Acquistare un prodotto vegano può sembrare, almeno apparentemente, un gioco da ragazzi. Se non è già chiaro dal packaging – grazie a certificazioni e marchi di qualità come VEGANOK – allora basterà scorrere la lista degli ingredienti per sciogliere ogni dubbio: l’importante è non trovare tracce di latticini, uova o altri derivati animali per considerare un alimento adatto ai vegani, no? La questione in realtà è molto più complessa. Persino nei prodotti più impensabili, come la frutta, è possibile che si nascondano ingredienti di origine animale non dichiarati in etichetta, quindi difficili da rintracciare anche dai consumatori più attenti. Niente paura, però: per essere sicuri di portare a casa una spesa cruelty- free al 100%, basta tenere a mente alcune indicazioni per riconoscere questi “falsi amici” veg.
Ingredienti di origine animale in prodotti apparentemente vegani
Dai cereali alla frutta secca, dal succo d’arancia al miso: già nel 2015 il Daily Mail, intervistando l’attivista veg e Founder di VeggieVisionTv Karin Ridgers, scoprì la vasta quantità di prodotti apparentemente innocui e adatti a vegani e vegetariani che, in realtà, possono contenere o esser trattati con ingredienti e sostanze di origine animale. Le banane, ad esempio, non sempre possono dirsi totalmente cruelty free.
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Rispetto a quelle biologiche, ad esempio, quelle di produzione industriale e che solitamente troviamo disponibili al supermercato potrebbero esser trattate con pesticidi contenenti parti animali come il Chitosan. Questo pesticida è formulato con gusci di granchi e gamberi, viene usato per combattere i batteri che possono colpire le banane e per rallentarne la maturazione. Discorso simile per le arachidi sgusciate, che talvolta possono contenere colla di pesce, quindi gelatina di origine animale. Casi che ancora una volta sottolineano come un prodotto vegetale non sempre si può definire anche vegano.
Quali sono i “falsi amici” veg da evitare
Ma quali sono gli ingredienti a cui il consumatore deve fare attenzione quando valuta l’acquisto di un alimento o un cosmetico vegano? Vediamo insieme i più diffusi, ma non per questo altrettanto noti.
- Acidi e vitamine di origine animale: Omega-3 e vitamina D – anche se possono essere di origine vegetale – sono tra i più noti acidi grassi e vitamine di origine animale contenuti in cibi e bevande. Oltre che in prodotti dichiaratamente non veg, queste sostanze possono essere aggiunte e quindi nascondersi anche in succhi di frutta multivitaminici. Sia Omega-3 che vitamina D si ottengono, rispettivamente, dal grasso di pesce e dalla lanolina, un olio prodotto naturalmente dalle pecore per proteggersi dal freddo. Massima attenzione, quindi, a queste due sostanze nella lista degli ingredienti. In cosmesi, poi, sono numerosi gli acidi, come quello ialuronico, di cui non è chiarita l’origine sulla confezione, poiché possono essere ottenuti sia da fonti animali che vegetali, oppure creati sinteticamente: per scegliere con maggiore consapevolezza, è possibile consultare l’utilissimo Biodizionario;
- Cera d’api: è un ingrediente animale, estratto dai favi di cera delle api, usato nei dolci – ad esempio nei confetti, nel cioccolato confezionato o nei chewing gum – ma anche per trattare e rendere esteticamente più attraenti diversi tipi di frutta esposti nei supermercati, in special modo gli agrumi. Ne abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo;
Attenzione alla presenza di carminio in molti alimenti di colore rosso. - Carminio: è un colorante di origine animale ricavato dal corpo essiccato e poi tritato dell’insetto cocciniglia del carminio. Sebbene sia indicato sempre in etichetta, pochi sanno che si tratta di un prodotto non vegetale. Il carminio è molto usato per le sue brillanti tinte rosse come additivo alimentare, per dare un colore acceso a bevande di frutta o salse, ma anche in diversi cosmetici e pitture. Esistono veri e propri allevamenti di cocciniglie da cui trarre questo colorante, per cui è bene evitare qualsiasi prodotto lo contenga;
- Caseina: una proteina di origine animale che si estrae dal latte vaccino. Già il nome, che riprende il vocabolo latino caseus, cacio, i cui derivati etimologici indicano prodotti e l’intera industria del latte e del formaggio, dovrebbe far scattare un primo campanello d’allarme quando lo si trova tra gli ingredienti di un prodotto. La caseina è molto utilizzata nel settore alimentare per la produzione di cereali per la colazione o del pane in cassetta, ma anche della margarina o di alcuni farmaci. Attenzione, oltre alla caseina, anche al caglio: sebbene sia difficile trovarlo in prodotti vegetali, meglio assicurarsi che non si nasconda nella lista degli ingredienti;
- Gelatina: le caramelle gommose sono l’esempio più classico di prodotto che contiene gelatina, tra gli addensanti di origine animale più utilizzati dall’industria alimentare. Ma sapevi che si può trovare anche in yogurt, cereali ma anche in vitamine e integratori? Il film che riveste le pillole, infatti, potrebbe essere proprio in gelatina. Questo prodotto si ottiene dalla denaturazione del collagene, la principale proteina del tessuto connettivo animale, che si trova nelle ossa o nella pelle degli animali;
La gelatina contenuta in caramelle e dolci è di origine animale. - Gommalacca: anche questo ingrediente, un agente di rivestimento utilizzato nell’industria dolciaria in caramelle, chewing gum ma anche in infusi, integratori alimentari e caffè, è di origine animale. La gommalacca è infatti formulata utilizzando come base una secrezione della cocciniglia asiatica;
- Colla di pesce: anche in questo caso, il nome di questo ingrediente lascia spazio a pochi dubbi sulla sua origine. Il problema può nascondersi nel fatto che la colla di pesce è presente in alimenti insospettabili, come il vino o la birra. Essa, infatti, aiuterebbe a schiarire il colore di alcune bevande: attenzione, quindi, a questo prodotto ottenuto dalla vescica di alcuni pesci, soprattutto gli storioni;
- Siero: questo derivato del latte vaccino si nasconde spesso in molti prodotti alimentari, specie in pasticceria. Lo troviamo però anche in bevande e alimenti per sportivi, in quanto ricca fonte proteica, ma anche in molti cereali per la colazione o prodotti da forno, come il pane in cassetta;
- Strutto, sego e lardo: questi alimenti, rintracciabili anche in prodotti da forno come le piadine, sono ovviamente di origine animale. Vengono infatti ottenuti dal grasso del tessuto membranoso, dei reni o dell’addome dei maiali;
Consigli per acquisti vegani
Per tutelare il consumatore vegano e indirizzare le sue scelte verso prodotti davvero cruelty free in tutte le loro componenti – dalla lavorazione al packaging, fino alla conservazione – nel tempo sono nati numerosi enti. Questi organismi lavorano per stabilire e controllare che siano rispettati standard vegan a livello internazionale e nazionale, rilasciando certificazioni necessarie a definire un prodotto vegano: certificazioni, queste, che sono ancora soltanto volontarie, poiché non vigono norme ed obblighi per regolamentare questo tipo di produzioni.
Ottimi primi passi per un carrello davvero sostenibile ed etico, sono senz’altro:
- Acquistare prodotti che riportano simboli di certificazione sul packaging;
- Preferire prodotti bio;
- Rifornirsi da rivenditori di fiducia o specializzati in alimentazione veg;
- Acquistare frutta e verdura al mercato o a km0 invece che dalla grande distribuzione;
- Com’è ovvio, leggere in modo attento e critico le etichette dei prodotti che si acquistano.
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