I dati sulla resistenza antimicrobica nei batteri zoonotici presentati da 28 Stati membri dell’UE, sono stati analizzati congiuntamente dall’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e dall’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie).
Il quadro che emerge è allarmante: gli antibiotici usati per trattare infezioni di origine animale come campilobatteriosi e la salmonellosi stanno diventando meno efficaci, con la multiresistenza a tre o più antimicrobici.
Vytenis Andriukaitis, commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare:
“Il rapporto pubblicato dovrebbe far squillare ancora una volta campanelli d’allarme: evidenzia che stiamo entrando in un mondo in cui infezioni comuni diventano sempre più difficili – e talvolta impossibili – da trattare. Tuttavia politiche ambiziose, promosse da alcuni Paesi in cui si limita l’uso degli antimicrobici, hanno portato a una diminuzione della resistenza ad essi.
“Dunque, prima che i campanelli d’ allarme diventino sirene assordanti, assicuriamoci di agire sempre più tutti insieme, in ogni Paese e in tutti i settori della sanità pubblica, della salute animale e dell’ambiente sotto l’ombrello di un approccio unitario alla salute (One Health)”.
La relazione congiunta, che presenta i dati raccolti da 28 Stati membri dell’UE su esseri umani, suini e vitelli di età inferiore a un anno, conferma l’aumento della resistenza agli antibiotici già individuata negli anni precedenti. In alcuni Paesi la resistenza ai fluorochinoloni (come la ciprofloxacina) nei batteri del genere Campylobacter è talmente alta che tali antimicrobici non funzionano più per il trattamento di casi gravi di campilobatteriosi.
Consulta qui il i dati: Antibioticoresistenza in Europa
La multi-farmaco resistenza (ovvero la resistenza a tre o più antimicrobici) è elevata nella Salmonella trovata nell’uomo (28,3%) e negli animali, in particolare in S. Typhimurium.
Mike Catchpole, direttore scientifico dell’ECDC ha dichiarato:
“Ora è il momento di invertire l’andamento della resistenza agli antimicrobici, se vogliamo mantenere efficaci gli antibiotici. Il fenomeno è particolarmente allarmante quando si parla di resistenza congiunta: percentuali anche basse di resistenza congiunta implicano che per molte migliaia di pazienti in tutta l’UE le opzioni di cura in caso di infezioni gravi sono limitate”.
Marta Hugas, responsabile scientifico capo all’EFSA ha aggiunto:
“Abbiamo visto che quando gli Stati membri hanno attuato politiche rigorose, la resistenza agli antimicrobici negli animali è diminuita. Le relazioni annuali delle agenzie europee e nazionali includono di ciò esempi degni di nota. Ciò dovrebbe servire da ispirazione per altri Paesi “.
Il report completo è consultabile a questo link: The European Union summary report on antimicrobialresistance in zoonotic and indicator bacteria from humans,animals and food
Approfondiamo. FOCUS ON AMR
L’uso massiccio di antibiotici negli allevamenti intensivi favorisce l’antibiotico-resistenza, minaccia mondiale che colpisce uomini e animali. Può riguardare tutti i tipi di farmaci antimicrobici: antibatterici (detti anche antibiotici), antifungini, antivirali, antiparassitari.
Facciamo chiarezza sul fenomeno: di cosa si tratta?
L’antibiotico resistenza (AMR) è il fenomeno per il quale batteri, virus e altri organismi che possono infettarci, sviluppano una resistenza agli stessi farmaci che usiamo per combatterli. I batteri sviluppano questa abilità per sopravvivere in presenza di antimicrobici come ad esempio gli antibiotici. La resistenza può insorgere sia nell’uomo che negli animali e si verifica quando un microbo è esposto ripetutamente nel tempo ad un agente antimicrobico che non lo uccide.
Tutti gli animali sono portatori di batteri nei loro intestini. Tali batteri sono benefici per la salute degli animali. Gli animali negli allevamenti intensivi, vengono spesso curati e trattati con antibiotici a causa delle condizioni spesso precarie in cui sono costretti a vivere e ciò crea nel loro intestino un ambiente che favorisce la sopravvivenza e la moltiplicazione dei batteri resistenti. I batteri resistenti possono poi sia contaminare gli alimenti derivati da quegli animali (carne, pesce latte e uova) sia diffondersi alle colture che vengono irrigate con acque contaminate o fertilizzate con concime animale.
Leggi il nostro articolo sul tema:
Antibiotico resistenza e consumo di carne, pesce, latte e uova: uno studio conferma il legame

Scegli i prodotti certificati VEGANOK e sostieni così la libera informazione!