Oggi è l’Earth Overshoot Day, il giorno in cui la Terra ha terminato le risorse disponibili per il 2023: d’ora in poi, vivremo in debito ecologico con il Pianeta fino alla fine dell’anno. A dircelo è il Global Footprint Network, un’organizzazione internazionale per lo sviluppo sostenibile, che cerca di fare luce sullo sfruttamento delle risorse naturali in risposta ai cambiamenti climatici. Rispetto allo scorso anno, la data si è spostata in avanti di 5 giorni, ma c’è poco per cui gioire: i veri progressi ammontano a meno di un giorno, il resto è il frutto di una sistemazione dei calcoli e all’integrazione del set di dati analizzati.
È dagli anni ’70 che si tiene conto di questi dati e nel corso del tempo la finestra temporale in cui le risorse naturali vengono sfruttate (e finite) nel corso di un anno si è ristretta: se all’epoca eravamo in grado di farci bastare le risorse disponibili da gennaio a dicembre, oggi viviamo come se avessimo a disposizione 1,7 Terre. In soli 8 mesi, quindi, abbiamo già sfruttato tutto le risorse che avevamo a disposizione per il 2023 e le cause sono molteplici, da ricercarsi nell’eccessivo uso del suolo, nelle attività agricole e minerarie, nell’estrazione di combustibili e tantissime altre attività, ma anche nell’inquinamento atmosferico.
Ovviamente, bisogna considerare che non tutti i Paesi consumano e impattano allo stesso modo: ogni Paese segna una data per il proprio personalissimo Overshoot Day e per l’Italia è stata lo scorso 15 maggio. C’è chi, come il Qatar e il Lussemburgo, ha terminato le risorse disponibili per il 2023 già a febbraio e chi, invece, è in grado di farsele bastare fino a dicembre, come l’Ecuador e la Jamaica. In Italia, viviamo e consumiamo come se avessimo a disposizione quasi 3 Pianeti. Ma così non è, naturalmente, e ogni anno il nostro debito ecologico con il Pianeta che ci ospita non accenna a diminuire, quasi come se la questione non ci riguardasse.
Invece ci riguarda eccome, perché è certo che la responsabilità di questo disastro è esclusivamente umana e che a pagarne le spese saranno soprattutto le generazioni future.
La tendenza attuale non ha futuro: cosa possiamo fare
Sicuramente, dobbiamo agire su più fronti per cercare di invertire la rotta: tra le possibili soluzioni c’è anche un cambiamento nell’attuale sistema alimentare globale, ancora troppo ancorato agli alimenti di origine animale. I dati ci dicono che anche solo riducendo del 50% il consumo globale di carne, riusciremmo a spostare la data dell’Overshoot Day di 17 giorni; di altri 13, se fossimo in grado anche di ridurre lo spreco alimentare attuale.
Senza contare che metà della biocapacità della Terra è impiegata attualmente per la produzione di cibo (prevalentemente di origine animale), il cui impatto ambientale e spreco di risorse è sempre più insostenibile. Se fossimo in grado di spostare questo consumo verso alimenti plant-based, prediligendo cibo locale e riducendo lo spreco alimentare, potremmo già spostare l’Overshoot Day di 32 giorni.
Bisogna agire subito e ognuno di noi può fare la differenza, ogni giorno per tre volte al giorno, attraverso quello che decide di portare in tavola.
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