’istituto di ricerca Nielsen suggerivano già che le vendite al dettaglio di analoghi della carne stavano aumentando in modo significativo: secondo i dati relativi alle vendite in dollari nel commercio al dettaglio negli Stati Uniti, le vendite di fake meat erano già in crescita del 158,3% su base annua nella settimana 22-29 febbraio. Tuttavia, le vendite hanno raggiunto un picco raggiunge il picco nella seconda settimana di Marzo.
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Ecco quanto rilevato. Analoghi della carne “fresh”:
+ 255,3% nella settimana che termina il 28/03/20
+ 454,1%nella settimana che termina il 21/03/20
+ 279,8% nella settimana che termina il 14/03/20
+ 158,3% nella settimana che termina il 29/02/20
( Il paragone è stato fatto rispetto alla stessa settimana dell’anno precedente)
Analoghi della carne già pronti:
+ 50,2% nella settimana che termina il 28/03/20
+ 128,6% nella settimana che termina il 21/03/20
+ 84,6% nella settimana che termina il 14/03/20
+ 20,5% nella settimana che termina il 2/29
( Il paragone è stato fatto rispetto alla stessa settimana dell’anno precedente)
Aumenta la domanda di prodotti plant-based anche in Cina, di pari passo con l’aumento dei timori di una connessione tra il consumo di carne e la diffusione della pandemia da Covid-19. Tra chiusure di ristoranti, misure di distanziamento sociale e un numero sempre più elevato di persone che cucinano a casa, anche gli acquisti di cibo online sono aumentati notevolmente in Asia: la tendenza che si riscontra analizzando i dati forniti dai distributori è una predilezione per gli alimenti vegetali, anche per via dei prezzi competitivi che questi alimenti hanno raggiunto sul mercato orientale. Tra i prodotti “alternativi” più apprezzati in assoluto, secondo i dati, c’è Omnipork, finta carne di maiale che sta spopolando sul mercato cinese per via della sua texture che la fa assomigliare alla carne animale, e al sapore che ben si adatta anche alla preparazione di piatti tradizionali. Ne abbiamo parlato diffusamente qui:
Coronavirus: l’Asia verso un’alimentazione plant-based per paura del contagio
La pandemia sta quindi fornendo un punto di vista dal quale osservare le abitudini di consumo e i cittadini, stanno scoprendo che l’alternativa vegetale può coadiuvare un cambiamento quanto mai necessario. A dimostrazione di ciò, riportiamo di seguito, una rassegna stampa internazionale sul tema. Ecco i principali titoli delle maggiori testate internazionali che in questi giorni, si stanno occupando della tematica e stanno dando spazio all’ascesa del mercato degli analoghi della carne; una selezione dei principali titoli con le rispettive traduzioni.
La rassegna stampa internazionale. I titoli dalle principali testate
Financial Times: “La pandemia accelera il passaggio ai sostituti della carne. Le vendite di analoghi della carne aumentano del 200% negli USA nello stesso momento in cui si verificano le chiusure dei macelli
The Economist: In America, il virus minaccia un’industria della carne troppo intensiva
Animali sani vengono uccisi e sepolti per mancanza di lavoratori dei macelli
The New York Times: “Il business della carne contribuisce fortemente al cambiamento climatico. Il coronavirus sta causando la chiusura gli impianti di confezionamento della carne, aumentando le tensioni finanziarie della guerra commerciale cinese e l’ascesa delle alternative vegetali come gli analoghi della carne.”
Independent: La crisi del coronavirus è un buon momento per tutti per diventare vegani
The Guardian: “La pandemia di Covid-19 dimostra che dobbiamo trasformare il sistema alimentare globale. Il nostro sistema alimentare globale, orientato al profitto, incentrato sulla carne ci sta facendo ammalare. Abbiamo bisogno di un ripensamento radicale”
Forbes: “Cinque modi in cui il coronavirus cambierà il modo in cui mangiamo”
Boomberg Green: “In clima di preoccupazioni per le filiere alimentari, le startup di carne vegetale fanno soldi a palate. Le corsie vuote dei supermercati e una crescente consapevolezza della connessione della carne industriale con la pandemia, stanno dando impulso alle aziende alimentari food tech”
Euronews: “Il modo migliore per prevenire future pandemie come il coronavirus? Smetti di mangiare carne e diventa vegano”.
World Economic Forum: Il coronavirus ha riportato le proteine vegetali nei menu della Cina
Fooddive: “Come le aziende produttrici di carne vegetale stanno sopravvivendo mentre il coronavirus chiude i ristoranti. Impossible Foods, Beyond Meat e Before the Butcher hanno visto diminuire le vendite mentre gli stabilimenti di ristorazione chiudono i battenti ma stanno trovando nuovi modi per raggiungere i clienti durante la pandemia.”
Food Manufacturer: “Il coronavirus scatena l’esplosione delle vendite di prodotti vegetali”
BristolLive: “Sempre più persone stanno provando cibo vegano durante il lockdown” secondo il proprietario di una azienda di torte di Bristol. “È una cosa molto positiva secondo me, dal momento che molte persone potrebbero aver avuto dei preconcetti sul gusto dei prodotti vegan”
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