Il Food Industry Monitor è un osservatorio che si occupa dell’evoluzione dell’industria alimentare e delle performance delle imprese italiane del settore food & beverage. Quest’anno alla sesta edizione, ha analizzato le performance delle aziende del comprato, l’evoluzione dei modelli di business e le tendenze di mercato nazionali e internazionali con particolare attenzione al rapporto tra cibo, salute e innovazione. L’edizione 2020 pubblicata il 26 Giugno, ha preso in esame 823 aziende in 15 comparti prestando attenzione a tre tematiche in particolare:
- Analisi delle performance e previsioni
- Content analysis. Evoluzione del comportamento dei consumatori
- Analisi dei modelli di business. Innovazione salutista e performance
Buone performance di crescita anche per acque minerali (11,9%), food equipment (11,7%), birra (9,6%), dolci (7,8%), caffè (6,5%). Registrano invece valori sotto la media di settore (6,5%), in merito alla marginalità commerciale, i comparti dell’olio, salumi, farine e latte.
Ciò che emerge è che l’anno in corso risente ovviamente del forte impatto del Coronavirus con un calo nella crescita del 5% circa. Si prevede una ripresa nel 2021 con un tasso del 7,7%. Nonostante la situazione economica, le esportazioni del settore food cresceranno mediamente dell’11% nel biennio 2020-2021.
Content analysis: cosa vogliono i consumatori?
Le tendenze di mercato prese in esame, riguardano la comunicazione effettuata da oltre 900 media specializzati nel periodo 2015-2019: si rileva una particolare attitudine a trattare il tema degli alimenti salutari. Mentre i media internazionali hanno mostrato crescente attenzione ai temi della sicurezza alimentare e dei processi di trasformazione del cibo, l’interesse italiano è concentrato sulle caratteristiche nutrizionali e sui temi della tradizione.
Il modello di business vincente: l’offerta salutista
Anche l’analisi dei modelli di business delle attività produttive del comparto evidenzia che l’offerta è costituita per il 40% da alimenti salutari, cioè fatti con materie prime di origine biologica, oppure ottenuti con processi di trasformazione poco invasivi, senza additivi e conservanti artificiali, con benefici di tipo funzionale, ovvero cibi salutari negli effetti.
Tuttavia, solo il 7% delle aziende enfatizza nella propria comunicazione il tema della salute: e solo chi lo fa, vince.
“Le aziende che hanno saputo enfatizzare il tema salute hanno avuto tassi di crescita e redditività commerciale più elevate. Il differenziale è significativo: l’incremento di ROIC (rendimento sul capitale investito) è del 25% superiore rispetto alle aziende che non fanno questo tipo di comunicazione”, precisa Alessandro Santini, Head of Corporate Advisory di Ceresio Investors.
“Ugualmente notevole il tema della sostenibilità ambientale, utilizzato dal 50% del campione. Ad esempio, oltre il 68% delle aziende utilizza packaging a basso impatto ambientale. Centrale il tema della tradizione, utilizzato in modo intensivo dall’80% delle aziende”, aggiunge Gabriele Corte, Direttore Generale di Ceresio Investors.
Le aziende pongono infine anche un’attenzione particolare all’innovazione di processo: circa il 9% delle aziende ha registrato almeno un brevetto nel periodo 2010-2019. Il 62% dei brevetti riguarda innovazioni dei processi produttivi. Il 38% dei nuovi brevetti riguarda le innovazioni di prodotto. Il comparto del caffè si conferma tra i più innovativi, con 4,1 brevetti per azienda in media.

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