Fileni Report

Inchiesta shock negli allevamenti Fileni: maltrattamenti e pericoli sanitari per produrre la “carne bio”

Sotto accusa l'azienda Fileni, dopo la puntata di Report che ha mostrato immagini aberranti provenienti da alcuni allevamenti che riforniscono l'azienda: una storia che ci riguarda tutti.

Condizioni igienico-sanitarie aberranti, maltrattamenti, sovraffollamento estremo: è bufera su Fileni, azienda italiana che produce carne di pollo, dopo l’inchiesta andata in onda in prima serata su Rai 3 nella trasmissione Report. Immagini agghiacciati, che raccontano la realtà di tre allevamenti intensivi che riforniscono la storica azienda, che fin dal 1965 fa della produzione di carne “sana” e “naturale” il suo punto di forza.

Eppure, l’inchiesta condotta dalla giornalista Giulia Innocenzi – supportata dall’intervento di esperti e veterinari, nonché dalla testimonianza degli stessi operai degli allevamenti – parla di condizioni di vita crudeli per gli animali rinchiusi, ma anche di un pericolo concreto per la salute pubblica. Ma prima qualche numero: secondo quanto riportato, ogni anno vengono allevati 26 miliardi di polli nel mondo, e ogni giorno ne vengono macellati 71 milioni. Significa quasi 824 ogni secondo.

L’Italia non è da meno: nel nostro Paese si allevano ogni anno 500 milioni di polli, che risultano tra gli animali più sfruttati in assoluto negli allevamenti. Di questi, ben 50 milioni fanno parte del circuito Fileni, che si colloca quindi come uno dei gruppi più grandi in Italia nel mercato della carne di pollo. Ma cosa nasconde realmente questa produzione?

La realtà Fileni a Report: inchiesta shock

Le immagini raccolte mostrano migliaia di esemplari ammassati gli uni sugli altri nei capannoni; carcasse di animali morti da tempo o polli agonizzanti, in mezzo ai compagni vivi; maltrattamenti da parte degli operai, che arrivano a uccidere i polli direttamente nei capannoni tramite la torsione del collo, per poi gettarli come spazzatura dietro di sé.

Fileni Report

E ancora animali che vengono nutriti con mangimi Ogm, mentre l’azienda dichiara da sempre di essere Ogm-free; polli rinchiusi nei capannoni anche se, di norma, gli allevamenti bio prevedono che gli animali vivano almeno in parte all’aperto: non per niente Fileni dichiara pubblicamente che il 33% delle superfici dei propri allevamenti è bio, ma alla domanda dei giornalisti su quanti siano i polli prodotti in maniera biologica, la risposta ufficiale è stata l’11%.

Incongruenze, crudeltà e mistificazione sembrano dunque rappresentare il lavoro di questa azienda italiana, mentre – al di là dell’importantissima questione etica – avanza il pericolo legato alla sanità pubblica: l’Italia è il secondo Paese europeo per contagi di influenza aviaria negli allevamenti. Il virus H5N1, responsabile della malattia, è considerato dagli esperti una bomba sanitaria pronta a esplodere da un momento all’altro e non si esclude che possa diventare presto la causa della prossima pandemia. Lo dichiara senza mezzi termini David Quammen, giornalista e scrittore diventato famoso con il libro Spillover per aver predetto la pandemia da coronavirus: “Noi che viviamo nei Paesi più ricchi mangiamo più carne del necessario e questa carne è prodotta in mega allevamenti intensivi. E se continueremo ad allevare 26 miliardi di polli su questo Pianeta, finiremo nei guai”.

Questa storia ci riguarda, tutti

Mentre Fileni tenta di difendersi dalle accuse e le associazioni animaliste insorgono – con LAV che chiede in una lettera aperta all’azienda informazioni concrete circa la tutela degli animali allevati – occorre fare una riflessione: questa inchiesta, che ci piaccia o no, riguarda tutti noi.

Tutti, nel 2023, abbiamo i mezzi per sapere al di là di ogni dubbio cosa succede negli allevamenti intensivi e tutti, nessuno escluso, abbiamo il dovere di non girarci dall’altra parte. La facoltà di opporci a queste aberrazioni è nelle nostre mani: possiamo scegliere di eliminare qualsiasi derivato animale dalla tavola a beneficio nostro, dell’ambiente e, ovviamente, degli animali stessi, adottando un’alimentazione a base vegetale.

Guarda la puntata di Report sul sito Rai

Laura Di Cintio


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