Prima del solito. Il cosiddetto Earth Overshoot day è arrivato ieri, lunedì 8 Agosto.
Per chi non lo sapesse, questa data indica il giorno in cui la domanda per le risorse naturali del nostro pianeta da parte dell’essere umano supera le effettive risorse che la Terra può rigenerare in 365 giorni.
L’Earth Overshoot day arriva ogni anno sempre prima (nel 2000 cadeva a fine settembre) a causa dell’intensa attività umana, insostenibile visto il numero di esseri umani raggiunto ad oggi ed allo stile di vita che la parte più ricca della popolazione mondiale ha deciso di intraprendere.
Usiamo molte più risorse di quanto la natura possa rigenerare: attraverso la pesca intensiva gli oceani stanno morendo, il disboscamento incontrollato per far posto ad altre colture distrugge ed emettendo nell’atmosfera più anidride carbonica di quanto le foreste e gli oceani siano in grado di riassorbire.
Ciò che cresce maggiormente è la quantità di diossido di carbonio che le attività umane comportano, allevamento industriale in primis. Non è una novità, infatti, il fatto che quest’ultimo non provochi sofferenze solamente agli animali, ma sia anche causa di grande inquinamento, grande dispendio di energie e risorse, nonché di elevatissime emissioni di anidride carbonica. L’impronta dovuta al diossido di carbonio (carbon Footprint) genera il 60% della domanda di risorse naturali da parte dell’umanità (impronta ecologica).
Nel mondo gli animali allevati ed ammazzati, per finire nei piatti di chi dice non poterci rinunciare, sono innumerevoli. Il loro allevamento comporta una domanda di risorse insostenibile per il pianeta: tra inquinamento e foreste abbattute per coltivare i cereali per questa gran quantità di animali, secondo studi autorevoli dell’ONU e dalla Pew Commission viene dimostrato che l’allevamento è responsabile del 18% delle emissioni di gas serra (è risaputo che il numero è basso, perchè l’organizzazione non include i gas serra associati al trasporto degli animali vivi), circa il 40% in più dell’intero settore dei trasporti – autovetture, camion, aerei, treni e navi – nel suo complesso.
In questo momento, secondo il Global Footprint Network, se la popolazione mondiale decidesse di vivere come i cittadini australiani avremmo bisogno di 5,4 pianeti come il nostro.
L’uso di energie rinnovabili e la scelta di uno stile di vita che non preveda il consumo di alimenti e prodotti derivati dalla sofferenza e la morte di animali sono piccoli passi che ognuno di noi può intraprendere nella consapevolezza del fatto che le nostre azioni portano sempre a delle conseguenze.
E’ necessario per noi, per chi verrà dopo di noi e per tutte le altre creature che abitano la Terra. Il nostro pianeta può “benissimo” fare a meno di noi, siamo noi esseri viventi ad aver bisogno di lui ed è per questo che ogni scelta fatta nella direzione del buon utilizzo delle risorse naturali, sia un contributo importante per la sopravvivenza di questa perla azzurra che è la Terra.
Scegli i prodotti certificati VEGANOK e sostieni così la libera informazione!

Solo con la partecipazione di tutti potremo fare la differenza per la salvaguardia del pianeta.