In una analisi basata su dati di Google Adwords relativa all’approfondimento delle abitudini di ricerca degli utenti in rete, risulta che le ricerche a tema vegan su Google siano aumentate del 47% nel 2020: Regno Unito, Australia e Israele sono i paesi con la più alta concentrazione di ricerche relative alla tematica “vegan”.
Ciò che sappiamo con certezza è che questi ultimi anni hanno visto un vero e proprio boom del cibo vegetale: molte sono le realtà produttive che hanno immesso sul mercato referenze innovative. La rivoluzione a cui stiamo assistendo a livello globale trova il suo simbolo nella carne vegetale: prodotti a base di legumi e fake meat sono entrati nelle abitudini di consumo e la reperibilità di queste referenze si sta aprendo a nuovi canali; dalla grande distribuzione alle piccole produzioni artigianali.
Dove inizia questo incremento delle referenze plant-based? Gli ultimi tre anni sono stati davvero significativi e hanno visto un’accelerazione sostanziale del fenomeno.
Il 2019 è stato l’inizio di un percorso che è ancora in evoluzione. L’Economist apriva il suo speciale sui trend dell’anno con un titolo che ha fatto il giro del mondo dichiarando il 2019, l’anno in cui il vegan sarebbe diventato mainstream. Si leggeva sulle pagine dell’Economist:
L’anno del vegan. Mondo del business e governi seguono la via scelta dai Millenial.
Negli ultimi cinquant’anni, il veganismo è stato una minoranza all’interno di una minoranza. Secondo una ricerca, in America nel 2015, il 3,4% della popolazione si dichiarava vegetariano e solo lo 0,4% del campione intervistato definiva se stesso come “vegano”. Ma il 2019 sarà l’anno in cui il veganismo diventerà mainstream.
Il 2020 l’Italia ha registrato un massimo storico in termini di numero di persone che si sono dichiarate vegane e vegetariane. L’Eurispes le ha stimate all’8,9% della popolazione: un dato che, seppure probabilmente sottostimato rispetto alla reale portata del fenomeno, risulta essere un massimo storico. Secondo l’indagine, di fronte alla domanda “è vegetariano?”, il 6,7% degli italiani intervistati ha affermato di esserlo, il 2,2% ha dichiarato invece di essere vegano (contro l’1,9% del 2018). Nel 2020, dunque, con l’8,9% delle indicazioni, vegetariani e vegani sono in aumento rispetto al 2019 e al 2018, quando questa percentuale era rispettivamente al 7,3% e al 7,1%.
La pandemia ha poi rimodellato le abitudini di consumo incoraggiando uno shift verso abitudini di consumo sempre più sostenibili e a basso apporto di proteine animali: a documentare il boom dei prodotti vegetali nei primi mesi dalla dichiarazione della pandemia, sono state testate internazionali, dall’Economist, al Financial Times al New York Times. Ad Aprile 2020, secondo i dati rilasciati dall’istituto di ricerca Nielsen e ripresi sia dal Financial Times, le vendite di analoghi della carne negli Stati Uniti sono aumentate del 200%: il dato riguardava la settimana conclusasi il 18 aprile rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso; le vendite sono aumentate del 265% in un periodo di osservazione di otto settimane. La pandemia ha fornito (e continua a fornire) un punto di vista dal quale osservare le abitudini di consumo e i cittadini, stanno scoprendo che l’alternativa plant-based può coadiuvare un cambiamento quanto mai necessario.
Questo 2021 si è appena aperto con un record di adesioni al Veganuary, un’iniziativa globale che dal 2014, invita le persone a mangiare vegetale per il mese di gennaio. Quest’anno l’iniziativa ha coinvolto un picco di quasi 600.000 persone nel mondo e oltre 30.000 solo in Italia. Numerose aziende, influencer e personaggi dello spettacolo hanno supportato questa sfida vegana di un mese. L‘Italia si è piazzata al settimo posto nel mondo in termini di numero di partecipanti al’iniziativa. Milano è arrivata quarta come la città con il maggior numero di partecipanti dopo Londra, Santiago e Bogotà.

Nel report di campagna del Veganuary 2021 compaiono anche altri dati molto rilevanti:
- L’hashtag #veganuary ha ottenuto oltre 170 milioni di visualizzazioni sulla sola piattaforma social TiktTok;
- 259 nuovi menù vegetali sono stati lanciati nel solo mese di Gennaio dai ristoranti e dalle catene che hanno partecipato all’iniziativa;
- 566 nuovi prodotti sono stati lanciati sul mercato dalle realtà produttive nel mese di Gennaio approfittando della popolarità del Veganuary
Lancio di nuove referenze 100% vegetali sul mercato: un fenomeno in crescita
Sono sempre di più le aziende che propongono ai consumatori la loro linea vegetale. L’immissione sul mercato di nuove referenze è una delle chiavi del successo e del consolidamento del fenomeno. Secondo l’istituto di Mintel GNPD, i lanci di prodotti con claim “vegetale” e “vegan”, è raddoppiato nel 2020 rispetto ad una rilevazione del 2016. Quali sono le ragioni? Mintel individua alcuni fattori determinanti:
- FLAVOUR: il gusto risulta essere una componente molto importante a prescindere dal fatto che il consumatore sia vegano, vegetariano, flexitarian o sia incline a diminuire l’apporto di carne
- DISPONIBILITÀ
- VISIBILITÀ all’interno delle catene di distribuzione
- QUALITÀ delle produzioni
Cosa succederà da qui in avanti nel corso di questo 2021? Sicuramente i trend del futuro saranno strettamente correlati con l’evoluzione della pandemia ma il food vegetale, nelle sue declinazioni, non è destinato ad essere un fenomeno passeggero: è entrato nelle nostre abitudini di consumo per restare.
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