E’ questo che voglio?

Promiseland -

Una sera come tante…dopo cena un po’ di chat per rilassarsi, parlare con gli amici…solito rito, “chissà che nick strani ci saranno oggi?”, faccio la ricerca e subito mi salta agli occhi quello, così simile al mio…chi lo possiede deve somigliarmi per averlo scelto…lo chiamo, risponde…qualche rapida battuta per capire se si può parlare insieme […]

Una sera come tante…dopo cena un po’ di chat per rilassarsi, parlare con gli amici…solito rito, “chissà che nick strani ci saranno oggi?”, faccio la ricerca e subito mi salta agli occhi quello, così simile al mio…chi lo possiede deve somigliarmi per averlo scelto…lo chiamo, risponde…qualche rapida battuta per capire se si può parlare insieme e decidiamo di poterlo fare…ci si risente…nasce tutto così, per caso, per colpa (o merito) di due nick tanto somiglianti…un rapporto un po’ burrascoso, tra due tipi che hanno un brutto carattere (ci somigliavamo davvero)…litigate fin dall’inizio, ma chissà perché era impossibile smettere di sentirci…”è colpa tua”, “no, sei sempre tu che non capisci”…e così si continuava a sentirci, a raccontarci sempre più di noi…ad essere sempre più, uno parte della vita dell’altra…nasce una solida e bella amicizia…ci si racconta…si scoprono tante affinità, stessi problemi da confrontare, stesse soluzioni che non si riescono a trovare, stesse aspirazioni, stessi sogni.

Cosa sia successo poi, non saprei dirlo…so che lui ha cominciato piano piano ad entrarmi dentro, la sua anima poco per volta si è avvicinata alla mia, l’ha presa per mano…si sono avviate insieme verso il cuore e lo hanno irrimediabilmente avvolto…un cuore rannicchiato, che non voleva più conoscere sentimenti e che invece si è trovato a dover respirare amore…un amore grande, profondo, un amore nato dall’anima, niente a che fare con l’aspetto fisico, ma come era bello lui, nessuno poteva esserlo…lui era la sua anima, i suoi pensieri, i suoi sentimenti, il suo calore, la sua presenza, il suo essere “lui”…il suo corpo era solo la scatola che lo racchiudeva, e come le scatole dei regali non aveva importanza, quello che importava era il suo contenuto, e quello lo conoscevo molto bene…

All’inizio ho provato a ribellarmi, a proteggere il mio cuore che ormai si stava corazzando, lui non poteva entrarci così, non volevo…ho deciso di allontanarmi per sempre dalla chat, ma la sua disperazione al pensiero di perdermi mi ha riportata indietro…in una lettera che non dimenticherò mai, mi diceva che anche tra vent’anni non avrebbe scordato una mia frase, e sarebbe venuto da me per darmi un abbraccio, e ho deciso che poteva anche valere la pena di soffrire per non perdere una persona così…una frase sciocca, lui dice che sia stata determinante nel suo innamorarsi di me…io non so esattamente quando mi sia successo…credo che sia stata graduale la cosa, sono certa di averla osteggiata in tutti i modi, forse per questo quando non ho più potuto negarla è esplosa con un tale fragore…Ricordo ancora quel momento, una notte mi sono svegliata, avevo una mano sul cuore e il suo nome sulle labbra, ho capito che ormai non potevo più mentirmi…Indimenticabili i giorni successivi alla ammissione che feci con me stessa…e che comunicai a lui…mi sentivo completamente circondata dall’amore, lo respiravo, mi respirava…la sua dolcezza era inimmaginabile, la sua presenza era tangibile, i suoi sentimenti erano al mio fianco, il suo cuore era abbracciato al mio…ore al telefono a farmi coccolare dalla sua voce, serate in chat a stringere i suoi pensieri tra le mani, giornate trascorse a vivere un sogno, il suo nome in ogni istante nella mia mente…

Dovremo vederci, comincia a dire lui…non sapeva quanto lo desiderassi…mi chiese di pensare a come organizzare la cosa, in mezz’ora avevo annullato 150 km di lontananza e decine di problemi…”Amore ho organizzato, martedì ci si vede”…”Come sei caparbia, io ci stavo solo pensando e tu hai già fatto tutto”…chissà se era compiacimento o dispiacere…ma ormai non si poteva ritrattare…mancava una settimana, e a mano a mano che il conto alla rovescia procedeva la paura di essere stata troppo impulsiva mi stringeva sempre più, la paura che vedendomi cambiasse idea era soffocante, mi toglieva il respiro in certi attimi, ma ero convinta che si dovesse andare avanti, e anche lui diceva di esserlo…io non avevo dubbi su di me, ero innamorata di qualcosa che non poteva cambiare vedendolo, amavo la sua essenza, come fosse il corpo che la racchiudeva era insignificante…ma mi terrorizzava l’idea che per lui non fosse così…

Ci siamo, è martedì…appuntamento nella tale piazza della sua città, l’avevo scelta io, quello per me è uno dei posti più belli del mondo, non potevo che incontrarlo lì…arrivo con l’auto, lui c’è già…mi affianco, uno sguardo fugace, scendiamo ci avviciniamo…un momento di imbarazzo, un saluto formale…un attimo di smarrimento, non assomiglia minimamente al mio ideale fisico di uomo…”Voglio vedere la città da qui” mento, mentre mi allontano dandogli le spalle, invece devo ritrovare il respiro, raccogliere le idee: lui mi arriva dietro mentre guardo, senza vederlo, il panorama “Ma ti piace così tanto questa città?”…era la sua voce che mi accarezzava di nuovo, mi volto ed il suo viso si sovrappone alla sua voce, è lui…la scatola non è quello che avrei scelto se fossi partita da lì, ma è “lui”, solo questo conta…dentro c’è “lui”…

Le ore che sono seguite sono state lunghissime e brevissime, io desideravo parlare, scambiarci ancora quei pensieri che tanto mi avevano riscaldata…invece mi sentivo sotto esame come non mai, lui stava studiando ogni mia particella…e ogni attimo di più lo sentivo allontanarsi…glielo ho chiesto, lui non lo ha mai ammesso, ma nei suoi occhi ho letto mille volte la delusione…in qualche breve attimo mi sono sentita ancora amata, qualche abbraccio, un bacio…e di nuovo quello sguardo lontano…suona il mio telefono “presto, rientra a casa, l’alluvione sta facendo disastri, rischi di non riuscire ad arrivare”, un saluto frettoloso che ci ha tolto dall’imbarazzo…e riprendo la strada del ritorno…il cuore in tumulto, i pensieri aggrovigliati, il respiro addormentato, il suo ricordo accanto a me…la speranza di essermi sbagliata mi fa sperare di sentire il cellulare che squilla, una parola per sapere come va il viaggio, un sms che mi chieda notizie…il silenzio mi ha tenuto per mano fino a casa…la sera in chat lo incontro “Mi aspettavo che mi chiedessi se fossi riuscita a tornare sana e salva” “Non ci ho pensato”…dolore, dolore, dolore a mille… quell’assurda voce dentro di me che continuava a dirmi che non poteva essere, che mi sbagliavo, che era normale…lui diceva che forse aveva bisogno di più di un incontro, per capire se poteva funzionare, era solo quello, sicuramente era solo quello, non avevo visto giusto…

Il giorno dopo ci si sente al telefono, gli dico le mie perplessità e lui è molto vago…mi lascia capire che qualcosa non è andata, ma è piccola cosa, i suoi sentimenti non sono cambiati…però prima di darmi la risposta definitiva sarebbe meglio rivederci…la speranza mi trascina con sé, impetuosa, “Non mollare, non lo hai ancora perso”…decidiamo di vederci il giorno dopo, a metà strada questa volta…nei suoi occhi ritrovo quello sguardo terribile…e poi le sue parole, ogni parola un colpo dritto al cuore, “Mi piaci, io sono ancora innamorato di te, ma nel tuo aspetto c’è una cosa che non mi va e questo mi basta per annullare tutto il resto, non riesco ad accettarti”…disperazione, disperazione, disperazione a mille…stavolta lo ho perso davvero…tengo la sua mano tra le mie, non riesco a lasciarla, non posso pensare che non la carezzerò più, che non mi carezzerà più…non voglio vedere i suoi occhi che mi guardano pietosi mentre non riesco a trattenere le lacrime…vorrei svanire…vorrei gridare…vorrei correre lontano…vorrei tornare indietro di mesi…vorrei non aver mai organizzato l’incontro di martedì…vorrei non essere mai andata su C6…vorrei…vorrei…vorrei soltanto lui, e ora so che non potrò averlo…

Inutile, restare…lui si dispera, impreca contro il suo carattere, dice che soffre…e io sto morendo dentro…”Non sentiamoci più, non potrei sopportarlo” dico io…”Come vuoi”…si riparte…un viaggio che non ricordo, lacrime che non potevo asciugare, dolore che non riuscivo a far tacere, mille pensieri che ballavano un loro ritmo, senza trovare accordo, le forze che non volevano saperne di farsi avanti…sono certa che questa volta il mio cuore non reggerà, non riuscirò ad affrontare anche questa prova, è troppo per me…poi ritrovo la lucidità, sono una donna forte, ho affrontato mille problemi, supererò anche questo…meglio averlo come amico che non averlo…voglio dirglielo, il suo cellulare è spento, gli scrivo e ci sentiamo il giorno dopo…glielo dico, e lui risponde che ha letto la mia lettera quando ha aperto la e-mail per scrivermi, aveva qualcosa da dirmi…mi dice la stessa cosa, ma aggiunge che pensa di essere stato troppo precipitoso…che lui ha bisogno di più tempo per decidere, se io me la sento possiamo sentirci ancora, vederci e valutare con calma, ma non sa se le cose cambieranno…speranza, speranza, speranza a mille…certo che ci provo, farei qualsiasi cosa per poter avere un’altra possibilità…

Ma come è difficile sentirlo ora, le nostre telefonate prima intrecciate con l’amore, ora sembrano vuote, le lacrime mi fanno compagnia, e l’imbarazzo lo accompagna…glielo dico, dico che non ce la faccio, non sono forte come credevo…lui con la sua dolcezza mi convince a provare ancora…sì, ce la farò, sono sicura di sì…sto vivendo in un’altalena pazzesca…rifletto e mi convinco di una cosa, poi sento la sua voce e crolla tutto…mi sento in grado di affrontare il mondo, poi avverto la sua distanza e mi disintegro…sto facendo uno sforzo incredibile per non chiamarlo chissà se lui sta facendo lo stesso sforzo per chiamarmi, invece?…non so che succederà, domani, domenica o tra un anno, so però che in qualunque modo vada, quello che ho ricevuto da lui nessuna forza al mondo me lo potrà mai togliere, e sarà qualcosa che porterò con me per sempre…qualcosa a cui penserò ogni volta che il suo nick lampeggerà ancora per dirmi “Ciao, stregaccia”…sia esso seguito da un “Come va?” o da un “Come va, amore?”

Due giorni che non sento la sua voce riesco a riflettere con più calma…è questo quello che voglio? Voglio un uomo che per un particolare fisico (unico dice lui) che non lo convince del tutto, annulla mille altre cose, a suo dire, splendide? Se decidesse per il sì e poi io avessi un incidente che mi sfigura o ingrassassi, allora mi mollerebbe senza pensarci? Voglio un uomo che, sapendo del momento difficile in cui mi trovo, palleggia così i miei sentimenti, pensando unicamente a quello che prova lui, senza capire del tumulto che scatena dentro di me?…Ora anche io comincio a vederlo sotto una luce diversa…un po’ più egoista della persona che conoscevo, un po’ più spietato dell’uomo che mi ha fatto innamorare…un po’ troppo insensibile…

Se mi chiamerà, ci rivedremo…lo ascolterò, spererò ancora che mi dica di essere uno stupido per quel che ha fatto e detto, lo guarderò, forse lo abbraccerò…ma probabilmente sarò io a dirgli che non me la sento di avere un uomo che non sa guardare oltre le apparenze, che rinuncia a cose eterne per cose che domani potrebbero non esserci più…glielo dirò piangendo, come si piange per un lutto, perché una parte di me morirà…ma sarà l’inizio della risalita, ricominciare ad amare me stessa per poter amare ancora…

di Alissa.

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