Sviluppare e ampliare l’industria della carne e del pesce coltivati in laboratorio per rendere il sistema alimentare più sostenibile: è questa l’intenzione annunciata di recente dal Primo Ministro giapponese Fumio Kishida, all’interno di un più ampio programma di sviluppo tecnologico.
“Svilupperemo l’ambiente per creare un nuovo mercato, così come gli sforzi per garantire la sicurezza alimentare e l’istituzione di regole di etichettatura, e promuoveremo un’attività di tecnologia alimentare che abbia origine in Giappone“, ha dichiarato.
Nella sua dichiarazione, Kishida ha sottolineato proprio l’importanza di sostenere un approvvigionamento alimentare sostenibile, per contribuire a risolvere i problemi alimentari del mondo. Ha evidenziato il potenziale della tecnologia alimentare, con un focus particolare su quello della cosiddetta clean meat, e non è un caso: l’agricoltura cellulare sta assistendo a un vero e proprio boom di investimenti in tutto il mondo, nonostante il ritardo nella creazione di normative adeguate al di fuori di Singapore, attualmente l’unico Paese al mondo ad aver approvato la vendita e il consumo di carne coltivata.
Lo scorso novembre, negli Stati Uniti è arrivato il via libera alla carne di pollo coltivata sviluppata dall’azienda californiana Upside Foods, ma il processo di vendita è ancora in fase di approvazione, che avverrà solo dopo il l’adeguamento ai regolamenti dell’USDA. La Cina, invece, a gennaio dell’anno scorso ha introdotto per la prima volta la carne coltivata nel proprio piano di sviluppo economico.
In generale, il quadro normativo sulla carne coltivata rimane in evoluzione a livello globale e nemmeno il Giappone ha effettivamente ancora stabilito standard di sicurezza per le materie prime e i processi di produzione, eppure la strada verso la produzione di carne in laboratorio sembra ormai tracciata.
Carne coltivata: la svolta per il settore alimentare globale?
Anche se il mercato della carne coltivata è ancora in una fase embrionale, l’attenzione del Giappone e di altri Paesi verso questo tipo di produzione non è solo un segnale incoraggiante per le numerose start-up che se ne occupano, ma è anche un’indicazione chiara della direzione intrapresa dal sistema alimentare globale.
In questi anni, l’opinione pubblica si è divisa sulla possibilità di dare fiducia a questa tecnologia: tra chi la considera una rivoluzione in grado di salvare il Pianeta e i detrattori, che la vedono come un prodotto artificiale da condannare in toto, noi ci affidiamo alla saggezza degli antichi. “In medio stat virtus”, dicevano i Romani, e pensiamo che non questo valga anche per la clean meat e le sue potenzialità.
Da un lato non possiamo ignorare quella che, dal nostro punto di vista, è la vera grande pecca di questa tecnologia: per quanto consenta di produrre carne senza macellazione, implica in ogni caso lo sfruttamento animale. Per pochi che siano, gli animali “starter” da cui prelevare le cellule necessarie per la produzione sono imprescindibili, e per questo continuiamo a credere che la soluzione più etica, semplice e immediata sia il passaggio a un’alimentazione plant-based al 100%.
Per approfondire questo argomento: Cos’è la carne coltivata e 5 motivi per cui non andrebbe demonizzata

Scegli i prodotti certificati VEGANOK e sostieni così la libera informazione!