Europa: Olanda e Austria chiedono lo stop agli allevamenti di animali da pelliccia. Anche l’Italia è favorevole

Una nota informativa sottoscritta da diversi Paesi europei chiede alla Commissione europea di vietare gli allevamenti di animali da pelliccia su tutto il territorio europeo. Tra le motivazioni, i rischi per la salute pubblica legata ai contagi da Coronavirus e la questione etica.

L’Europa verso lo stop definitivo alla produzione di pellicce. La proposta è arrivata in questi giorni alla Commissione Europea da parte dei governi di Olanda e Austria, tramite una nota informativa che chiede di porre fine all’allevamento di animali da pelliccia nell’UE. La proposta, che si è concretizzata durante l’ultimo Consiglio dei ministri dell’agricoltura europei, è stata sottoscritta anche da Belgio, Germania, Lussemburgo e Slovacchia, ma anche l’Italia si dice favorevole. Il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Stefano Patuanelli, ha infatti dichiarato che “l’allevamento di animali per le pellicce non è più giustificabile e l’Italia darà il massimo supporto per giungere al divieto a livello europeo“.

Gli Stati firmatari della nota “invitano la Commissione europea a intraprendere un’adeguata azione che porti alla fine dell’allevamento di animali da pelliccia in Europa. Le ragioni di questa richiesta includono il grave impatto dell’allevamento sul benessere degli animali coinvolti, nonché considerazioni etiche riguardo all’allevamento e all’uccisione di animali al solo o principale scopo di ottenere la loro pelliccia. Gli Stati  firmatari prendono anche in considerazione il rischio che l’allevamento di visoni su base commerciale possa comportare per la salute pubblica, a causa della loro suscettibilità alle infezioni da SARS-CoV-2“.

Nel corso dei mesi, gli esperti hanno infatti scoperto che visoni e uomini si possono contagiare a vicenda, e che questi animali possono infettare l’essere umano con una forma mutata di virus. Un agente patogeno potenzialmente più aggressivo e probabilmente immune ai vaccini che l’Europa sta somministrando ai cittadini in questi mesi. Questa minaccia si è tradotta nell’abbattimento a scopo preventivo di milioni e milioni di animali (anche sani).

Allevamenti di visoni in Italia: verso la chiusura definitiva?

Anche l’Italia ha dovuto affrontare il problema, ma non sono mancate controversie legate a quella che da molti è stata considerata una gestione sbagliata del problema. Innanzi tutto, la volontà di non nuocere all’industria ha portato a controlli inesistenti, e di conseguenza alla scoperta di focolai di Covid con mesi di ritardo. Basti pensare che la notizia di un focolaio di Coronavirus in un allevamento è arrivata  solo grazie all’intervento di LAV. Solo dopo questa scoperta, il Ministro della Salute Speranza ha firmato lo stop agli allevamenti di visoni fino a febbraio, poi prorogata fino alla fine del 2021. Non la chiusura definitiva, come avvenuta in altri Paesi europei, ma una pausa che ha suscitato non poche perplessità negli esperti.

© Essere Animali

Il consenso dell’Italia alla chiusura di questi allevamenti è quindi una svolta storica, se si pensa che il nostro Paese risulta ancora tra i pochi, in Europa, in cui questa attività anacronistica è consentita.

Leggi anche:

“Indovina chi viene a cena”: la pandemia è tutta colpa nostra

Coronavirus: focolaio in un allevamento di visoni in Italia, la notizia arriva con mesi di ritardo


Scegli i prodotti certificati VEGANOK e sostieni così la libera informazione!


SCOPRI
VEGANOK CHANGE

Leggi altri articoli