NEW YORK, 12 SETTEMBRE – Addio Miss Waldron’s: il tuo lontano cugino, l’uomo, ti ha fatto fuori. Definitivamente.
Gli antropologi dell’Hunter College di Manhattan hanno lanciato l’allarme per l’estinzione di un primate, strettamente imparentato con la specie umana: la scimmia conosciuta come “Miss Waldron’s red colobus”, appartenente ad una delle circa 12 sottospecie della scimmia rossa colobus.
Dopo sette mesi di ricerche nel suo ambiente naturale, la costa occidentale dell’Africa, gli scienziati non sono riusciti a trovare traccia dell’animale e hanno dovuto prendere atto della sua possibile estinzione.
In proposito ormai ci sono ancora pochi dubbi, in quanto è stato tentato l’impossibile anche solo per sentire il richiamo del mammifero.
Il coordinatore della spedizione, John Oates, aveva promesso una ricompensa di 100 dollari per chi tra gli indigeni locali, i migliori conoscitori del posto, fosse riuscito a sentire il richiamo dell’animale, e di ben 200 dollari a chi lo avesse avvistato.
“L’estinzione di una specie non è una cosa che avviene immediatamente, da un giorno con l’altro, ma occorrono tempo e circostanze particolari”, dichiara Ross MacPhee, esperto di estinzione e salvaguardia dei mammiferi all’American Museum of Natural History.
“L’ultima estinzione documentata risale agli inizi del ‘700 ed ha riguardato la scomparsa dello Xenothrix McGregori dalla Jamaica” – continua – In precedenza, si sa che nel XVI secolo i grandi lemuri sono spariti dal Madagascar”. Questi dati ed il fato che nel nostro secolo si è avuta l’estinzione di una grande scimmia, fanno certamente riflettere.
Le cause, secondo gli scienziati, che hanno determinato questa situazione sono da ricercarsi prima di tutto nel costante sconvolgimento dell’habitat naturale di tali animali, con l’abbattimento indiscriminato delle foreste. Quindi, l’avanzare sempre più pressante delle fattorie e delle zone destinate all’agricoltura, oltre alla caccia. Dagli ani ’50, tutti i mammiferi dell’Africa sono stati sottoposti ad un incessante ‘gioco al massacro’ che ancora prosegue nelle zone non protette e là dove i controlli sono meno severi.
È il caso del Ghana e della Costa d’Avorio, Paesi nei quali è stata avvistata per l’ultima volta la scimmia Miss Waldron, negli anni ’70. Secondo Peter Grubb, zoologo esperto in mammiferi che lavora al Natural History Museum in London, se si fosse fatto di più sul piano della prevenzione da parte dei governi di Ghana e della Costa d’Avorio il prezioso patrimonio genetico del primate si sarebbe potuto salvare.
Molte, secondo gli esperti, le specie animali in pericolo. Si calcola che circa il 10% delle 608 specie di primati sia in grave pericolo. La scimmia che nessuno potrà mai più vedere, ascoltare, studiare ed ammirare, era stata descritta per la prima volta nel 1933 da P. Lowe a cui dette il nome della sua compagnia di viaggi: miss F. Waldron, appunto.
di Gianluca Zavatta
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