Estonia: firmato lo stop agli allevamenti di animali da pelliccia. A quando in Italia?

L'Estonia è il sedicesimo Paese dell'UE ad abbandonare questo tipo di attività, nonché il primo nella regione baltica. Un altro passo avanti, che però non sembra riguardare l'Italia, dove per ora si è optato solo per lo stop delle attività per tutto il 2021.

Addio alle pellicce anche in Estonia: dal 1 gennaio 2026, dopo un periodo di transizione di cinque anni valido fino al 31 dicembre del 2025, in Estonia non sarà più possibile allevare animali per la produzione di pelliccia. La decisione è arrivata in questi giorni da parte del Parlamento Estone, che ha votato a favore di un progetto di legge presentato nell’ottobre dello scorso anno. Lo stesso progetto che era già stato respinto nel 2017 e nel 2019, ma che presto renderà l’Estonia il sedicesimo paese dell’Unione Europea ad adottare un simile provvedimento.

La scelta è stata probabilmente guidata anche dalla crisi che il settore sta affrontando ormai da diversi anni, legata soprattutto a una presa di coscienza da parte dei consumatori rispetto alla questione dello sfruttamento animale. Rispondendo a questi cambiamenti, nel mondo dell’alta moda moltissimi stilisti – l’ultimo, in ordine di tempo, è stato Valentino – hanno bandito le pellicce dalle passerelle.

A questo si aggiunge la paura legata al contagio da Coronavirus: negli ultimi mesi, in Europa, abbiamo assistito all’abbattimento a scopo preventivo di milioni e milioni di animali (anche sani) allevati per la loro pelliccia. Il motivo? La possibilità che gli allevamenti si trasformassero in focolai del virus. Gli esperti hanno infatti scoperto che visoni e uomini si possono contagiare a vicenda, e che questi animali possono infettare l’essere umano con una forma mutata di virus. Un agente patogeno potenzialmente più aggressivo e probabilmente immune ai vaccini che l’Europa sta somministrando ai cittadini in questo periodo.

La situazione in Italia

L’Italia risulta ancora tra i Paesi europei in cui l’allevamento di animali da pelliccia è consentito. Questo, nonostante alcune di queste attività si siano realmente trasformate in pericolosi focolai di Coronavirus nei mesi scorsi. L’unico provvedimento è arrivato a febbraio, quando è stato deciso lo stop agli allevamenti di visoni per tutto il 2021. Una mossa ritenuta dagli esperti assolutamente insufficiente, perché riguarda la sospensione delle attività, ma non l’allontanamento degli animali dalle strutture. Non la chiusura definitiva, come avvenuta in altri Paesi europei, ma una pausa che non rappresenta una soluzione efficace in termini di tutela della salute pubblica.

L’Italia rimane quindi il fanalino di coda rispetto a una questione sollevata ormai moltissime volte, che vede allineati i cittadini nella volontà di chiudere gli allevamenti. Al primo posto sembra rimanere la tutela degli interessi di settore.

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